giovedì 31 luglio 2008

Cinzio.

Per sottrarlo all'oblio che annienta gli ultimi, vorrei solo dire che di lui ricordo che dopo due o tre carezze sulla minuscola fronte tigrata, faceva le fusa. Gli piaceva giocare con i tappi di sughero legati a una cordicella di lana. Quando andavo alle elementari, mi aspettava sul davanzale della mia vecchia casa e io vedevo la sua piccola sagoma affacciarsi alla finestra del sesto piano. Alla fine non riusciva più a saltare. E' passato già più di un anno, ma ogni tanto ci penso ancora. Ciao Saltello.

martedì 29 luglio 2008

Palinsesto criminale.

C'è un programma televisivo del palinsesto di Rai 3 che andrebbe secondo me soppresso. Ne va dell'igiene mentale di tutti noi che lo guardiamo e che non riusciamo a staccarci dallo schermo finché non è finito e, credetemi, non finisce mai. E' un programma-mostro, che va avanti in eterno e si soddisfa solo pascendosi delle carni martoriate di telespettatori che per un motivo o per un altro si sentono già a disagio ancor prima di accendere la TV, proprio come me. Che come me cercano la sofferenza, la flagellazione, la punizione. E lì la trovano sempre, servita su un piatto d'argento.

Si tratta di Amore Criminale. Un crimine contro la serenità della gente. Un programma che riporta morbosamente alla luce i peggiori casi di cronaca in cui le vittime sono donne e i carnefici i loro mariti o amanti. Spesso finiscono nel sangue, altre volte solo nella violenza. Il tutto per farci capire, se non fosse sufficientemente chiaro, quanto l'amore possa virare nei toni drammatici della tragedia se non facciamo attenzione a chi ci mettiamo in casa. Un programma perfettamente congegnato, che sa dove colpire. E che aggiunge male al male della vita. Consigliato a chi sente di non avere più niente da perdere.

lunedì 28 luglio 2008

Attecchire.

Fatico ad attecchire alla vita. Certo, i problemi seri sono altri. Però. Come si fa ad attecchire? Come fanno quelli che per esempio entrano in un ufficio come apprendisti stagisti e poi ne diventano un pilastro, diventano fondamentali per l'azienda e ci stanno anni dentro. Come fanno quelli che vivono un amore duraturo e felice, poi si sposano e fanno dei bambini sani e felici? Come fanno quelli che godono di buona salute per gran parte della vita? Quelli con una famiglia solida senza cedimenti? Quelli che lavorano bene? Che funzionano? Che durano nel tempo? Che guadagnano i soldi sempre, non una volta ogni tanto?

Sarà che alla nascita avevo il cordone ombelicale attorcigliato al collo, come a dire: altolà tu. Occhio che se nasci poi però non attecchisci alla vita eh. Neonata avvisata mezza salvata.

sabato 26 luglio 2008

venerdì 25 luglio 2008

Boom.

Ultimamente c'è il boom di quelli che decidono di volare attaccati ai palloncini gonfiati a elio.
L'altro giorno sul mio balcone si è depositato un palloncino rosa. L'avrà perso qualche icaro fermo a un incrocio celeste?

giovedì 24 luglio 2008

Avrò cura di te.

Chiunque decida di occuparsi degli ammalati, per me è una brava persona. Come in tutte le cose, ci sono le dovute tragiche eccezioni, e sono più del dovuto in realtà. Però, tralasciando le paludi della cronaca nera e la malasanità, restando nel ruscello incontaminato delle nostre (intendo mia) banali vite quotidiane, riscontro il valore e riconosco il merito di molti infermieri, dottori, terapisti, logopedisti, fisioterapisti, farmacisti etc. Di chiunque scelga di occuparsi degli ammalati. O delle donne che vivono una gravidanza, che è l'unica circostanza in cui un persona si ritrova molto spesso a contatto con questa categoria di lavoratori, pur godendo nella maggior parte dei casi di ottima salute. Tutte queste persone, almeno gran parte di quelle che conosco io, sono da ricordare. Sono persone che tendono alla trasparenza, all'invisibilità. Moltissimi di quelli che ho incontrato sono super tranquilli e non conoscono il significato della parola retorica. Vagano nei loro posti di lavoro con calma e normalità. E più è grave il paziente che hanno sotto il naso, più la loro calma cresce. Di una crescita esponenziale. Hanno volti su cui è disegnata un'espressione quieta, concentrata. Non manifestano segni di cedimento. Con il movimento degli occhi possono cambiare la giornata, anzi la vita di una persona. Eppure in molti sembrano non percepire questo potere, altrettanti lo percepiscono ma non ne abusano. Capita spesso loro che in occasioni che esulano dalle ore di lavoro gli amici e conoscenti se ne approfittino, tempestandoli di domande e di consulenze di ogni tipo. Quelli che conosco io spesso rispondono, si sentono in dovere di farlo. Sono persone che captano il dolore, che lo studiano a fondo e lo imparano a memoria. Sono persone che ci sopportano quando siamo disperati, quando abbiamo il terrore della morte. Ci sono loro a curarci, a tentare di estirpare come possono il male che si annida dentro di noi.

martedì 22 luglio 2008

uomo-donna.

Troppo poche letture sul femminismo mi inducono a premettere che quanto segue è solo lo sfogo di una persona che ignora in gran parte la materia.

Credo però che la parità dei sessi sia una fantasia. Un inganno di donne contro donne. Un'istanza digerita da molti uomini, in alcuni casi semplicemente piegata a subdoli contorcimenti che riportano indietro, anzi portano a una condizione in realtà nuova, meno drammatica del passato forse ma più stazionaria, sottaciuta e potenzialmente infettiva.

Eserciti di giovani mamme stringono i denti e piangono di nascosto negli uffici lasciando ai nonni anziani i loro bambini di pochi mesi. Poi passano alle maestre dell'asilo. Che a loro volta lasciano i loro bambini ad altre donne malinconiche e affaticate. Altre persone osservano i progressi dei loro piccoli, i primi dentini, le prime parole, i primi passi. Per non parlare del resto, dei compiti, dei primi amori, delle prime sofferenze. Eserciti di donne guadagnano sensibilmente meno degli uomini, sopportano di lavorare all'ottavo mese col pancione, si vergognano di dire che aspettano un bambino e a volte anche che sono sposate o fidanzate. Si trattengono penosamente, nel loro desiderio di maternità. E si sentono in colpa, quando sognano di avere un figlio con gli uomini che amano. Che amano di amori segregati nelle ore notturne e buie del dopocena o in quelle gonfie e malsane dei week end. Eserciti di donne tollerano o fingono di assecondare gli sfottò, i flirt, le manate, gli sguardi che perennemente scivolano sul seno, sul sedere appena si voltano, sui pezzetti di gambe scoperte d'estate. Accettano continuamente complimenti sul corpo, commenti sul fisico, giudizi sulla pelle. E la morsa finale è che sono costrette a farlo. E il disastro è che hanno bisogno disperato di soldi e di lavoro, perché uno stipendio solo da tempo non basta più. Ma non è libertà, non è parità. In molti casi siamo solo passate a un nuovo ordine di sottomissione. Non più a un solo uomo, non più a una sola gerarchia di donne tra le mura domestiche - suocere, mamme autoritarie, cognate - ma a molti uomini, a molte donne che hanno fatto carriera e che a loro volta hanno sopportato quello che sopportano ora le giovani inesperte. Uscire fuori in troppi casi è stato solo sinonimo di mobbing, discriminazione, molestie. Un ordine più sofisticato ma non per questo meno devastante. Poche donne possono scegliere di stare a casa, se davvero lo desiderano. So che ci sono studi e raffinate analisi su tutto questo. E spero tanto che le cose migliorino. Non che si raggiunga la parità. Che si ottenga la libertà. Una parola certamente desueta, abusata, inflazionata e chi più ne ha più ne metta.

lunedì 21 luglio 2008

La banalità del mostro.

Stando a ciò che in questi giorni dicono i telegiornali c'è un Mostro che ha massacrato una bambina piccola di 4 anni. Era il papà. Mentre la mamma giornalista era in vacanza in Turchia. Mah. Detta così questa storia è proprio assurdamente atroce. E' tutto un incastro di particolari ridicoli che fanno gelare il sangue nelle vene. Lui che tiene gli psicofarmaci nello zainetto e fa precipitare a suon di botte la bambina davati all'altare del Vittoriano, dove i carabinieri la ritrovano in una pozza di sangue. Doveva portare la figlia a fare una gita a Parigi e invece nessuno sa perché si sono ritrovati a Roma. Le ha fatto saltare via gli occhiali a calci e schiaffoni. Un intrigo internazionale finito nel sangue. La piccola Luna, questo il suo nome, in condizioni gravissime adesso sta lottando per sopravvivere. Ma che vicenda insignificante e allo stesso tempo atroce. L'ennesima manifestazione della banalità del male, declinata nel segno della malattia mentale. Insopportabile. Vorrei solo esprimere a parole il mio odio assoluto per quel povero cristo imbottito di medicine e per quella mentecatta di sua moglie che lo lascia da solo con una bambina piccola. Allora è davvero così facile violare le più elementari regole di convivenza e civiltà. Ma allora il concetto che i bambini sono delle persone e come tali vanno rispettate non l'hanno ancora capito in troppi. Quella povera Luna non era mica una valigetta di Carpisa che tanto se si schianta per terra non gliene frega niente a nessuno. Il mio odio è talmente grande che non riesco a concludere queste poche righe se non nell'odio. E nella pietà per la nostra razza impestata di esseri umani.

domenica 20 luglio 2008

Senza titolo.

La più potente arma dell'oppressore è la mente dell'oppresso.

(Steve Biko)


Baustelle.

Al concerto dei Baustelle si sta comodi e tranquilli. La gente è quieta e silenziosa salvo qualche esagitato che grida dichiarazioni d'amore alla bella cantante Rachele. Francesco Bianconi è elegante e timido, gli piace fare il gesto "peace and love". Un personaggio immortale d'altri tempi. Si può solo citare uno dei suoi molti versi che parlano più di mille parole: "Datti al giardinaggio dei Fiori del Male". Un altro dei suoi meriti è di aver creato una splendida canzone contro il panico. "Baustelle" significa cantiere, lavori in corso. Evviva questi simpatici architetti della contemporaneità!

mercoledì 16 luglio 2008

Malinconia Estrema.

Volevo scrivere una cosa divertente ma una malinconia estrema si è impossessata di me. Completamente. Al primo refolo di vento ne ho approfittato per mettere una maglietta a maniche lunghe e preparare una camomilla. C'è uno stato d'animo e fisico anche, di buona salute, in cui un fardello di malinconia estrema si sente autorizzato a risalire alla superficie, consapevole che in quel momento non ci sono altre emergenze apparenti e lui ha campo libero e libero spazio. E si spande ed espande come un'alluvione invisibile sugli oggetti miei, sui miei piccoli impegni quotidiani. Tutto è un languore commovente e uno scorrere lento e sordo di tempo inutile, sopravvissuto alla stanchezza, inadatto alle incombenze del futuro, una Malinconia Estrema. E questa estrema malinconia consiste in una grande profondissima debolezza mia, che sento sulla fronte proprio sopra gli occhi. La sento nel cuore e nella circolazione sanguigna. Nelle spalle dove da tempo mi sembra di portare un peso trasparente. Questa stanchezza fa luce abbastanza per vedere tutto ciò che è già successo ed è stato faticoso, doloroso, da piangere, drammatico. Si vede bene tutto, sempre più indietro più indietro nel passato remoto. E mi sono stancata tanto a soffrire tante volte. Ma non vedo luce abbastanza per illuminare il futuro che è una tenebra storta e schiacciata. Tutto questo perché è già di nuovo sera, si avvicina la notte che mi fa paura perché al buio si è più deboli, le mani sono più deboli, come quando si ride e si allentano i muscoli.

martedì 15 luglio 2008

Torta.

La torta ha su di me un effetto inebriante. La mia vicina ne ha portata a mia mamma una fetta grandissima, al cioccolato. Ho mangiato la mia buona parte senza incertezze. E ne sono rimasta anestetizzata. Mi sento come un gatto che si crogiola nell'aria e nel sole.

lunedì 14 luglio 2008

Film Blu.

Tanti anni fa Film Blu di Kieslowski mi aveva sconvolto la vita. Con una chiave blu aveva aperto una porta nuova dentro di me e aveva stipato in quegli spazi vuoti un nuovo mondo, un nuovo modo di percepire il mondo, le persone e gli oggetti circostanti. Questa notte, dopo più di dieci anni, l'ho rivisto in tv perché non riuscivo a dormire (vedi post precedente) e ... solo grazie al film ho preso finalmente sonno. Non che sia noioso. E' che forse quella porta dentro di me si è chiusa per una corrente di vento troppo forte. Dovrei mettermi a cercare la chiave.

L'Urlo..

Non c'è niente da fare. Di notte la gente urla. Grida e spacca gli elementi dell'arredo urbano. E spesso proprio sotto il piccolo balconcino di casa mia! Il mattino dopo, poi, niente, tutto tranquillo: gli uccellini cinguettano, il tram sferraglia, il bar sforna croissant caldi.

Io penso che la notte sia una cappa nera di silenzio e di mistero che ci deve prendere per la collottola e metterci a tacere come gli animali di fronte al terrore dell'ignoto. Ma questa è solo un'opinione personale.

domenica 13 luglio 2008

Batteria.

Da sempre, da quando ero bambina, molto spesso dopo cena (occasionalmente dopo pranzo) provo una sensazione che ho soprannominato: "batteria". Si tratta di una sensazione sgradevolissima. Come avere la pancia piena di acqua fredda, più o meno. Il disagio è cosi vasto e pervasivo, che mi confonde proprio le idee. Bere un caffè mi aiuta. Ma non risolve. Forse la batteria è nata quando da piccolissima mi lasciavano dai nonni. Mio papà poi veniva a mangiare lì in pausa pranzo (erano i suoi genitori). E subito se ne tornava al lavoro. Mi permetteva di bere un cucchiaino di caffè con lo zucchero. Mia mamma invece la rivedevo solo la sera tardi. Poi è arrivato l'asilo. E poi tutta la vita. Una vita di batteria, però. A questo punto mi chiedo se finirà questa storiaccia della batteria. Prenderò un antibatterico.

mercoledì 9 luglio 2008

Nadal vs Federer.

[mentre la sicurezza di Nadal è blindata. Federer dubita. Laddove lo spagnolo non teme nessuno, nemmeno gli extraterrestri, Federer riflette, medita, si ribella a se stesso, perde fiducia per riacquistarla grazie a un grande colpo, e perderla di nuovo al primo errore. Non si sono vinti, come Federer, dodici Slam, se non si crede in se stessi. Ma Nadal crede ancor di più, crede anche quando è indietro, crede quia absurdum.] Gianni Clerici, su Repubblica di ieri.

martedì 8 luglio 2008

lunedì 7 luglio 2008

Si cambia.

Si cambia. Certi eventi della vita, dalle vaste proporzioni, cambiano le persone. Una persona allegra e socievole, diventa dura e solitaria e poi alla fine malinconica. La possibilità di perdere la vita si dipinge sul volto. Si legge su certi volti il terrore della morte e la disperata voglia di una anche solo piccola speranza.

Lettere.

Finalmente nel mio condominio sempre un po' nervoso e sconclusionato hanno cambiato tutte le cassette delle lettere. L'amministratore non ne poteva più delle lamentele. Qualcuno forse nottetempo si divertiva a vandalizzare le serrature, a graffiare i vetri, a rubare la posta. Ora resta un dettaglio, che secondo me non è da sottovalutare. Le vecchie chiavi non entrano più nelle nuove toppe. Nessuna comunicazione al riguardo. La mia speranza è che le eventuali nuove chiavi non vengano depositate dentro le nuove buche. Altrimenti saremmo al punto di partenza. E intanto le lettere si accumulerebbero a oltranza. Come anche le chiavi. Lettere e chiavi, in moltiplicazione superfetativa, potrebbero invadere i nostri pianerottoli. E sommergerci tutti.

martedì 1 luglio 2008

La cabina.

Quando la notte si fa profonda, nel suo momento più silenzioso e fresco, più scuro e pieno di misteri inafferrabili, da qualche giorno succede una cosa. Nella cabina telefonica sotto casa mia, accanto alla fermata degli autobus, arriva un uomo nero e si mette a telefonare. Parla forte, a lungo, con rabbia, con languore. Sembra che non pensi a ciò che dice. Lo dice automaticamente, come se sapesse già tutto a memoria talmente bene da non sbagliare mai una parola. Parla parla, si arrabbia ma non si scompone mai. Mi chiedo con chi parla. E cosa diavolo si dicono a quell'ora invece di dormire.