sabato 31 gennaio 2009

Fisio-therapy.

La moda di mettere la parola terapia (peggio quando in inglese "therapy") ovunque può risultare fastidiosa ai più : Aroma-therapy, Nero-terapia, Acqua-terapia (?)... Ne so qualcosa di tale fastidio perché quando accompagno mia mamma a fare una vera terapia - ad esempio la fisioterapia - vedo lei lottare in modo disarmante per la vita stessa ma anche molti altri più giovani e ancora più malconci. La parola "terapia" applicata allo shampoo o al cioccolato potrebbe così lasciare il tempo che trova. Lo stesso effetto irritante può sorgere dall'uso facilone di parole come infarto, fibrillazione, colpo, shock. Meglio non leggerle mai sulla propria cartella clinica o in quella dei propri cari.

Ciononostante ho imparato che tutti in realtà abbiamo un po' bisogno di "terapia", di sapere che le nostre sofferenze possono alleviarsi finalmente a un certo punto quando non ci credevamo neanche più. Che inaspettatamente potremmo anche migliorare qualche doloroso aspetto della nostra complicata esistenza.
Allora adesso vado a fare un po' di pranzo-terapia!

giovedì 29 gennaio 2009

Atto Lilly Ledbetter per l'equità salariale.

Sembra un'ottima cosa, finalmente un provvedimento, firmato dal nuovo presidente degli USA Obama, che si occupi della disparità tra uomo e donna per ciò che riguarda il salario. Chissà se anche in Italia, un giorno...

mercoledì 28 gennaio 2009

L'abbraccio del centro.

Vivere fuori dal centro di Torino significa per me che poi quando ci si ritorna dopo un po' di giorni di lontananza se ne sente un abbraccio grande, discreto, dolce e saldo al punto da cancellare in fretta la stanchezza e le preoccupazioni. Il centro di Torino, nelle piazze, accoglie chi ci entra con la calma e la saggezza di cui tutti abbiamo bisogno. Ci consiglia a che angolo svoltare, in quale bar sedersi per un caffé bollente. Soprattutto il centro sa ricordare a chi ci entra le più antiche sensazioni dell'infanzia, di quando si doveva ancora incominciare tutto.

martedì 27 gennaio 2009

27 gennaio, giorno della memoria.

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case;
Voi che trovate tornando la sera
Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce la pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì e per un no

Considerate se questa è una donna
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno:

Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole:
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli:
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri cari torcano il viso da voi.

(Primo Levi)

Asma.

Due anni fa ho iniziato ad avere l'asma. Una pessima sensazione, a detta del dottore di natura ansiosa. L'ansia, non sapendo più come attaccare le persone, decide di togliere loro il respiro. Immagino l'ansia vestita di grigio, con gli occhialetti sulla punta del naso, intenta ad analizzare il corpo umano con una pila-laser. Possibile che quest'ansia, questa donnetta con gli occhialetti, sia così potente, così incisiva?

How does it feel?

"D'improvviso mi accorsi di quanto fossi ansioso di costruire e abitare un mondo immaginario".

(Jonathan Franzen, Come stare soli)

venerdì 23 gennaio 2009

Il segreto di lunga vita.

Conosco almeno 4 persone molto longeve, alcune sono arrivate anche a 98 anni. Mi incuriosiscono al punto che ho ripensato a loro spesso in questi giorni. E ho forse capito il loro segreto. Benché di estrazione sociale differente, di sesso, di collocazione geografica differenti, ho notato che queste persone hanno avuto un tratto in comune. Non fisico ma comportamentale. Hanno fatto letteralmente ciò che hanno voulto. Certo, compatibilmente con la legalità e la dignità umana. Ma all'incirca questo è stato il loro punto in comune, il loro comune codice. Fare ciò che si vuole, il più possibile. So che è ingenuo pensare a queste cose, so che non esistono segreti di questo tipo. Eppure bisogna illudersi.

giovedì 22 gennaio 2009

Catastrofic/10.

Figlia:

- Ho vinto 5 euro con il gratta e vinci!


Papà
:

- Ah.


Figlia
:

- ...

Papà:

- Stai attenta.


Figlia
:

- ?


Papà:

- Si inizia sempre così...


Figlia
:

- ...

Papà:

- ...e si finisce...

Figlia:

- ??

Papà:

- In un centro specializzato...

Figlia:

- ?


Papà:

- ...in disintossicazioni.

mercoledì 21 gennaio 2009

Mia nonna.

Mia nonna Alfonsina faceva la stiratrice di mestiere. Per lei stirare era tutto. Era brava, era precisa, era seria, era energica. So quanto soffriva, negli anni Novanta, per l'avvento della moda grunge. Tutti quegli strappi nei jeans, quelle maglie larghe e lise abbinate a quelle scarpone goffe: non le capiva, non le concepiva. Ora la capisco, capisco la sua ostinazione nell'aggiustare i vestiti e gli oggetti. Adesso quando stiro penso sempre a lei, a renderla orgogliosa nel mio impegno nello stirare, nella fatica dello schiacciare il ferro sulla stoffa. Nello spruzzare l'acqua profumata sui colletti.

Penso a come sapeva trasformare certe magliette mie di pessima qualità in indumenti decorosi e puliti. Stirava anche le lenzuola e i pigiami. Faceva la piega a qualsiasi pantalone, anche a quello della tuta. Povera nonna mia, se mi sentisse adesso le chiederei una mano. Non solo le chiederei consigli su come stirare. Ma su come si vive fino a tanti anni con dignità, su come si affrontano certi momenti così difficili, così tanto difficili. Come si diventa adulti davvero, non solo all'anagrafe. Come si sopporta il dolore.

lunedì 19 gennaio 2009

Scene della Torino Brava/5.

In corso Trapani tutti i giorni verso le 11 del mattino c'è un signore anziano in pantofole che fuma una sigaretta camminando lentissimo strisciando a piccoli passi. Ha un cappellaccio di lana in testa e una giacca a vento troppo sottile per questi tempi rigidi. Senza contare appunto le pantofole. Questo signore non chiede niente ma guarda solo negli occhi con lo sguardo più afflitto del mondo.

domenica 18 gennaio 2009

Questa sera.

Mi chiedo se sono ancora viva e nel chiedermelo sento la faccia ghiacciata.

venerdì 9 gennaio 2009

mercoledì 7 gennaio 2009

Neve neve.

Neve neve dappertutto oggi a Torino. Davanti al palazzo dove lavora la mia mamma c'ero io sola. E due cornacchie che saltavano per non congelarsi le zampe. Poi sono usciti dei ragazzini da una scuola lì vicino, tutti spersi che si tenevano per mano. Eravamo molto impreparati a questo mare bianco che ci ha travolti in silenzio, furtivo, nottetempo.

Catastrofic/9.

Papà:

- Sto iniziando a rendermi conto...

Figlia:

- ...

Papà:

- Che la vita...


Figlia
:

- ...

Papà:

- E' un susseguirsi...


Figlia
:

- ...

Papà:

- Di momenti troppo faticosi.


Figlia:

- E' vero.

lunedì 5 gennaio 2009

Ricordi di cose mai vissute.

Mi ricordo di una sensazione che in realtà non ho mai provato davvero, l'ho solo immaginata: quella cioè di infilare una mano in un sacchetto pieno di farina e trovarci dentro anche un chiodo arrugginito e pungermi e sanguinare e avere molta paura all'improvviso. A volte ho il sospetto che grosse parti della vita siano così, come quella brutta sensazione solo immaginata. La conclusione allora è che la prudenza non è mai troppa, che è meglio faticare molto per costruirsi guanti d'acciaio e fare l'antitetanica.

sabato 3 gennaio 2009

Riscoprire Torino.


Capisco quei mariti che dopo tanti anni di matrimonio si fermano un secondo a guardare negli occhi la loro moglie e la vedono ancora bella, ancora giovane, ancora misteriosa, ancora simpatica. Così è stato per me riscoprire Torino in questi giorni di festa, con l'occasione dell'arrivo di due splendidi amici catanesi. Simpatica Torino, con le sue guide turistiche che rinuncerebbero a tutto ma non a una battutta sferzante sui Savoia. Misteriosa Torino e le sue battaglie intestine tra il bene e il male, il punto più positivo e il più negativo, l'esoterismo e la Sacra Sindone. Giovane Torino e i suoi locali nuovi che spuntano come funghi e i musei riaperti e i bambini attenti alle visite guidate con i nasini all'insù. Bella, cara, dolce Torino da scoprire nascosta nella nebbia che la avvolge come il guscio di un'ostrica.

2009.

Questo anno vorrei che fosse leggero e veloce come una nuvola lontana.