martedì 1 febbraio 2011

Camilla.

Avrà vent'anni, molto carina, jeans aderenti, un giubbottino lucido. Litiga in mezzo alla strada con il suo fidanzato. Un tipo ordinario, con le mutande nere che spuntano dai pantaloni, un cappellino di lana, un accenno di baffetti, un neo. Così magro che sembra trasparente. Camilla litiga con lui di fronte, e al tempo stesso parla, urla nel telefono. Dall'altra parte in linea c'è un carabiniere. "Ha tentato di picchiarmi". E strilla, e tenta di piangere ma non ci riesce. Appare isterica, poi non so, magari lui l'ha picchiata sul serio. Però nega:"Ma non è vero, ti ho solo toccato la testa". "Bugiardo. Volete venire o no. Corso Trapani. Corso Trapani. E dice il numero". Lui è sconvolto. Lei si tiene la faccia come se avesse mal di denti. E urla: "Allora?? Venite o no. C'è qui un ragazzo che ha tentato di picchiarmi". Urla così forte che mi preoccupo. Mi fermo a guardarli. Si allontanano insieme dal numero civico detto ai Carabinieri. Attraversano proprio la strada. Lei gli strilla qualcosa, ma camminano vicini. Lui la segue, camminandole di fianco. Si allontanano così tanto che i Carabinieri al loro arrivo non li troveranno più. Il bisogno di attenzioni. L'inconsistenza della vita. Il nonsense cittadino.

8 commenti:

Unknown ha detto...

e mi sembra pure di conoscerli...

noemi ha detto...

@Stima: argh, davvero? mi hanno colpita. a quell'età si rischia di dare il peggio di sé...

Anonimo ha detto...

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noemi ha detto...

thanks.

Le FUNKFUNK16 ha detto...

Che strana scena, non so se sia il caso di farsi delle domande sull'età che porta ad azioni simili o sull'uomo in generale. Forse oggi tutti, indipendentemente dall'età, hanno bisogno di un palcoscenico. Tu cosa ne pensi? Un caro abbraccio, Lola

noemi ha detto...

ciao Lola!! In effetti è l'uomo in generale a ricercare tutta la vita quelle attenzioni sincere che magari, in alcuni casi, sono mancate per mille ragioni nell'infanzia... l'età mi ha fatto pensare (oltre a imbarazzanti ricordi autobiografici ;) anche alla quantità di energie che a vent'anni forse portano a strillare un po' più forte che a trenta o a quaranta; ma il concetto, è vero, sicuramente non cambia fino a che non ci si occupa delle proprie vere difficoltà.

Sara Giorgia ha detto...

in questi casi mi viene in mente l'espressione "lu maluchiffari", che ti spiegherò di presenza. penso che certi atteggiamenti non c'entrino con l'età, piuttosto con la complessità e l'enigmaticità di ognuno di noi, dietro cui ci sono storie e motivazioni che neanche immaginiamo. tipo un gigantesco punto interrogativo stampato sulle nostre fronti. by the way, sempre la mia tazzina preferita.

noemi ha detto...

Sarina: quell'espressione lì che non comprendo mi attrae come non so che cosa, non vedo l'ora di sapere che vuol dire. Ma sì, infatti, l'età non conta se la storia personale è costellata di difficoltà prima o poi si arriva a un punto di rottura: l'importante è prenderne atto e occuparsene. E quelle motivazioni chiarirsele e superarle, ma capisco che non è per niente facile. Forse a 20 non ci si pensa ancora, si vede il mondo come una cosa enorme da cui difendersi, ma poi in realtà siamo tutti singoli e soggetti alle nostre vicende personali, concordo in pieno. E poi ma grazie grazie, by the way :D