giovedì 13 settembre 2012

Prossima fermata Trambusto alla Libreria Coop di Torino!





Avevo già conosciuto l'autore di questo romanzo - Prossima fermata Trambusto, Luca Gallo, Editore Intermezzi  - in questa occasione qui. Ed era stato un delirio di case editrici, scrittori, birrette, emozioni forti, una festa inebriante e c'era anche Mao!

Ma, ecco, se potessi trovarmi di fronte lo scrittore per una seconda volta, con calma e tranquillità, magari un sabato pomeriggio in libreria, in un'atmosfera più concentrata, vorrei poter parlare con lui di alcuni di questi punti:


  • Immenso. Questa parola è l'incipit del romanzo. Cominciamo da qui. Capirete bene che questo è un libro che si presenta ambizioso. Ed è giusto, perché credo anche io nella famosa affermazione di Calvino nelle Lezioni americane, che non mi stanco mai di rileggere: "L'eccessiva ambizione dei propositi può essere rimproverata in molti campi d'attività, non in letteratura. La letteratura vive solo se si pone degli obiettivi smisurati, anche al di là di ogni possibilità di realizzazione. Solo se poeti e scrittori si proporranno imprese che nessun altro osa immaginare la letteratura continuerà ad avere una sua funzione". Ok, caro Luca, è chiaro che "siamo in missione per conto di Dio", ed è vero: questo è un romanzo ricco, pieno di immagini, citazioni, metafore, ironia, svolte impreviste, amore, violenza, tenerezza, tristezza, domande e alcune risposte. Vediamo un po' dunque cos'è questo Trambusto.

  • Trambusto. Trambusto è "una città solidale, creata per una popolazione rinata dalle proprie ceneri, un'alternativa alla detenzione, un'alternativa alla comunità". Trambusto è un campo, all'aria aperta, mi ha ricordato un campeggio, dove le persone che si sono macchiate di un qualche reato, non così grave da finire in galera, non così insignificante da restare a piede liberò per la città si raccolgono, si ritrovano, ritornano, secondo il progetto, alla vita con nel bagaglio una seconda chance. Trambusto non esiste davvero, è l'idea che ogni romanziere però prima o poi vorrebbe avere. Assomiglia a un non-luogo, ma fortemente connotato. Un'utopia (o distopia) che nasce nella mente dell'Architetto-educatore Scarpitta (in buona fede), che prende vita nel romanzo, ma che poi prende anche una sua strada. Trambusto è il regno del possibile. Ed è anche esteticamente suggestivo. La sua particolarità è quella di essere costituito da diversi tram in disuso, riadattati ad abitazioni, ridipinti, resi vivibili e dignitosi, quasi belli da vedere. E lì può succedere qualsiasi cosa. Dovrebbe essere il terreno ideale per la riabilitazione, ma ne scopriamo le criticità nel corso della lettura. I suoi lati luminosi come quelli oscuri. Un'aura di perfezione lo circonda, come anche un alone di negatività.

  • Lama, Chioma e Tarek, Cortés, Torino. Questi sono i cinque personaggi principali della narrazione. Oltre all'Architetto-sognatore (e al suo micidiale suocero potente). Tra loro ci sono anche un cane e una città. La città in questione è Torino. Una Torino altra rispetto, credo, all'immaginario collettivo. Una Torino radiografata ovunque, ambiziosamente inclusa tutta, proprio tutta, quasi come uno stradario, come un elenco telefonico, pare ci sia cascata dentro la totalità dei suoi abitanti. E non sempre lo sguardo è clemente, spesso è impietoso, spietato, reale. Molto, troppo sincero. Viene da chiedersi: ma come siamo combinati? bè, è anche questo il compito di uno scrittore: restituire una visione almeno onesta delle cose. Qui, sappiatelo, c'è molta crudele onestà. A questo proposito, chiederei a Luca: com'è la vita a Torino per uno scrittore di romanzi nel 2012? che aria tira da queste parti? cosa ami, cosa salveresti di lei, cosa invece ti amareggia, vorresti cambiare? ma soprattutto, qual è secondo te la miglior pizzeria di Borgo San Paolo? (questa la capite se avete letto il libro).
  • L'inferno. Per arrivare a Trambusto bisogna essere passati da una qualche sorta di inferno. Ed è un inferno che assomiglia tanto a quello di Bosch, o che affonda le radici nell'infanzia, e che è un'immagine-chiave della storia. Questo mi è parso uno dei concetti più chiari dell'intera vicenda. Un inferno di cui è difficile liberarsi. Un inferno che riguarda la storia personale di ciascun personaggio, la sua identità incerta, per le più diverse, ma poi simili ragioni. Alla fine (non proprio la fine-fine, che non svelo, naturalmente, e che fa un po' brillare gli occhi) pare che tutti i fili di questo intricato gomitolo si incanalino nella loro "giusta" direzione, quasi fossero predestinati. E allora gli chiederei: in Trambusto mi pare che poi tutto sommato ci sia una visione deterministica della realtà, ma è davvero così? "Nonostante l'impegno, se porti con te il segno della sventura, non ne puoi uscire". La tua esperienza di scrittore e uomo porta a questa conclusione? 
  • La politica. Questo è un tema così triste, nella vita vera, che forse solo un romanzo ci salverà. Vediamo qui scorrere alcuni personaggi tremendi, da film dell'orrore (ma assolutamente plausibili), intenti nelle loro peggiori porcherie. Chiederei a Luca se questo è anche un libro politico, se secondo lui un romanzo può oggi prendere una posizione (se queste esistono ancora e davvero), svelare una realtà distorta e malata e proporre qualcosa di nuovo. Trambusto è un sogno, ma che ha molto a che fare con il mondo del possibile.
  • Piante e animali. "La sconfitta del Male grazie all'unione dell'uomo e dell'albero, considerò Lama". C'è un pensiero ecologista, di tanto in tanto, che prende forma nei corsi di giardinaggio, nei discorsi di alcuni personaggi. E c'è un rispetto e un affetto per gli animali molto forte. La stigmatizzazione dei combattimenti tra cani a scopo di lucro è evidente. Vorrei allora chiedere a Luca se lui pensa che questo tipo di attenzione all'ambiente circostante possa saltare fuori dai libri, fuori dal mondo delle idee, e accedere al mondo reale, se possa contribuire alla soluzione di problemi o non sia solo, in fin dei conti, un'utopia. Gli chiederei cosa ne pensa del vivere sostenibile, la decrescita e tutte quelle belle cose lì.
  • Andrea Pazienza. Le devastanti avventure cittadine di Lama ("dove non arriva la mano arriva la lama") mi hanno ricordato i fumetti di Andrea Pazienza, in particolare le storie di Zanardi! C'è un'ispirazione di questo tipo? chiederei al nostro autore.
  • Tarek. Mi ha ricordato invece un po' il Candide di Voltaire. "Gli italiani mi chiamano arabo con disprezzo, i tunisini mi chiamano italiano con disprezzo". Ma lui è al di sopra di qualsiasi definizione. Costituzionalmente incapace di odiare (e di dire le parolacce), di serbare rancore, di recriminare ma molto capace di prendersi cura del suo cane e dei suoi (pochi) cari. Mi pare la quintessenza della bontà, dell'ingenuità che però in rari casi è una forza. Vorrei chiedere a Luca se questo personaggio può rappresentare un suo desiderio di scardinare i biechi pregiudizi sugli extracomunitari, se ha voluto dipingere "lo straniero" così, come buono assoluto, per reazione ai troppi luoghi comuni che si ascoltano spesso. Se c'era un'intenzione, per lo meno.
  • Le donne.  Questo è un romanzo molto maschile. Ci sono maschi impegnati nelle più diverse occupazioni, imbevuti dei più diversi spiriti, attratti dalle più diverse passioni o depressioni e sofferenze. Le donne invece sono poche. Variegate, deludenti, ma anche portatrici di qualche speranza (penso al personaggio della Croce: i nomi comunque sono molto significativi nel libro). 
  • Ichnusa. Perché a pagina 210 un personaggio si beve un'Ichnusa
  • Progetti per il futuro? domande del pubblico?

 Eh insomma tutta questa premessa per dire che in realtà avrò proprio la fortuna di poter presentare Prossima fermata Trambusto e dialogare un po' con il suo autore sul serio alla Libreria Coop di Torino in Piazza Castello questo sabato (15 settembre) alle 18. Cercherò di introdurre questi e altri argomenti, curiosa delle sue risposte. 

L'appuntamento è segnalato qui, sulla pagina fb della libreria. Se passate da quelle parti, ci trovate lì. Se avete qualche domanda da fare a Luca anche voi, è l'occasione giusta!

Spero di vedervi sabato!

c\_/ 

8 commenti:

amisaba ha detto...

Hai scritto proprio un bel post, Noemi! mi è piaciuto molto il finale :-)Avrò occasione di leggere questo libro prossimamente grazie al Salotto letterario di Tempoxme.

noemi ha detto...

@amisaba: grazie davvero :)

luca ha detto...

ti ringrazio, hai notato più cose di me.

noemi ha detto...

@Luca: grazie a te: è stata una gran bella lettura! a sabato.

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

Avevo letto ed apprezzato "Come l'insalata sotto la neve" (ne scrissi anche, se ti va di dare un'occhiata http://radiocole.blogspot.it/2011/12/un-post-sul-salone-internazionale-del.html).

Quasi quasi domani faccio un salto.

noemi ha detto...

@Jane: che bello, se sei da quelle parti ci salutiamo :)

Dede ha detto...

niente male come post!
spero di riuscire a passare domani.
l'ultima volta è stato alla presentazione al salone del libro.
è stata una bella lettura.
:))

noemi ha detto...

@Dede: grazie :)