martedì 22 settembre 2015

Laboratorio Formentini per l'editoria, in silenzio si lavora bene.

Laboratorio Formentini per l'editoria
In un angolo discreto di Milano, in una bella giornata di sole, la prima di questo autunno, nasce un nuovo spazio dedicato tutto all'editoria.

Ho sempre pensato che negli angoli si nascondano le cose più belle e i punti di vista più inediti, ma a chi importano queste mie elucubrazioni sulla geometria? Passiamo a qualcosa di interessante per davvero: il Laboratorio Formentini per l'editoria. 

Un tempo appartenenti alla canonica di una chiesa sconsacrata, i locali, dall'aspetto che qualcuno alla conferenza stampa ha definito "borgesiano" (è vero...) e labirintico di via Formentini 10 a Milano, da oggi ospitano un nuovo polo di valorizzazione del lavoro editoriale in tutte le sue forme e per tutti i suoi soggetti. Dalle case editrici, agli autori, ai traduttori, alle scuole. 



 Luisa Finocchi ha moderato la conferenza stampa dalla quale è emerso che la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori gestirà gli spazi messi a disposizione dal Comune di Milano, con il sostegno economico della Fondazione Cariplo. L'intervento di Giuseppe Guzzetti, il presidente della Fondazione Cariplo, mi ha colpita tra gli altri per la sua disarmante incisività: ha paragonato la cultura al nutrimento, in un parallelismo immediato con il cibo, ha ricordato infine che nel mondo un milione e ottocentomila bambini continuano a morire di fame. Alla base del suo discorso c'è un obiettivo, spero perseguibile, ovvero che la cultura possa generare sviluppo economico e personale. 

Un pensiero a latere: trovo utile per le persone giovani mettersi ogni tanto in ascolto delle persone di esperienza. Abbiamo bisogno di consigli e di prese di posizione ferme e stabili. A me pare che il Laboratorio Formentini voglia essere proprio questo: uno stabile punto fermo dove rifugiarsi, crescere, trovare valore.
 

Questo video ha introdotto i lavori della mattinata, descrivendo per immagini le fasi di lavorazione che hanno reso il Laboratorio lo spazio nuovo e agibile che è diventato. Il merito va ad Alterstudio Partners. 
 


 Una delle parti più interessanti a mio avviso è stata questa piccola mostra di scritti - biglietti, lettere, auguri - inviati a Roberto Cerati, strorico presidente dell'Einaudi, mancato da qualche anno, che sosteneva che leggere sia un'attività solitaria ma che il libro mobiliti energie, stimoli curiosità e crei relazioni. Questi biglietti ne sono la prova.

Tra gli altri, i biglietti di Giulio Einaudi.

Bruno Munari.

Italo Calvino.


Anche la mostra per pannelli Milan, a place to red, che accompagna i visitatori del Laboratorio Formentini sui tre piani, sorprende per la sua immersione in un mondo culturale che vede in Milano il fulcro tra passato, presente e futuro. Un futuro che secondo me è sobrio e silenzioso. E internazionale. Si pensi solo che questa mostra ha già circuitato in parecchi Paesi del mondo, dalla Cina alla Francia, dal Cine alla Polonia.



Sono una torinese anomala, di quelle che amano Milano. Era mèta delle mie gite fin da ragazzina, e ho pensato spesso di trasferirmici a vivere. Poi non l'ho fatto perché ho trovato un "angolino" (vero e proprio, una piccola mansarda) nella mia città, e qui sono rimasta. Però a Milano ci vado spesso, e sempre per ragioni legate ai libri, per far fronte alla mia sete di sapere e di buone sensazioni. A Milano ci sono circa 600 - s e i c e n t o - marchi editoriali: la speranza viva e fortissima è che questo porti sempre più lavoro serio e retribuito perché come diceva una scrittrice che ne sapeva parecchio di tante cose (Virginia Woolf): Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si ha, mangiato bene. Restando quindi nella metafora del nutrimento, avere un posto dove trovare cibo è un toccasana, e lo sarà per le generazioni future. Il Laboratorio Formentini lavorerà infatti molto con le scuole e con gli attori dell'editoria talvolta più sacrificati, come i traduttori. 

Sono molti i progetti in programma, per consultari vi rimando al sito del Laboratorio, qui. Cito solo una delle realtà che più mi incuriosiscono, anche perché rientra nei programmi della Libera Università di Anghiari (da un'idea di Duccio Demetrio, che ho letto molti anni fa studiando il tema dll'autobiografia e che consiglio), ed è l'Accademia del Silenzio.

 In conclusione, in tempi di crisi, è bello trovare accoglienza silenziosa in nuovi spazi. 

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