mercoledì 30 marzo 2016

Taccuino di caffè!


Le settimane volano veloci e poche cose, come tenere un taccuino, te lo ricordano. La rapidità con cui cambia il mondo, con cui cambia il web e con cui cambiano le cose letterarie (per non cambiare mai, direbbe qualcuno?) farebbe impressione anche a Italo Calvino (che ne scrisse nelle sue Lezioni Americane). Todo cambia, è proprio vero. Cosa non cambiano sono le notizie: succede sempre qualcosa, si crea sempre qualcosa da qualche parte degno di essere segnalato ai temerari lettori di questo blog e bevitori di caffè. Ed ecco ciò che ho appuntato questa settimana:

1) Leggermente. Consiglio per giovani appassionati di lettura: potreste, se vi piace dare consigli letterari, partecipare a un curioso concorso nell'ambito della rassegna Leggermente, per  - appunto - consiglio letterario. Le biblioteche torinesi, insieme a Cascina Roccafranca, promuovono questo inusuale e divertente concorso torinese. Il miglior consiglio letterario vince un buono in libri alla Libreria Gulliver. Aspiranti consigliatori di libri torinesi: fatevi avanti e cercate tutte le informazioni qui!

2) Radio Banda Larga. Qui sono di parte, perché ci collaboro da ormai tre anni: dovete però assolutamente saperne di più, se già non ne siete a conoscenza, dei progetti che coinvolgono una delle più solide e note web radio torinesi. La "nostra" non è solo una radio, è molto di più. L'associazione che ne è all'origine si occupa di parecchi progetti di diffusione culturale e di sostegno sociale per la città "invisibile", quella che non ha voce e alla quale la radio vuole dare un microfono per comunicare o semplicemente provare l'emozione indescrivibile di essere ascoltati, e magari essere anche presi sul serio. Qui, tutte le informazioni sui laboratori in collaborazione con ospedali, comunità, carceri, dormitori etc. Read more...

3) 100 anni di Dahl. Tra pochi giorni, il 4 aprile, comincia la fiera internazionale dedicata alla letteratura per bambini e ragazzi a Bologna. La Bologna Children's Book Fair. Quest'anno si celebrano i cento anni di Roald Dahl e saranno tante le occasioni per ricordarlo, in particolare una interessante tavola rotonda che si terrà martedì prossimo. Per saperne di più, qui. Per un caso, poi, proprio oggi ho scoperto un libro di Dahl che non conoscevo, si chiama The Twits, e sembra molto divertente. Read more...


La canzone che ho scelto per questo taccuino è un saluto a Gianmaria Testa, scomparso oggi: La traiettoria delle mongolfiere.

martedì 29 marzo 2016

My cup of caffè.

laLettura di domenica 20 marzo 2016 - Racconto di Jonathan Franzen tradotto da Maria Sepa  



ARGUMENTUM ORNITHOLOGICUM

Chiudo gli occhi e vedo uno stormo di uccelli. La visione dura un secondo o forse meno; non so quanti uccelli ho visti. Era definito o indefinito il loro numero? Il problema implica quello dell'esistenza di Dio. Se Dio esiste, il numero è definito, perché Dio sa quanti furono gli uccelli. Se Dio non esiste, il numero è indefinito perché nessuno potè contarli. In tal caso, ho visto meno di dieci uccelli (per esempio) e più di uno, ma non ne ho visti né otto né sette né sei né cinque, eccetera. Codesto numero intero è inconcepibile; ergo, Dio esiste. 

(Jorge Luis Borges, L'artefice)


In attesa di leggere Purity di Jonathan Franzen, per questa rubrica dedicata alle mie letture anglofone ho fatto un po' di riscaldamento la settimana scorsa con un bellissimo racconto - dello stesso Franzen - pubblicato sull'inserto culturale del Corriere della Sera. Chi di voi conosce e apprezza Franzen sa della sua intensa attività di birdwatcher. Se non lo avete ancora letto, ad esempio, potete provare con Libertà, dove questo (che è molto più di un) hobby si compenetra bene con la sua narrativa. 
Ho sempre intuito che questa cosa del contemplare gli uccelli avesse a che fare con una forma di spiritualità, e in effetti lo scritto di Borges che vi ho copiato sopra può confermarlo. 

Il racconto è curioso. Rende conto di una gita nel Parco nazionale del Serengeti e nell'Area di conservazione di Ngorongoro che l'autore intraprende con il fratello e alcuni amici. Dopo alcune riflessioni sull'autenticità dell'esperienza del safari come "rappresentazione della realtà" (lo dice Franzen citando Baudrillard), arriva all'osservazione degli animali. Prima i mammiferi:

Ho cominciato a vedere veramente: la curiosa larghezza della testa delle zebre, la robustezza dei loro fianchi mentre si arrampicavano sui pendii. 

[...]

Chi può resistere alla vista di cuccioli di ghepardo preoccupati?

(Hei anche Franzen, notoriamente avverso alla rete, cede qui al fascino dei gattini! Ma solo per poco).
Io no, per almeno cinque minuti. Ma poi, mentre lo spettacolo del ghepardo continuava, e la madre recuperava i cuccioli e li conduceva verso l'erba alta, ho cominciato a scrutare gli alberi in cerca di uccelli.

Poi finalmente da qui in avanti, nel racconto, arriva la parte più significativa, il punctum, si direbbe in fotografia. Franzen diventa come diventano tutte le persone quando parlano di ciò che più amano:  convincente, commosso. 
Spiega la sua fascinazione per gli uccelli: sono "altri" rispetto a noi. A differenza degli umani, gli uccelli non discendono da mammiferi ma dai dinosauri, sono portatori di una diversa forma di percepire la vita, di stare al mondo e sopra di esso. Infine, restringe l'obiettivo del suo sguardo allenato a questo tipo di osservazione, e trova la cosa più preziosa: una coppia di cisticole, "la cosa più bella e commovente che ho visto nel mio safari". Come sia riuscito a concentrarsi - e a portare noi lettori - così vicino al piccolo amore canterino di queste due creature, è un miracolo. Il miracolo della scrittura. 
 
Spero che riuscirete a recuperare questo racconto e a leggervelo. Io l'ho fatto con una tazzina particolare: arriva anche lei dall'Africa! 

Mi piace ultimamente la scrittura sugli animali, e mi cimento tutte le settimane su questo blog. Se volete, passatemi a trovare anche lì. Buona lettura!


sabato 26 marzo 2016

Un libro per la Pasqua.

Erri De Luca, La faccia delle nuvole, Feltrinelli



Questo è il libro di Pasqua che vorrei consigliarvi, è uno degli ultimi libri che ho letto e ascoltato leggere ad alta voce. Questo libro infatti racconta un incessante dialogo tra Miriàm e Josèf a partire dalla nascita fino alla morte e risurrezione del loro figlio Ièshu.

Immagino tutti avrete riconosciuto questa storia d'amore. 

Miriàm: Non sia mai! Che dici Iosèf? Satàn l'accusatore, lui non somiglia a nessuno e si trasforma in chiunque per portare scompiglio.

Iosèf: Dicevo per dire, mi spiace Miriàm, non voglio più sentire che somiglia a qualcuno. Basta con questa favola, nostro figlio non ha la faccia delle nuvole che cambiano forma e profilo secondo il vento.

Tutto il libro si compone di questi dialoghi, alcuni più serrati, altri più pragmatici, altri ancora intrisi di profondo e delicato amore tra due ragazzi giovani cui accade qualcosa di straordinario, essere genitori di Gesù. E si compone con la voce del poeta che le riscrive.

De Luca con La faccia delle nuvole* ha compiuto qui un lavoro di concentrazione: è andato fino alle radici e al territorio reale dal quale sono nate le fondamenta del cristianesimo. Lo fa con una ispirazione letteraria e un'abilità narrativa raffinata e generosa. Segue il percorso di queste tre vite tormentate e insieme toccate dalla divinità e le accompagna fino alla fine.

I viandanti ascoltano l'uomo che si è aggiunto a loro e che non riconoscono. Cosa glielo impedisce? Il diverso aspetto. Quando a qualcuno viene il pensiero randagio di una propria resurrezione, immagina di ritornare identico a riabbracciare i rimasti in vita. Si figura di rientrare nel mondo tale e quale a prima, reintegrato in se stesso. Gesù riappare in altro corpo e in altra voce da non poterlo riconoscere, abbracciare al volo. I due in Emmaus si accorgeranno di lui solo nel dettaglio di un gesto, l'atto di spezzare il pane e farne parti. Doveva essere speciale quel suo modo di trattare il cibo. Del resto fu il solo a dire che quel pane era carne sua, da dare in pasto ai suoi. Ma fino a quel punto di rivelazione Gesù resta sconosciuto ai due viandanti. Eppure ha fatto con loro la cosa consueta e preferita: andare a piedi e spiegare la scrittura sacra.

Questo piccolo libro fa bene all'anima: a me ha riconnessa con una storia sentita raccontare milioni di volte ma che non perde la sua forza. 

Siete sul mio blog, vi tocca sentire le mie vicende: ho studiato in una scuola religiosa (gesuiti) e ho una formazione che ai tempi era molto robusta. Ho perso un po' l'attitudine a questi studi all'Università (ho dato un esame di Storia dell'ebraismo, bellissimo, al quale sono arrivata con i capelli bagnati perché si era rotto il phon, ed era pieno inverno, insomma un'avventura che ricordo ancora, ma andò bene). Ho letto ultimamente alcuni Scrittori di scrittura, pubblicati dalla casa editrice Effatà. 

Vivere in Italia significa per molti essere immersi nelle storie dei Vangeli, molte sono illuminanti e mi piace leggerle sia mediate dagli scrittori di oggi, sia dalle fonti originali. Al di là della fede di ciascuno, è un'esperienza che consiglio di fare. 
Il mio augurio in concomitanza della Pasqua è di assaporare la bellezza del risorgere, una cosa che in un certo qual modo possiamo fare tutti quanti. 

Auguri!

*Ringrazio l'editore per l'invio in lettura.






venerdì 25 marzo 2016

Blog tour con Garzanti Libri: Pedro Chagas Freitas.


Per la seconda volta, torno a partecipare a un blog tour con la casa editrice Garzanti Libri, che ringrazio, e ancora una volta per proporvi un estratto del nuovo romanzo di Pedro Chagas Freitas. 

A settembre di quest'anno, ho partecipato anche alla presentazione di Prometto di sbagliare: qualche ricordo, qui. Il nuovo romanzo si intitola Prometto di sposarti ogni giorno: pare evidente che a questo autore piacciano le promesse. 

In effetti, Pedro Chagas Freitas è lui stesso una promessa mantenuta per il mondo editoriale internazionale: è un autore portoghese che ha all'attivo una ventina di romanzi, insegna scrittura creativa e i suoi ultimi libri sono assoluti best seller nel mondo. Quello che mi ha colpita leggendo Prometto di sbagliare e ascoltando l'autore dal vivo è la sua capacità di restare "pop", di parlare d'amore, in generale e per sua moglie, pur toccando al contempo temi molto profondi e autentici e pur adoperandosi in tecniche narrative raffinate. 

Lo considero, come lettrice, un ottimo risultato. Sono contenta di partecipare a questa iniziativa perché l'editore mi ha regalato un estratto dal romanzo - che uscirà in libreria il 31 di marzo - da condividere in anteprima con voi. Il che vuol dire che, se volete, potete farvi un'idea in anticipo del libro leggendone alcune parti qui. Mi piace poter fare questi piccoli regali ogni tanto e spero piaccia anche a chi passa da queste parti. 

Il blog tour prevede alcune tappe: è cominciato su Crazy for romance e prosegue qui il 29 marzo, per concludersi qui il 31. 

Il mio estratto si intitola Seconda volta, lo potere leggere qui sotto. L'importanza delle seconde volte, nella vita, è da tenere presente. Scoprirete come l'autore sia capace di dipingere con tratti decisi, senza paura, l'amore, facendolo emergere dal terreno neutro e confuso della vita quotidiana, un po' come fanno gli scultori dal materiale grezzo fino alla statua ricca di espressività.

Buona lettura e che ci siano anche terze, quarte, quinte volte per tutto e per tutti. 


mercoledì 23 marzo 2016

Taccuino di caffè!

Mi sento un po' come Cyrano de Bergerac che ogni sabato andava a trovare la sua amata Rossana in convento (se non l'avete ancora letto, vi consiglio di correre ai ripari!) e le raccontava i fatti della settimana. 

Ho navigato poco in rete in questi ultimi giorni, ma quel poco mi è bastato per appuntarmi sul mio taccuino virtuale tre cose che spero saranno interessanti anche per chi legge:

1) Corso Regina 68  Al di là del fatto che, personalmente, sono affezionata a questo corso torinese, ho recentemente scoperto che Corso Regina 68 è anche il titolo di un romanzo, o addirittura qualcosa di più: un vero esperimento letterario. Ho conosciuto l'autrice, Camilla Bonetti, durante un corso di scrittura tenuto da Marco Magnone durante il quale sono stata chiamata a raccontare la mia esperienza. Ho bellissimi ricordi di quell'incontro, e mi fa piacere scoprire che dal corso sono nati autori interessanti. Il romanzo ha una peculiarità: è nato grazie a un percorso di crowdfundig sulla piattaforma Bookabook. Read more... 

2) I libri meglio tradotti Tradurre è senza dubbio uno dei mestieri (editoriali) più difficili. Vi dico di me (essendo sul mio blog): ho tradotto dall'inglese alcuni articoli e un romanzo, nella mia vita. Quando mi sono accorta che potevo e dovevo migliorare, allora ho partecipato qualche anno fa anche a un seminario di traduzione all'università di Urbino. Mi piacerebbe tornare a tradurre (dall'inglese) e faccio un appello agli eventuali editori all'ascolto :)! Detto ciò, i traduttori secondo me sono come le ballerine: categorie umane tra le più rigorose e precise che io abbia mai conosciuto. Non ho mai conosciuto chirurghi, ma immagino siano della stessa pasta. Naturalmente quelli bravi nel loro lavoro. Peccato che, almeno in Italia, c'è la polemica sul fatto che i traduttori sono trascurati e sotto pagati, non sono i soli ma tant'è, è proprio vero, e tradurre, come vivere, bene a pancia vuota è molto, molto difficile. Oggi però ho scoperto che esiste un premio proprio dedicato ai romanzi meglio tradotti. Molto interessante, dà fiducia, guardate qui (in inglese).
3) Poem of the week Sul Guardian, per restare in area anglofona, c'è una rubrica settimanale in cui appare una poesia. Siccome questa è la settimana della Giornata Mondiale della Poesia, nonché quella in cui inizia la primavera e che precede la Pasqua che quest'anno è molto presto (per questioni lunari), ecco che vi consiglio, sempre in inglese, di leggere questa poesia qui, che parla di resurrezione. 


Canzone del taccuino di oggi, visto che si parlava del "cadetto di Guascogna", che non si rassegna a essere cattivo!


venerdì 18 marzo 2016

Café au lait

Elena Ferrante, L'amica geniale, edizioni e/o

 
Café au lait: letture alternative, libri da paesi lontani, editoria indipendente, bibliodiversità, digitale e in generale tutto quello che ti fa dire olè!
 
Questa rubrica mi pareva necessaria e mi mette allegria, spero piacerà anche a chi legge :)
 
Per inaugurarla mi riferisco a un episodio accaduto un annetto fa. Ho ricevuto un invito dal Circolo dei Lettori di Torino a partecipare a una serata intitolata #lamiaFerrante.
 
In questi giorni mi torna in mente perché della Ferrante, eterno argomento editoriale, si è parlato più del solito in rete in riferimento a un articolo uscito su La lettura del Corriere della Sera nel quale Marco Santagata suppone di aver scoperto forse la vera identità della misteriosa scrittrice, che corrisponderebbe al nome della professoressa Marcella Marmo, la quale però ha subito smentito. Alla rivendicazione di identità seguita su Facebook da parte, sembrerebbe, della figlia della professoressa naturalmente nessuno ha creduto.
 
Personalmente, faccio un'ammissione: se non avessi ricevuto quell'invito, forse non avrei nemmeno letto la Ferrante. Ero rimasta traumatizzata dal film basato su I giorni dell'abbandono, girato a Torino. Lo avevo trovato angosciante, oggi si definirebbe un film #maiunagioia.
 
Invece per curiosità ho cominciato a leggere la Ferrante.
 
Le modalità della lettura de L'amica geniale sono state per me molto piacevoli, in un'atmosfera casalinga che ha senz'altro influito positivamente.
 
In effetti, si può ben capire perché la quadrilogia abbia coinvolto così tanti lettori: il romanzo acchiappa, come un feuilleton d'altri tempi. La storia delle due amiche Lila ed Elena tocca corde profondissime, viscerali e al contempo lo scavo psicologico è raffinato. C'è violenza però a ogni pagina, violenza morale e fisica. Violenza senza appello, dove il candore e l'innocenza delle due ragazze già subito sembra corrompersi, eppure colpisce al cuore come ci provino disperatamente, a restare umane.
 
Scatta un'identificazione inevitabile nella voglia di riscatto, nella voglia di far trionfare i valori, il sapere, la bellezza sulla miseria, sull'aggressività del rione napoletano in cui è ambientato il primo capitolo della quadrilogia stessa, che è l'unico che ho letto per il momento.
 
Ho deciso di inaugurare questa rubrica con questo romanzo per chiudere un cerchio che mi ha coinvolta da vicino, a partire da quella sera di un anno fa in cui ho letto e ascoltato leggere i brani di un'autrice dalla scrittura cristallina e perfetta nel dolore come nel fulgore.
 
"Separai senza sforzo le mie parole da me" dice a un certo punto la voce narrante, che è la protagonista Elena Greco, forse alter ego della Ferrante che a sua volta è alter ego di non si sa chi, e chissà se mai si saprà.
 
Beh a me sembra il fulcro di tutta la faccenda. Una sorta di eterna separazione da sé, che la trama - tramite l'ago affilato del linguaggio - ricuce pagina dopo pagina con la pazienza e la lentezza che solo l'amore (in questo caso per la narrazione) sa donare agli esseri umani.
 
 
Questa sono io alla serata #lamiaFerrante

mercoledì 16 marzo 2016

Taccuino di Caffè!

Oggi è mercoledì e da tempi ancestrali, fatta l'eccezione di pur lunghi periodi, torna il mio taccuino. Che oggi è un po' speciale, perché i taccuini sono ben due!
 
Eccovi dunque le mie tre notiziole dal web ma non solo, non necessariamente in questo ordine. E speriamo che le cose ci vadano bene. Così, come buon auspicio.
 
1) Milanesi imprenditori di qualità! Due benemerite ragazze milanesi hanno recentemente dato vita a quello che si avvicina al sogno della mia vita, oltre che della loro, immagino. Ovvero una biblioteca-caffetteria. Si chiama Carta da Zucchero, che è anche un colore bellissimo. Il locale sorge in una zona di periferia, e si propone di essere un punto di aggregazione per il quartiere. Le giovani imprenditrici sono riuscite a costruire questo progetto grazie a un bando del Comune. In bocca al lupo! Read more...
 
2) Stile Libero. La collana "giovane" di Einaudi compie vent'anni. Quella con la costa gialla e le prime copertine di Tullio Pericoli. Personalmente, avevo sedici anni e mi ricordo molto bene, con grande emozione, di quel momento. Le promesse di vita e speranza e cultura che portava con sé la collana sono tra i primi ricordi letterari adulti di cui ho memoria. Lunga vita! Read more...
 
3) Laboratorio Zanzara. Ed ecco il secondo taccuino di cui parlavo all'inizio. Da tempo mi riprometto di passare a visitare il Laboratorio Zanzara qui a Torino, soprattutto da quando ne è nato anche un libro con un testo di Fabio Geda per add editore. Invece, è successo che è stato il Laboratorio a visitare me! E per un caso fortunato proprio al tavolino di un caffè... una storia di piccole-grandi coincidenze mi ha portata infatti a incontrare una delle ragazze che fanno parte della cooperativa che nasce da una volontà di integrazione delle persone con disagio mentale. Le realizzazioni di cartoleria e non solo di questo Laboratorio torinese sono meravigliose, ormai veri e propri oggetti di culto. Quanto a me, ho comprato una spilla, un taccuino e due matite con le frasi di Antonino. #PiùDiCosìNonCiSono  Read more...
 
Di solito associo una musica a questa rubrica, ed ecco, data la neve che avvolge la mia città, quella di oggi.
 
Taccuino a base di latte del Laboratorio Zanzara.

martedì 15 marzo 2016

Il libro di marzo - Non ho ancora finito di guardare il mondo di David Thomas.

David Thomas, Non ho ancora finito di guardare il mondo, marcos y marcos
Spero che vi stia piacendo il "nuovo" blog: in passato non riuscivo a tenere un ritmo costante perché scrivevo "al momento": era belllo perché quello era lo spirito del mio inizio rispetto alla rete. Ma, come ho raccontato spesso, la cosa mi ha travolta e non riuscivo a stare dietro a tutto, specialmente alle richieste e agli impegni offline. 

Adesso mi piace di più organizzare, seppure in maniera non-rigida, un piano di scadenze in cui posso fornire il maggior numero di consigli letterari etc. mantenendo fede a un calendario, flessibile ma pur sempre strutturato, così potete sapere all'incirca cosa aspettarvi e bere un caffè con me e i miei libri più spesso e più serenamente. A metà mese ad esempio mi piacerebbe farvi sapere qual è la lettura del periodo, quella per me più significativa rispetto alle nuove uscite, ai libri che ricevo ma non solo. 

Questo allora è il libro di marzo!

Tre anni fa vi raccontavo di quanta pazienza ci voglia certe volte, e di come fanno i bufali, in questo post qui. 

La pazienza dei bufali sotto la pioggia mi aveva colpita per la leggerezza e insieme l'acume dei suoi frammenti di storie, e mi ero accorta di come quel libro si potesse leggere a pezzetti, nel tempo di un caffè, come i post di un blog nella loro accezione migliore, e soprattutto prima di andare a dormire.

Ci sono libri che è bello portarsi con sé nel luogo più misterioso della vita, ovvero la notte e il sonno. Ho imparato che, come con le persone, non con tutti i libri è possibile condividere i propri sogni. Ma quando si incontrano le persone e i libri con cui poter dormire sonni tranquilli, se non addirittura belli, costruttivi anche quando sono più difficili da capire, divertenti e profondi allora la vita merita di essere vissuta e i libri essere letti. Qualche volta non si tratta proprio di meriti o demeriti, qualche libro "funziona" per noi più che altri, è un mistero e l'unica cosa da fare è gustarselo.

A distanza di tre anni, riecco un piccolo ma potente libro che riprende la struttura dei bufali. E va avanti di un po', con quel tandem che si vede in copertina.

L'autore, caso editoriale in Francia, classe 1966, ritorna con un libro che assomiglia in effetti a un viaggio in tandem, dove il lettore può avere una visione d'insieme di tutti quanti.

Passa davanti agli occhi una fantasmagoria di storie umane, tutte in forma di brevi monologhi e sembra di realizzare quel vecchio sogno di poter leggere nella mente delle persone. Come osservare le più diverse realtà della vita e mettersi in ascolto di ciò che hanno da dire. 

Che bello poter stare lì ad ascoltare cosa dicono gli altri, cosa succede e come si intrecciano e incastrano le loro vite. Peccato che ahimé nella vita non sempre è possibile, e tocca spezzare l'incantesimo mettendosi a parlare anche di sè, a me ad esempio capita spesso di avere l'ansia di dover per forza raccontare i fatti miei! Il privilegio di leggere invece è proprio quello di poter sentire e assorbire le storie, e solo dopo, magari anche dopo anni, formarsi un'opinione al riguardo e volendo tenersela per sé, perché no?

Le storie che si susseguono in questo "sillabario" contemporaneo possono essere più lunghe o più brevi, ma tutte lasciano un sapore interessante: 

Se per dirlo

SE PER DIRLO BASTANO tre righe, bisogna limitarsi a quelle tre righe. Se per dirlo bastano tre parole, bisogna limitarsi a quelle tre parole. Se per dirlo basta una strizzata d'occhio, bisogna limitarsi a quella strizzata d'occhio. Se per dirlo basta una ruga, bisogna limitarsi a quella ruga. Se per dirlo basta il silenzio, bisogna limitarsi a quel silenzio.
Non aggiungere. Togli. 
Taci.

Ora non mi resta che tacere! 
Vi dico solo più che questo libro esce dopodomani in libreria e ringrazio l'editore per il dono in anteprima. Buona lettura!

lunedì 14 marzo 2016

Tazzina di Sakè


Amy Tan, La figlia dell'aggiustaossa, Feltrinelli


Questa è la seconda "puntata" della rubrica dedicata alla letteratura orientale: #TazzinaDiSakè. Sono molto contenta di poter parlare sia di un libro (che ho acquistato qualche mese fa perché mi sto interessando alla cultura cinese) e di un film che ho visto due sere fa, affittando il DVD in biblioteca.

Mi fa piacere che tra questo week end e il prossimo a Torino sia in corso anche un bel Festival proprio dedicato all'Oriente, lo segnalo per chi potesse passare, l'anno scorso sono andata e mi è piaciuto, seppure l'atmosfera sia molto caotica e dopo un po', per chi non ama la folla, può risultare pesante: va affrontato con calma zen, per l'appunto. Comunque ecco qui tutte le informazioni! 

Il film si intitola Poetry. 

Il regista è Lee Chang-dong e nel 2010 ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura a Cannes. 
Con il romanzo La figlia dell'aggiustaossa di Amy Tan, questo film ha alcune cose in comune. Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 2001 e racconta la storia di Ruth, una donna cinese solo di nascita ma americana di adozione, che vive a San Francisco con il compagno Art e le due figlie adolescenti di lui. 

Ruth di lavoro fa la "librologa" ovvero la collaboratrice editoriale e la ghost writer: è una donna pragmatica e organizzata, seppure soggetta a bizzarre patologie, come un mutismo improvviso che la coglie tutti i 12 di agosto di ogni anno. Da sempre si guadagna da vivere senza troppo lamentarsi e si occupa del conflittuale rapporto con la madre - che invece è rimasta molto ancorata alla tradizione cinese - LuLing Young. Tutto procede tra le noie e le stravaganze di una normale vita occidentale dei giorni nostri, tra corsi di yoga intensivi e saggi sull'influenza dell'Internet sulle nostre esistenze, autori troppo eccentrici cui fare da balia e i molteplici impegni della quotidianità, quando LuLing, da sempre in ostilità con la figlia, comincia a dare i primi segni di Alzheimer. 

In questo c'è una forte analogia con il film, la cui protagonista invece è Mija, una signora coreana di sessantasei anni che si occupa del nipote adolescente, dipendente dalla televisione, trascurato e chiuso in se stesso, perché la figlia, assente sia fisicamente che psicologicamente, non riesce a farsene carico da sola. 

Amy Tan, l'autrice della Figlia dell'aggiustaossa, a questo punto del romanzo affonda le mani nella tradizione della sua stessa terra natale e fa sì che Ruth, alle prese con le proprie ansie e conflittualità emotive, riscopra un libro scritto dalla madre dove trova narrato un mondo completamente diverso dal suo, ricco di nomi evocativi e un lingua di caratteri - Preziosa Zietta, Bocca della Montagna, Cuore Immortale - e soprattutto un personaggio misterioso: l'aggiustaossa. Scoprirà del magico inchiostro che produceva la sua famiglia e del significato delle ossa oracolari. E l'avventurarsi in questo mondo antico fatto di Madri e Padri e rituali dimenticati rimette a posto le prospettive del suo nevrotico presente.

Anche Mija nel film a un certo punto compie una scoperta. In questo caso, il disvelamento è tragico, un crimine di cui si macchia l'inconsistente e viziato nipote. Parallelamente al dramma, però, Mija, che vive di un piccolo sussidio, proprio come la mamma di Ruth del romanzo, e di un lavoro faticoso come badante, si iscrive a un corso di poesia nel centro culturale della cittadina in cui abita con il ragazzino. Le indagini e i traffici poco chiari relativi alle colpe del ragazzo - che ha a che fare con il suicidio di una bambina della sua stessa scuola - procedono di pari passo con le lezioni di poesia. 

Fino a che Mija scopre fino in fondo il significato di un gesto creativo che è molto più di un semplice diletto: scopre che la poesia è qualcosa di assoluto e profondo e finalmente riescerne a scriverne una, forse l'unica della sua vita, realizzando il desiderio di sempre: essere una poetessa. 

Lo sguardo che gli artisti orientali sanno dare alle storie e alla vita in queste due opere arriva a un compimento importante. 

Consiglio questi due lavori a chi sa bene quali e quante sono le difficoltà della vita.

Consiglio però questi due capolavori anche a tutti quelli che sanno quanto l'arte, la letteratura e la poesia siano tesori cui attingere proprio in quei momenti. Nei libri, nei film, nelle poesie - e nelle altre arti - spesso sono nascosti i segreti su come fare ad affrontare tutto quel che c'è da affrontare.

sabato 12 marzo 2016

MLOL Plus: la mia esperienza.


Conoscete  MLOL - MediaLibraryOnline?

Si tratta della prima rete italiana di biblioteche pubbliche per il prestito digitale. 

Della piattaforma MLOL fanno ormai parte 4.500 biblioteche che mettono a disposizone del prestito 860.000 ebook di più di 400 editori italiani, 700.000 ebook in altre lingue e moltissimi altri materiali tra cui musica, film, quotidiani e banche dati.

Ogni utente può abbonarsi e prendere in prestito questi materiali con facilità.

In questi giorni ho avuto la possibilità, grazie a MLOL, di usufruire di un abbonamento speciale a MLOL Plus: un servizio della rete MLOL che consente di abbonarsi e prendere in prestito ebook e gli altri materiali anche a chi vive troppo distante dalle biblioteche che aderiscono al progetto (o dalle librerie Giunti al Punto che sono partner di MLOL) e per chi ha necessità di un numero maggiore di prestiti. 

Mentre MLOL è un servizio gratuito, MLOL Plus prevede una piccola spesa che però serve a finanziare le biblioteche per sostenere il digitale e il servizio gratuito stesso di MLOL

In Italia abbiamo un grave buco nei prestiti bibliotecari, ed è un'emergenza culturale, specialmente nelle fasce d'età più giovani. In sostanza, i ragazzi, in generale, non leggono i libri, che è una cosa davvero triste. Privandosi della lettura, rischiano di non provare in modo pieno l'esperienza della crescita intellettuale, non conoscono il piacere e la fatica dell'avventura più bella e formativa che esista, ovvero quella di attraversare le storie degli altri, dei personaggi dei libri, acquisendo così gli attrezzi del mestiere per diventare adulti e costruirsi la propria, di storia. Lo spettro delle emozioni e delle consocenze ricavate dai libri, a quanto pare, si sta smorzando e spegnendo, o almeno così sembrerebbe dalle statistiche e dagli studi dul tema. Voglio credere che ci sia una soluzione!

Quanto a me, ho fatto tesoro, per il momento, del mio abbonamento prendendo in prestito tre libri (considerate che potete anche regalare questo tipo di CARD ad amici e parenti, è un dono gradito ed è facilissimo da utilizzare seguendo brevi istruzioni sul sito):

 -  La stranezza che ho nella testa, di  Orhan Pamuk, Einaudi.
 -  Riparare i viventi, di Maylis de Kerangal, Feltrinelli
 -  Imparare il francese - Proverbi & Modi di dire di Eveline Turelli, SBF Narcissus

(ehm, sì, sto provando a imparare questa meravigliosa lingua, ma non è semplice come sembra! Aide-toi, le ciel t'aidera!)

In un momento di pesanti tagli alla cultura, e di sotto-finanziamenti alle biblioteche, che si devono arrangiare come possono, MLOL Plus in definitiva vuole essere un modo per tenere vivo il mondo stesso delle biblioteche, che è prezioso e più importante di quel che si possa pensare; e aprirlo sempre di più al prestito digitale. Trovo che sia un valore inestimabile e che sia molto utile per l'apprendimento dei ragazzi e non solo: imparare a prendere in prestito un ebook, un audiolibro, un film o un giornale può rappresentare un rafforzamento notevole nell'autostima e nel senso stesso dell'esistenza per molti tipi di persone. 

Fortunatamente, so e immagino che ci siano molti gli studenti che hanno voglia di mettersi lì e capire come funzionano queste cose e diventare lettori più forti e più evoluti. Non è facile per nessuno, questo è sicuro! Il nostro Paese, che su questo ambito delle biblioteche e non solo, risente di un'arretratezza pericolosa e sostanziale rispetto ad altri europei ha sfornato nei secoli però le migliori intelligenze della storia della cultura. Spero che a crescere, oltre alla crisi, o almeno in contemporanea sia anche la voglia di migliorare, di farcela.

Concludo dicendovi che, una volta presa la mano sul sito di MLOL e MLOL Plus si scoprono diverse e interessanti opzioni, come ad esempio le liste che per i lettori sono oggetti sempre molto avvincenti, e la possibilità di scoprire nuove uscite e pubblicazioni suddivise in diverse categorie facili da consultare.

Mi sto accorgendo che diventare un po' "smart" è possibile per quasi tutti e dà una soddisfazione grande. Soddisfazione consistente, che si può estendere anche ad altri ambiti della vita.

Per una più dettagliata spiegazione di ogni particolare, rimando a questo articolo di Giulio Blasi.




mercoledì 9 marzo 2016

Taccuino di Caffè!


Quando ci si prendono degli impegni, il tempo vola! Questo taccuino me lo dimostra da anni. Penso che sia una bella responsabilità. E questa parola - responsabilità - ha a che fare con almeno una delle tre notizie di oggi che voglio condividere in questo piccolo spazio di info prese dal web e non solo:

#Paroleindialogo Da domani comincia un ciclo di conferenze nelle scuole di Torino dal titolo proprio #Paroleindialogo. Alcuni studiosi ed esperti (filosofi, economisti, psicologi) si susseguiranno fino a maggio in una piccola maratona di lezioni-incontro con i ragazzi delle superiori. Domani la parola è responsabilità e a raccontarla sarà una filosofa, Elena Pulcini. Il progetto è a cura della fondazione Unipolis. Ah, al liceo Cattaneo, sui banchi di scuola ad ascoltare, ci sarò anche io. Potete seguire il mio livetweet su @tazzinadi

Purity In settimana, martedì, è uscito l'ultimo attesissimo romanzo di Jonathan Franzen! Beh per chi ne è lettore, come il mio caso, è una bella notizia. E a quanto pare si annuncia un gran romanzo. Non resta che leggerlo.
 
Equazioni letterarie Ieri ho raccontato dell'equazione di un amore, oggi scopro questo: A Midsummer's Equation. Il romanzo dell'autore giapponese Higashino Keigo. Dalla recensione (in inglese ma abbastanza facile) ho capito che questo autore pare essere molto famoso in Giappone, non lo conoscevo ma magari vale la pena approfondire. Titolo giapponese: 真夏の方程式 
 
 
Come canzone vi lascio questa, Storytelling, sulla responsabilità dello scrittore nello scrivere storie.  

martedì 8 marzo 2016

Un libro e un caffè per la festa della donna!

Simona Sparaco, Equazione di un amore, Giunti
Oggi è la festa della donna e io non so che pensare: è giusto festeggiare? Giusta la mimosa? Bisogna festeggiare tutto l'anno? Siamo indietro, al Medioevo? Siamo avanti e fortunate? Non lo so, non lo so.

Però so che ci sono in giro molte scrittrici e sono brave e sono diverse dagli scrittori contemporanei uomini - direi né meglio né peggio - e quando leggo i libri di alcune romanziere, mi riconosco. Mi scatta una scintilla, provo gratitudine, ammirazione e diverse emozioni.

Oggi allora voglio omaggiare tutte le scrittrici non andando a recuperare le maestre ed eroine del passato - come sarebbe forse più facile - ma raccontando di un'autrice contemporanea non ancora quarantenne e di un suo romanzo appena uscito in libreria. 

Equazione di un amore è un romanzo appunto contemporaneo, sembra proprio la quintessenza del presente. Ne ho percepito proprio tutte le caratteristiche di oggi. Ad esempio, a differenza del passato, le paure, le aspettative, gli spostamenti, le prospettive espresse sono esattamente collocate negli elementi dell'attualità, vi trovano posto in maniera letterale: gli aerei, la tecnologia avanzata, l'Oriente e la sua cultura rielaborata e compresa e avvicinata come mai prima di ora, le conoscenze e competenze psicologiche che permettono, a mio modesto parere, di strutturare romanzi migliori. Più complessi e consapevoli.

Avevo già letto un altro romanzo di Simona Sparaco, Nessuno sa di noi, qualche anno fa, e già apprezzato infatti la sua capacità di cortruire trame e personaggi in modo, passatemi il termine, organico. O, per meglio dire, più che realista. Prende la vita, nei suoi aspetti più profondi e con un impegno non indifferente la narra e fa uno sforzo in più, prova a capirla. Compiendo semplicemente un ottimo lavoro. 

Equazione di un amore è prima di tutto una "semplice" storia d'amore. Di quelle universali. Mi smentisco subito, perché in realtà le storie sono due. C'è il classico triangolo, l'intramontabile lei, lui e l'altro, ma qui se ne esplorano le caratteristiche in maniera disincantata. Lea, la protagonista, incontra Giacomo sui banchi di scuola e lui la aiuta a colmare le sue lacune in matematica. Giacomo, un torinese trasferito a Roma, è un ragazzo algido ma al contempo pieno di emozioni confuse e nascoste a lui per primo. Inevitabilmente, sembrerebbe, un tipo "affascinante", per lo meno agli occhi ingenui di Lea. L'autrice in questa prima storia mette in campo infatti il cliché dell'amore adolescenziale tormentato: c'è uno schema ben definito, in cui lui è il "maestro" superiore ma segretamente bisognoso, lei l'allieva ingenua ma alla fine con le spalle più larghe (o almeno all'apparenza). E in ultimo c'è Vittorio. Un uomo veramente solido, forse fin troppo sicuro di come dovrebbero andare le cose, ma tutto sommato, per me, il personaggio più interessante della storia. C'è una vita che scorre, le aspirazioni da scrittrice di Lea, un trasferimento a Singapore, molti pensieri non detti, la ricerca di un figlio che non arriva. E un epilogo imprevisto cui segue un finale delicato e che, per me, è la parte più bella del romanzo. Con il delizioso personaggio della signora Lin Yu, una vera sorpresa all'interno di una vicenda che poteva fermarsi prima e invece culmina in qualcosa di più.

Un romanzo che in alcuni punti si fa quasi corale, data la presenza di alcuni personaggi minori ma  cruciali per la comprensione dei comportamenti dei protagonisti. In sostanza, questa scrittrice ha costruito quello che fa la vera letteratura: un mondo dove immergersi, nuotare e afferrare tesori. 

Per tornare alla festa della donna, l'effetto che a me ha fatto questo romanzo è quello che si prova uscendo a prendere il caffè con un'amica storica e vera: ci si mette lì e si prende del tempo per parlare e dirsi, riraccontarsi per l'ennesima volta, provare a interpretare eventualmente come funziona l'amore, come funziona la vita. Nessuno sa se tra funzioni ed equazioni, tra fisica quantistica (tema-cardine del romanzo e sottotesto) e teorie scientifiche, i conti poi tornino. Qui mi fermo perché nel romanzo alla fine accade qualcosa che fa insieme tornare tutto e sparigliarlo al tempo stesso. 

Un'ultima cosa: ad arricchire la narrazione c'è un vero protagonista, di cui non ho svelato nulla. Ma dico solo che si tratta di un cuore, proprio nel senso del muscolo. Che parla e che sa. In fondo è con il cuore, e con il corpo, che si risolvono i problemi di matematica. 

Tra l'altro, si noti l'umiltà del titolo: non l'equazione dell'amore in generale, ma di un amore, uno solo.

A me il corpo dice sempre qualcosa sui libri che sto leggendo. Sento sempre, a un certo punto, un click di benessere, se il libro mi piace, molto riconoscibile, che mi fa pensare che nonostante tutto i romanzi dettino il senso e il ritmo alla mia vita. Tanto mi basta! E spero proviate qualcosa di simile anche voi. Buona lettura e festa della donna, qualsiasi significato abbia per voi!

Ringrazio Giunti per il dono.

lunedì 7 marzo 2016

Chicchi di caffè - i percorsi tematici di Tazzina!

James Salter, Una perfetta felicità, Guanda - Richard Yates, Revolutionary Road, minimum fax

Eccoci qua. Detto fatto, comincia una nuova settimana e arriva un rubrica che mi piace tanto.

I percorsi tematici! Apprezzo la comparazione in letteratura, trovo che ne costituisca il senso ultimo, ritengo interessanti le analogie e mi incuriosisce trovare un filo rosso che attraversa le letture. Di fatto esso c'è sempre, qualche volta è più complesso vederlo, altre volte salta all'occhio. 

Sono arrivata a una conclusione lapalissiana: che tutto sommato sia proprio questo il gusto del lavoro culturale, ovvero vedere una strada, una cartina geografica di strade, correnti, catene e laghi. Quale sia la destinazione, ancora non lo so. Lo scopriremo solo leggendo.

Qui le analogie sono facili. Due autori nord americani, nati a un anno di differenza sul finire degli anni Venti. 

Sulla copertina dell'edizione Guanda di Una perfetta felicità è riportato un commento di Richard Ford: "Un grande libro, uno dei quattro o cinque migliori romanzi contemporanei che ho letto". Ebbene, si direbbe che tra gli altri tre o quattro che gli son tanto piaciuti ci sia proprio Revolutionary Road perché in questa edizione che ho di minimum fax l'introduzione è proprio a cura di Ford (bellissima tra l'altro, ricordo che quando la lessi per la prima volta mi colpì molto soprattutto per le prime parole in cui Ford esprime la sua sana invidia per chi ancora non avesse letto il romanzo). 

Orbene. Le affinità non sono terminate. Perché è la tematica dei due romanzi a essere praticamente la stessa (dopo dico in cosa differiscono!).

Il tema è un grande classico in letteratura: l'ipocrisia e la falsità che si cela dietro l'apparente perfezione del modello famigliare borghese. Nella fattispecie, della fine degli anni Cinquanta. All'incirca, con le dovute sfumature succede questo. Le due famigliole protagoniste dei due romanzi appaiono perfette. Benestanti, benedette dalla nascita di due splendidi bambini, piene di rituali e di relazioni sociali, benedette dal lavoro che abbonda e dal tempo libero. Eppure. Eppure succede che in entrambi i casi dietro tutto questo ci siano profondi dolori e ferite, tradimenti e insoddisfazioni radicate e devastanti fino alle più estreme conseguenze.

Ora: a me colpisce non tanto il tema della famiglia borghese (pur importante), perché sospendo il giudizio, e perché mi sono fatta l'idea che non sia il modello in sé a non funzionare ma i problemi dei singoli, sia nei romanzi sia nella vita; a me interessa in questo caso specifico il tema della "apparente perfezione" in qualsiasi ambito dell'umano. Mi interessa perché mi pare imperante, slatentizzato e potenziato dai social network: basta aprire Facebook e gli altri social per incappare in vite perfette. E mi accorgo che le nuove generazioni ne sono vittima ancor più di noi adulti, in molti casi, non tutti per fortuna. Vite perfette anche nelle loro imperfezioni. Insomma un labirinto dal quale solo un moderno Dedalo con le ali della leggerezza e del buon senso ben saldate sulla schiena forse oggi potrebbe salvarsi.

Scorci di case troppo magnifiche, fortune su fortune. E a me vengono in mente due cose: una è che non sempre è vero quel che appare, o per lo meno non tutto, come dimostrano i romanzi in questione, due è anche normale che le persone vogliano dare un'immagine di sé il più possibile positiva. Ed è giusto nella misura in cui però anche gli aspetti negativi della vita sian contemplati. Alla domanda di senso sulla discrepanza tra ciò che sembra e ciò che realmente è, io ovviamente non ho una risposta: mi limito a portare alla luce la questione grazie alla lettura di questi due romanzi!

In cosa invece differiscono? Nello stile di scrittura. Yates è un cecchino del linguaggio, realista e aderente alle descrizioni, un genio del dialogo, lento e misurato, si considera tra i padri di Carver e dello stesso Ford. Salter invece utilizza una lingua più enfatica, poetica e molto più emotiva, ricca di immagini meravigliose, non so perché a me ha ricordato i film di Sorrentino, gli ultimi. E a proposito di cinema, aggiungo che nel 2008 da Revolutionary Road è stato tratto anche un film con il buon Di Caprio e Kate Winslet! 

In definitiva questi due romanzi sono, come si suol dire, un pugno allo stomaco di realismo e insieme grande bellezza. Non so come li avrebbero scritti oggi, ovvero se i due autori fossero nati dopo la guerra. Questa è una curiosità un po' inutile, mi rendo conto, ed è forse meglio gustarseli a ben vedere così per quello che sono, senza troppe indagini sociologiche. Sono opere d'arte prima di tutto. Al di là dei temi trattati, è bellissimo entrarvi come in un mondo di costruzioni di parole notevoli, di trame impeccabili.

Buona lettura! 


Ringrazio Guanda per il dono. Revolutionary Road invece è un mio acquisto di qualche anno fa.

domenica 6 marzo 2016

Letture domenicali con tazzina di caffè. E #illustriillustratori!

Zerocalcare, Ogni maledetto lunedì ... su due, Bao


Questo week end per me è particolare. Arriva dopo due settimane più o meno intensive di influenza. Strana, a dire il vero, come pare stia girando in questi giorni. Prima mi è andata via la voce (per una che si diletta in radio non è il bene) e poi, quando sembrava finita, è arrivato un bel carico di sintomi influenzali bizzarrissimi, come non avevo dall'infanzia.

Gli affezionati di questo blog, che sanno dei miei annosi precedenti con l'ipocondria, a questo punto di solito esclamano: #echissenefrega? #diccidellibroellevati! O peggio. E avete tutte le ragioni.

Ho scelto questo libro comunque per il mio week end anche per questo, per riposare e stare bene circa un po'. Mi sto dedicando a tante piccole/grandi vicende relative alla mia vita quotidiana, alcune delle quali spero daranno buoni frutti e altre per me molto importanti, tra cui pure un'impresa eroica (che riguarda un'automobile e una nevicata di marzo, ma questa è un'altra storia). Insomma, tra ieri sera e oggi volevo riposare qualche ora e ho scelto questo libro.

Ho preso Ogni maledetto lunedì in biblioteca qualche giorno fa.

Premessa: non prendevo libri in biblioteca dal 2008, guarda caso da quando ho aperto questo blog. Shame on me.

Ma adesso in tal senso sto vivendo novità, anche per rimediare a questa pecca. State collegati perché vi racconterò, ad esempio, di una recente e prossima esperienza molto bella (e spero utile anche per voi!) con MLOL.

Insomma ho preso questo (e altri) libri in biblioteca. Questo mi ha chiamata dal bancone principale di questa biblioteca qui. Piccola, misconosciuta dai sabaudi, bella. In un quartiere che mi piace tanto, scoperta grazie alla mia amica Veronica!

Beh, Zerocalcare non ha bisogno di presentazioni. Ma posso dirvi che io l'ho scoperto, come moltissimi lettori, in rete, sul suo blog, di cui questo libro è una raccolta di post. Oggi è uno dei più famosi e amati fumettisi italiani. I suoi lavori sono ironici, autentici, dissacranti e qualche volta molto commoventi. Strappano risate e considerazioni serie e profonde. 

Di questi post a me ha colpito una cosa specifica. Spessono partono da una "critica". Ovvero Calcare prende un problema (qualche volta minimo, possono essere le pile del telecomando, qualche volta molto più grosso, i giovani, l'amore, la guerra) lo elabora, lo smonta criticandolo ma alla fine lo ricolloca su un piano di realtà in cui anche lui, l'autore, viene messo sempre in discussione. Si sente una voce lucida e modesta, nel senso migliore del termine. Spesso il compito di ridimensionare il protagonista spetta all'amico armadillo, che vive con lui, ma non sempre. Le molteplici personalità, incarnate da personaggi di film e fumetti di culto, hanno diversi compiti nelle storie: intonano voci discordanti oppure di buon senso. Personalmente, mi ci ritrovo in pieno anche per un fatto generazionale, dal momento che i riferimenti, sovente all'infanzia, sono gli stessi che ho io. 

Per questo inauguro una nuova rubrica di questo blog, che alla fine c'è sempre stata ma avrà un nome, ovvero #illustriillustratori. Lo so, Zerocalcare è un fumettista, ma illustra le storie con i disegni! 
Che, per questa settimana, arriva nel week end. 

C'è un piano editoriale da quest'anno qui su "Tazzina", ve ne accorgerete man mano. Non è rigidissimo, per carità, perché vi ricordo che questo per me non è un lavoro e mi tocca provvedere in varie ed eventuali forme al mio sostentamento, che è una priorità! Però farò del mio meglio, se è il caso di più, per rispettare una certa regolarità. Lo faccio per me, ma anche per le persone che mi hanno manifestato interesse e affetto in tutti questi anni. Insomma: I care!

 Infine: questo libro ritempra. Perfetto alleato contro i virus della tristezza. Con l'ironia e l'impegno che ci mette Calcare nelle sue storie, ho provato come la sensazione di mangiare dei wafer al cioccolato dopo un digiuno. Le cose tornano a essere più distinte, si ha voglia di fare, di riderci su.

mercoledì 2 marzo 2016

Taccuino di caffè!



Questa settimana è stata un fulmine e voler ripristinare la periodicità del mio taccuino di caffè è un'utopia, ma tocca essere un po' sognatori, ed eccomi qua.
 
Cose che mi hanno colpita del web e oltre a proposito di libri ma anche altro:
 
1) I gruppi di lettura. L'articolo che mi ha fatto riflettere è apparso su IlLIbraio.it. C'è un riassunto sui vantaggi e le cose belle del partecipare a un gruppo di lettura. In varie forme e per diversi motivi, mi è capitato di prendere parte a qualche gruppo di lettura e devo dire che sono esperienze molto importanti, fanno scorrere la vita meglio, scoprendo i mondi interiori degli altri. Provare per credere.
 
2) Fallire! Questo tema è molto trattato anche in Italia da qualche anno a questa parte. Eccolo qui, sul Chicago Tribune. A me piace questa tematica, mi appassiona. Perché "fallire" ci rende umani, a più dimensioni e per molti di noi è inevitabile, tanto vale prenderla bene e riderci un po' su.
 
3) Windham Campbell Prizes. Ho scoperto questo premio letterario in area anglofona che non conoscevo, mi ha colpita e sono andata a leggermi la storia e la "mission" del premio. Molto interessante e utile a scoprire nuovi autori.
 

Buone letture!