giovedì 22 luglio 2010

Alba.

Amici di Tazzina (mah, sembra un po' "Bella di Padella", comunque accontentiamoci :), questa è l'alba dal mio balcone. Questa è l'alba torinese, di un pezzo di Torino, quel piccolo pezzo che si vede da casa mia. Sarà che manca pochissimo ai miei trent'anni. Sarà l'estate. Sarà il frinire (con la "r") di qualcosa dentro di me. Ma ultimamente dormo poco. I vent'anni erano rotondi, pieni, umidi, promiscui e fallibili. Questi trenta si presagiscono invece molto asciutti, netti, decisi, filiformi, spietati, rocciosi, perfetti e completamente privi di sonno. Mi sento così, come quella centrale illuminata nel buio. Come quelle piccole luci sulla collina nera. Come quelle linee rosa sopra gli alberi assopiti. E poi qualcosa mi dice di stare sveglia. Di aprire gli occhi, come si sta aprendo il cielo in questo momento. Di aprirli perché chiaramente ho molte cose da fare, da pensare, da capire. Perché la mia strada per qualche ragione è ancora frastagliata e sento il bisogno di spianarla e di accelerare i lavori in corso. E infatti sono qua. Ogni centimetro di me è pronto a coglierne i segnali, pronto a non cedere mai alla tentazione di rinunciare, di sconsolarmi. Una sana tazzina di caffè mi tiene compagnia in questi impegnativi propositi, come anche la luce che adesso si sta diffondendo bianca su tutta la città.

8 commenti:

  1. Ehi "Bella di padella"!
    Anche tu in crisi per i 30 in arrivo???
    Come ti capisco...mi sembra di non aver concluso niente in questi primi 30 anni...
    Baci Baci

    RispondiElimina
  2. Sì, abbastanza :( non me l'aspettavo proprio questa cosa dei trent'anni... ARGHHHH

    RispondiElimina
  3. Bellissimo... mi hai commosso, un pò per l'alba su Torino, un pò per il tuo passaggio ai 30. Io che ormai sono a metà dei 30 non so bene cosa pensare. Quello che credevo si sarebbe definito è rimasto nebuloso e quello che speravo di comprendere meglio si è solo rivelato un prisma di dolorose verità concentrate come un raggio dentro di me. La stabilità che cercavo diventa una enorme spaventosa palla rotolante da cui scappare. Quando dovresti correre più veloce, incominci a non farcela più e ti devi fermare spesso e èer quanto la tua corazza sia sempre più robusta, dentro sei un essere fragile sospeso nella vita con fili di seta.
    Scusa lo sfogo. Bellissimo il tuo post.
    matteo

    RispondiElimina
  4. Ciao Matteo :) grazie davvero! Poco dopo aver scritto mi sono chiesta in effetti: e adesso, come sarà? Che succederà? E' stato inebriante, ma mi sono anche parecchio spaventata. Quindi ho smesso he he. Penso comunque quello che scrivi anche tu: il "3" non è affatto garanzia di stabilità o sicurezza. Mi immaginavo in tutt'altro modo una volta superato questo scoglio, di sicuro meno vulnerabile. Ma il fatto di correre sempre è tuttavia segno di movimento, di vita. Proprio ieri ero a correre letteralmente in un parco. E correvo, correvo. Ho preso velocità, come mai prima nella mia vita, e per un attimo a un certo punto ho pensato: adesso però non mi ferma davvero più nessuno!!!

    RispondiElimina
  5. ciao, io sono la più vecchia di tutte alla soglia degli anta??? Su , su, coraggio, non è poi tanto male.
    bella l'alba che godi da casa tua.

    RispondiElimina
  6. he he ma alla fine siamo ancora tutti giovani, sia dentro che fuori :)
    Sì, è un'alba urbana ma suggestiva.

    RispondiElimina