"Sia dunque chiaro che scartando ogni discussione io accetto il buon principio antico che la balena è un pesce, e a mio sostegno invoco il santo Giona. Fissato questo punto fondamentale, il secondo è vedere per quali motivi la balena differisce dagli altri pesci. Sopra, Linneo vi ha dato quei suoi dati. Si tratta insomma di questo: polmoni e sangue caldo, mentre tutti gli altri pesci polmoni non ne hanno, e il sangue ce l'hanno freddo". (Herman Melville, Moby Dick, Garzanti)
Questa frase del mio romanzo preferito è la più importante, perché insegna a guardare le cose per quelle che sono. Spostate il focus su di voi, le vostre cose: cosa siete, cosa non siete.
"All'inizio Melville lasciò perdere le questioni metafisiche. Il libro doveva essere un'impresa commerciale, né più né meno come le spedizioni baleniere che salpavano da New Bedford, con l'unica differenza che al posto degli armatori c'erano gli editori. 'Il grasso è grasso' disse a un amico, equiparando di fatto il libro che aveva in cantiere a un nuovo Redburn, a suo tempo da lui stesso bollato come 'robaccia che ho scritto solo per comprarmi un po' di tabacco'. Ma tutto ciò sarebbe presto cambiato. Nell'eclettico archivio della sua immaginazione, terrori noti e angosce senza nome acquisirono forza e potenza, come la Balena Bianca avvistata sotto la superficie dell'acqua, 'che veniva su con rapidità prodigiosa e ingrandiva salendo (...) il corpo enorme, in ombra, ancor mezzo confuso nell'azzurro del mare'. Nel corso della stesura fu lo stesso romanzo Moby Dick a diventare leggenda; una storia scritta nel codice della propria tremenda bellezza, una storia che scrutando il passato apriva uno squarcio sul futuro". (Philip Hoare, Leviatano ovvero la balena, Einaudi)
Col rischio di apparire ripetitiva, il mio consiglio di lettura per il Natale 2015 dunque è pressoché identico (con una aggiunta) a quello dello scorso anno.
Perché?
Perché in questo anno ho imparato delle cose che voglio condividere con i fedeli lettori di questo blog. Beh partiamo dall'inizio. Il consiglio è duplice, anzi triplice.
1) Moby Dick. Ho letto questo romanzo nel 2004 quando avevo 24 anni. Un anno dopo essermi laureata in letteratura anglo americana (nonostante il miracolo della lode, i prof non sapevano che recassi l'onta di tale lacuna). Non usavo gran che l'Internet, alcune delle cose più brutte e più belle della mia vita dovevano ancora accadere e avevo in testa un unico desiderio: andare al cuore autentico delle cose. Moby Dick è stata la risposta divina a quel desiderio. Ma poi, come succede in certe fiabe maledette, mi sono scordata di tutto e sono risalita in superficie: dimenticando anche che sotto le tinte più azzurre dell'oceano c'era ad aspettarmi (me come tutti) la Balena Bianca.
2) Leviatano ovvero la balena. Questo è un saggio su quella che in termini fighetto-letterari-etc.etc. si potrebbe definire un'ossessione. Ma per restare con i piedi per terra ed essere onesta si tratta di una passione, un interesse, una curiosità dell'autore per le balene. L'ho letto l'anno scorso, una decina di anni esatta dopo Moby Dick e ora ne sto rivedendo dei passi. Ci sono storie autobiografiche e non relative a tutti i tipi di balene in tutti i contesti possibili e immaginabili - dall'osservazione delle balene stesse, all'olio di balena, ai narvali e ai beluga, all'archeologia - con foto e illustrazioni molto belle. Oltre che una delle copertine einaudiane che io preferisco in assoluto (nel risvolto di copertina leggo: "illustrazione Jupiterimages/LiquidLibrary/Getty Images").
3) Un film:
In the heart of the sea di Ron Howard. Premessa: due dei film più importanti della mia vita sono stati:
Pinocchio di Walt Disney, il primo che ho visto al cinema a due anni dove mi sono alzata e messa a correre verso lo schermo al grido di "Pioccio, pioccio" durante la scena della balena. E
Jona che visse nella balena, di Roberto Faenza, che è una delle cose che nella mia esistenza mi ha fatto piangere di più, fatta eccezione per i fatti personali. (Scusate il bisticcio di parole!). E insomma. Facendo i conti sono una trentina e fischia di anni che il tema della balena ritorna in maniera costante e ciclica nella mia mente, più ancora nel cuore: è tempo di capirci qualcosa. Il film a me è piaciuto tanto. Va a raccontare le origini della creazione del romanzo di Melville e riconduce lo spettatore agli enormi e faticosi spazi aperti degli oceani. Consente di fare i conti con lo spirito di sopravvivenza, la
pietas, la fratellanza, l'apprendimento e l'amore. Bon a me è bastato per uscire dalla sala felice. Per dire: mi sono comprata anche i pop corn, convinta che essi siano ciò che per i romanzi è il caffè.
Perché dunque questi consigli?
In questo anno che sta per finire ho notato alcune cose. E voglio aiutare chi si sente un pesce fuor d'acqua. Ecco il consiglio vero: immergetevi sempre nel vostro mare. Seguite sempre le vostre "ossessioni" (gli intellettuali si ostineranno a chiamarle così, portate pazienza) che siano letterarie o altro. Nel mare c'è posto anche per voi. Di fronte al terrore e alla bellezza della Balena Bianca, siamo tutti i benvenuti. Per contemplare i capolavori della vita e dell'arte c'è spazio anche per voi. E quando la nonna vi diceva (posto che abbiate avuto una nonna, bontà vostra, o chi per essa, ma voglio sognare un mondo di nonne sagge): "non ascoltare il giudizio degli altri", aveva ragione. C'è il rischio di impazzire completamente, ad ascoltare cosa dicono le persone. Mi contraddico, perché ho appena dato un consiglio, e inoltre riconosco che a me alcuni consigli sono stati più che utili.
Ma non è stato molto utile ascoltare i giudizi. Qualsiasi cosa intraprendiate, ecco una gragnuola di opinioni che giudicano, spesso male o irragionevolmente, l'operato. Ad ascoltarle, vi si insinueranno nella mente e nel cuore come tarli e resteranno simili a mine in un campo minato, togliendo energie vitali preziose. Immaginate di trovarvi anche voi nella ciurma di Ismaele. Sentite cosa dice Melville del mare in cui naviga il Pequod:
Nessuna misericordia, nessuna legge tranne la sua propria lo controllano. Ansando e sbuffando come un cavallo da guerra impazzito che ha perduto il suo cavaliere, l'oceano senza padrone straripa per il globo. Considerate l'astuzia del mare: come le sue creature più temute vanno scivolando sott'acqua, quasi del tutto invisibili, e nascoste perfidamente sotto le più amabili tinte d'azzurro. Considerate anche lo splendore e la bellezza diabolici di tante delle sue tribù più feroci, come le forme aggraziate ed eleganti di molte specie di squali. Considerate ancora il cannibalismo universale del mare, in cui tutte le creature si predano a vicenda conducendo un'eterna guerra fin dall'inizio del mondo. Considerate tutto questo, e poi volgetevi a questa terra verde, gentile, e tanto docile. Considerateli tutti e due, il mare e la terra, e non scoprite una strana analogia con qualche cosa in voi stessi? Perché come quest'oceano spaventoso circonda la terra verdeggiante, così nell'anima dell'uomo c'è un insulare Tahiti, piena di pace e di gioia, ma circondata da tutti gli orrori di questa semisconosciuta vita. Vi protegga Iddio! Non vi spingete al largo di quell'isola; potreste non tornare più.
Ecco.
Considerato tutto questo. Ecco cosa auguro a voi lettori (e a me stessa): siate:
1) Fedeli. La fedeltà non cieca e sorda, ma quella vera. Alla vostra Tahiti piena di pace e di gioia. Che siete voi, che sono le vostre "ossessioni" (e vabbhe), la vostra integrità. Se siete stra-fortunati, la cosa si può estendere anche ad amicizie, progetti, lavori, aziende, amori. Ma restiamo il più possibile coi piedi per terra. (Certo, dopo tutto questo parlare di mare...).
2) Costanti. La Balena Bianca non si fa vedere subito. E nemmeno il suo occhio pieno di messaggi. Né dopo dieci anni, né si sa quando succederà. Eppure siate costanti nel cercarla. Ovvero svegliatevi con la certezza che tutto questo ha un senso e valore. Che lo hanno le vostre battaglie, come le vostre rese. La vostra operosità, come il riposo.
3) Comodi. Siate a vostro agio. Il più possibile. Se volete essere pronti a commuovervi, a provare compassione e calma e dolcezza e se volete essere di un qualche aiuto, dovete mettervi comodi. Solo quando si è sufficientemente riposati, e comodi, ho notato, si ha la forza eventualmente di difendersi dalle peggio cose. Siate comodi.
No, non vuole essere un discorso alla Steve Jobs... Ahhh chi prendo in giro: certo che vuole esserelo! E spero anche che qualcuno lo ascolti. Volente o nolente sono diventata una persona adulta e i giovani vogliono imparare qualcosa da tutto e da tutti. Mi permetto inoltre questa spocchia solo perché sono cose che io non so ancora fare. Ma so che questo spazio è diventato proprio come un caffè dove ci sono pochi amici amorevoli pronti a leggere cosa ho da dire.
E infine: una realtà molto interessante che ho scoperto a Pavia la settimana scorsa quando ho partecipato a una maratona letteraria dandone ampia documentazione sui social network. Ho ricevuto in dono questa borsetta che c'è nella foto. Fa pi-cri è un progetto "volto a promuovere la conoscenza della fauna estinta e a rischio, con l'obiettivo di sensibilizzare alla tutela degli animali e dell'ambiente".
Ogni borsa è un pezzo unico realizzato con stoffe e bottoni di recupero e nel cartoncino c'è la descrizione di un animale. Quello sulla mia borsa è proprio un capodoglio.
"Le principali minacce per il capodoglio sono catture accidentali in reti da pesca, l'ingestione di plastica e le collisioni con le navi".
In conclusione, faccio gli auguri di cuore a tutti quelli che leggono questo blog, che mi hanno ascoltata e accompagnata in tutti questi anni e Natali di molte e molte e molte tazzine, tra alti e bassi, e mi vogliono bene, sappiate che è reciproco. Come ogni Natale, arriva presto anche il racconto, ma per il momento, buone feste!