martedì 30 luglio 2013

Cento Fiori e Buone Vacanze!



Finale Ligure. Di fianco a una gioielleria, c'è l'annuncio della presentazione che si sarebbe verificata quella sera, venerdì 26 luglio, de Il metodo della bomba atomica nel corso della rassegna Un libro per l'estate. In alto a destra ci sono io! Ed è proprio il caso di dirlo: è stata un'esperienza che vale più di tutto l'oro del mondo, come si suol dire!


 B&B Stella Marina. 


Ecco la libreria Cento Fiori. Non so come esprimere la mia gratitudine per la gentile accoglienza di Stefano e Lauro (che mi hanno regalato un lauro vero, nel senso della piantina, tra le altre cose!!). 


Tanti fiori.


Non vi dico quanti gelati ho mangiato in quella gelateria nella mia vita.


Durante questo caffè doppio ho imparato un sacco di cose.


Ah.


Qualcosa di incantato.


Finestra azzurrina di rose intrecciate.

Cento Fiori!

Stefano Sancio è stato uno dei lettori più attenti e seri del mio romanzo fino a ora, e ha condotto una delle presentazioni più approfondite. Mi ha chiesto molte cose sugli snodi della trama, sui temi del libro, sulla mia vita da blogger. Il paragone con alcuni passaggi di Sabato di McEwan mi ha proprio lusingata, le domande del pubblico anche. 

Tra cui una, quella della signora Andreana. Si ricordava di me da bambina, perché facevo le vacanze a Finale Ligure, dove in parte è ambientato il romanzo. E ricordava che parlavo pochissimo. Soprattutto con gli adulti. Si vede che avevo molto da ascoltare. Tra tutte le bellissime cose dette e fatte in questi giorni, questo pensiero sul silenzio mi ha colpita sopra ogni cosa. Sul mio personale silenzio. E, sono sicura, anche sul vostro.

Mi manca un po'. Tazzina di caffè, il blog, si prende allora qualche giorno di silenzio-vacanza. 

Ci risentiamo verso la metà di agosto. Con tantissime novità e spero parole nuove. 


A presto!

venerdì 26 luglio 2013

A Finale Ligure e tante belle cose.


Questa sera sarò qui!

Ringrazio tanto la libreria Cento Fiori di Finale Ligure e Stefano Sancio per questa opportunità di presentare Il metodo della bomba atomica durante questa bella rassegna: Un libro per l'estate. Prima di me, e credo anche dopo, sono passati da quelle parti autori importanti, è un grande onore. 

Le coincidenze poi non mancano mai, perché nel mio romanzo ci sono un sacco di fiori, forse non cento ma parecchi! 

Ho passato alcune estati a Finale Ligure da bambina, e una, memorabile, a Varigotti. C'è un posto, da quelle parti, che è proprio il mio rifugio mentale quando mi sento triste o agitata per qualcosa. 

Era bello stare lì. Per molti torinesi, quelle spiagge sono vere oasi di felicità durante i mesi caldi. Tanto che per anni ho coltivato un sogno ambiziosissimo: il Limonte.

Una regione unica e fantastica dove focaccia di Recco e bagna càuda convivono pacificamente e in totale, imperitura armonia. (Poi di recente ho scoperto che c'è tutto un movimento legato a questa cosa da restare stupefatti). 

Non è escluso che quando scenderò in politica non mi spenderò anima e corpo per tale ardito proposito. Scherzo eh.

la verità è che non so neanche descrivere l'emozione di tornare nei luoghi dove ho sognato così tanto di diventare una scrittrice (di saper scrivere un libro dall'inizio alla fine, con una trama etc.). Mi appollaiavo sugli scogli, solitaria come continuo a essere ancora adesso, e romanticamente mi immaginavo tutta presa a raccontare qualche storia sulla carta.

(Ah, ma ora però il libro si trova anche in ebook, scusate l'inciso promozionale, ma è meraviglioso, guardate qua! A quanto pare l'hanno messo tra i romanzi d'amore. Uau. Non mi dispiace affatto, anzi. Può capitare a tutti di scrivere un romanzo d'amore. Altre volte è stato definito "giallo" oppure "noir", è bellissima questa ricerca di trovargli un colore!).

Comunque. D'estate si sogna di più. Si sognano autunni di avventure, vestiti nuovi, nuovi amori. 

Ho sognato così tanto, così forte, che qualcosa in effetti si è avverato. Presentare il mio lavoro agli amici di Finale è davvero importante per me. Prima ancora di partire, ho già ricevuto un'ospitalità pazzesca.

Parte della storia è ambientata proprio lì. 

So già che qualcuno sarà presente ad aspettarmi. Spero che non ci colga la pioggia, ma non credo. Al Cortile della Farmacia, qualche giorno fa, si è verificato il Diluvio Universale, ma non temete, abbiamo già pronta una data nuova, al Circolo dei Lettori, in settembre, sempre con Luca Ragagnin,  e incredibili sorprese. 

Quindi allora questa sera sarà particolarmente interessante e divertentissimo capire se qualche lettore del posto si ritroverà nei suoi luoghi consueti, trasformati in narrativa. Che cosa curiosa, che magia. I libri sono proprio contenitori di occasioni insperate. Sarà bello.

Spero lo sarà anche per i partecipanti alla serata. Per chi può, ci vediamo quindi alle 21.15. 

Buon we. E GRAZIE.

Una vecchia foto.
Vi regalo una canzone dolce e marina. 

domenica 21 luglio 2013

Mamma voglio fare l'artista!


Francesco Bonami, Mamma voglio fare l'artista!, Electa. 

Questo piccolo libro mi ha accompagnata nei più recenti viaggi e viaggetti che ho compiuto.

Su tram, autobus, treni, aerei, sale d'attesa, stanze vuote, piazze affollate e panchine in riva al Po. 

Ne ho letta ogni singola pagina con particolare cura, perché la sua brevità si presta all'attenzione. Con gusto e dedizione, come capita con quei libri-guru da cui poi ti sembra di attingere grandi verità. E infatti è proprio così.

Non sono espertissima di arte contemporanea, ma mi appassiona. E ringrazio Electa, una delle mie case editrici preferite, perché così elegante e sobria, per avermi spedito in lettura una copia di Mamma voglio fare l'artista!

Un libro che dovremmo leggere tutti noi che ci dilettiamo con la parola arte, compresi quelli per cui questa è una professione, o vorrebbe esserlo o sta per diventarlo o semplicemente chi ama la vita e vuole saperne di più delle storie esemplari degli altri.

Il sottotitolo dice: Istruzioni per evitare delusioni.

Dico che è importante, evitare le delusioni! Aggiungerei: meglio fuggirle come la peste. Non perché non mi piaccia soffrire, ma perché si può anche ridurre all'osso il dolore, qualche volta, non è che siamo costretti a stare male per forza, no? C'è troppo poco tempo a disposizione per ficcarsi troppo nei guai, molto meglio imparare a cavarsela.  

E non solo nell'arte, ma anche nella vita. Istanze che, per un artista vero, spesso collimano. Nel senso che la sua vita ruota intorno alla sua arte (e ai pochi affetti).

Dunque dunque. Sentite questa:

"Nonostante molti lo pensino, non esistono logge massoniche dell'arte capaci di trasformare in un Francis Bacon chi non lo è".

Tanto per dirne una. Ecco, Francesco Bonami ci tiene a smontare le dietrologie legate agli "ambienti", dimostrando con prove specifiche che il talento vale sempre e prima e più di tutto, in tutte le cose. Nell'arte come nella vita etc. E un po' di caso, e di fortuna, certo (poi gli ambienti ci sono, perché fanno parte della natura umana, il che ha poco a che fare però con l'eccellenza vera).

Francesco Bonami è un critico e curatore di fama internazionale, come recita il risvolto di copertina di questo prezioso manuale di sopravvivenza, e infatti è di fama che io lo conoscevo. E non si risparmia mai. Qui infatti racconta la sua storia, il suo percorso di artista anche, che gli ha insegnato l'umiltà, e l'antipatia. La speranza, e la diffidenza. Il sogno e la realtà. Esaltazione e noia. Perseveranza e lucidità. Fiducia, ambizione.

"Se siete un artista e capite di essere bravi non fatevi smontare da disfattisti, galleristi, curatori, critici e colleghi artisti. Anzi, statene alla larga anche se questo vi causerà molti nemici. Oramai avete capito che essere un'artista è una professione e come in tutte le professioni si deve mirare ad avere successo, che può essere economico, di critica o entrambi. Se uno fa l'avvocato, vuole vincere le cause, non perderle. A meno che non gli basti incassare la parcella, ma allora è un cattivo avvocato. Il gallerista che smonta il successo del proprio artista è come un cliente che spera che il proprio avvocato perda la causa".

Sì, è un libricino spietato. Ma io adoro gli spietati. O meglio, i sinceri. Si imparano tante cose dalle persone - dalle pagine - che esprimono un qualche senso di verità. 

"Antipatici, cattivi e... noiosi. Mi spiace dirlo, ma se avrete la fortuna di essere grandi artisti è possibile che diventiate molto noiosi come persone. Questo non impedirà alla vostra arte di essere entusiasmante, a volte pure divertente. Ma voi come compagnia sarete probabilmente una grande pizza".

Una grande pizza. Che a volte vuol dire solo concentrazione, credere in sé e nei propri tempi, intuizioni, silenzi. E dignità. La sola cosa che in effetti conta davvero.

Buona domenica!!




martedì 16 luglio 2013

Al Circolo dei Lettori - #SummerSide!


Questa sera!

A questo appuntamento tengo molto! Questa sera, alle 18.30, al Cortile della Farmacia - Circolo dei Lettori #SummerSide dialogherò con Luca Ragagnin!

Questa è una cosa molto bella, perché Luca Ragagnin è un autore raffinatissimo e nel conversare con me si rivela anche molto generoso con gli esordienti il che gli fa davvero onore. 


Credo anche che mangeremo del buon pollo. 

Se volete scoprire il perché, vi consiglio (intrepidi sabaudi e non) di passare a trovarci. 


domenica 14 luglio 2013

IL METODO DELLA BOMBA ATOMICA.


Sono stata tre giorni in Puglia. A presentare il mio romanzo: 

Il metodo della bomba atomica. 

Prima alla libreria Ubik di Foggia. Qui c'è il blog della libreria, con un pezzetto di video! In cui racconto perché Celeste è una "flowerblogger"...

Una serata fantastica. C'era un pubblico attentissimo, commosso e prodigo di domande. Alcuni avevano già letto il romanzo, e quando ho firmato le copie e ho visto le orecchie, i post-it e le sottolineature ho provato una grande gratitudine, come se la fatica dello scrivere, del progettare storie avesse davvero un senso, anche nel piccolo di un esordio, come nel grande della letteratura mondiale. Inoltre: mi hanno aspettata tutti per più di un'ora. C'è stato un delizioso incidente sulla statale (guasto alla macchina che ci stava accompagnando). Dunque quella donna accanto al triangolo non è Anna Magnani (magari!) in una delle sue pose migliori ma sono io che cerco risposte ai misteri dell'Universo nel mio telefonino! Grazie Dio e San Nicola per aver supportato l'evento.


E venerdì ero al Festival del Libro Possibile a Polignano a Mare. Con le splendide Alessandra Minervini e Valentina Introna (che scrive sul blog letterario della Repubblica di Bari, qui). 

Donne. Giovani. Startup. Piccola imprenditoria. Coraggio. Sogni. Ricerca. Inventare soluzioni alla crisi. Creare lavoro al Sud Italia e non solo. Cultura. Letteratura. Web. Tecnologia.

Parole di cui sono pieni i giornali, i telegiornali, la rete, e le nostre bocche, che ci piace tanto riempire di bei concetti, durante i discorsi al bar. 

Parole vuote. 

Se poi non fa seguito qualcosa di concreto, qualcosa di reale. Parole che altrimenti lasciano lo spazio ai loro opposti, molto più praticati in quel territorio accidentato chiamato vita quotidiana. Ovvero.

Discriminazione e femminicidio. Precariato. Crisi economica. Mancanza di fondi. Paura. Incubi. Soccombere. Solitudine e disoccupazione. Limite della povertà. Ignoranza. Crisi dell'editoria. Crisi di valori. Crisi, crisi, crisi di tutto. Arretratezza. Ottusità e dolore. Sofferenza. 

Ma voglio darvi una notizia. Le prime, la prima tranche, sono tutte le parole che si possono racchiudere in una sola: LiberAria. 

Una piccola casa editrice di sole donne (non è vero, c'è anche un uomo, Mattia Garofalo, che vive a Torino e lavora anche alla Scuola Holden come Alessandra Minervini). 

Una casa editrice seria (per capirci: non a pagamento e che fa il contratto...). La casa editrice che ha deciso di scommettere su di me e di consentirmi di pubblicare il mio primo romanzo, Il metodo della bomba atomica

Non so se avete idea di cosa possa significare oggi una cosa del genere. 

Ovvero: nascere. 

Lo sapete: questo non è un paese per donne. Né tanto per trentenni. Né per romanzieri forse, o addirittura bookblogger. Oppure sì? Comunque: ci vuole coraggio. 

Dico, un bel coraggio per scommettere su di me, ad esempio. Ma anche per essere tutte quelle cose lì insieme. Per trasformare la retorica in fatti. In libri, in romanzi, in saggi, in speranze e in lavoro. Lavoro! E non solo. 

Siamo partiti insieme. Con tutte le montagne russe di emozioni che questo comporta. Con un solo valore come linea guida: l'importanza del libro e della letteratura per la vita delle persone. 

La prima presentazione al Salone di Libro qui a Torino, due mesi esatti fa. Un fatto molto importante per degli esordienti. E poi i tantissimi blogger che hanno letto il romanzo, che ne hanno parlato. Le presentazioni che cominciamo a fare nelle librerie. La prossima questo martedì, al Circolo dei Lettori #SummerSide al Cortile della Farmacia con Luca Ragagnin. E la successiva, ve l'anticipo, a Finale Ligure (ma seguiranno dettagli) dove in parte è ambientata la storia... e chissà come andrà l'autunno. Fare tante cose. In un mondo grandissimo e strutturato. Fa paura, ci si sente sperduti a volte. Senza sicurezze, senza garanzie, senza aiuti.

Non è per lamentarmi, anzi, è tutto il contrario: lo dico per fare forza a me e al mondo di ragazze che stanno leggendo in questo momento. Perché ormai un po' le conosco, mi vengono a parlare le "mie lettrici" (uau fa un po' effetto) perché mi scrivono tanto, lunghissime mail piene di dubbi e di terrore, ma anche speranze e fiducia e tenerezza. 

E il consiglio che cerco di dare sempre loro è: avete ventanni, dunque: SIATE NAIF. 

Che è poi è l'accusa che più frequentemente mi viene rivolta. E io allora insisto: credete nell'impossibile. Penso alla fine che sia l'unico modo per disintegrare quel muro di arroganza, sovrastrutture, deserto culturale etc. etc.

Dunque. Ciò detto.

Qui c'è il catalogo, i contatti e le persone che lavorano al progetto. E sotto alcune immagini. 

Ufficio.

Giorgia Antonelli.

Alessandra Minervini.

Il metodo della bomba atomica. 

Cuffia in scatola.

Mi sento molto presente in questo post...

Il fotografo, Umberto Lopez, stava per immortalare proprio la mia faccia. 

 Bari. 

E Polignano a Mare.

La bellezza.

Piccoli angoli.
San Nicola.

Si diventa molto spirituali in certi momenti.

Stella. Vi dicevo del mio interesse per le stelle. Perché voglio che ogni tanto, sempre sarebbe impossibile a essere realisti, però voglio che i vostri e miei occhi si mettano a risplendere come stelle, appena possibile. Vorrei che ognuno fosse la stella di qualcuno e che si sentisse importante. 


mercoledì 10 luglio 2013

Prossimi appuntamenti!



Ubik Foggia
, la libreria ha un blog bellissimo, dove ha presentato anche l'evento: qui


Il Libro Possibile
, Polignano a Mare 


Buongiorno!!

Sono in partenza adesso per due appuntamenti nuovi, in Puglia. 

Il primo è per domani, alle 20 alla libreria Ubik di Foggia. Dove a Il metodo della bomba atomica è stata riservata un'accoglienza incredibile: grazie!! 

(Seguono immagini). Con me ci saranno Alessandra Minervini, editor del romanzo e Michele Trecca, responsabile della libreria.  







Invece venerdì, alle 22.30, sono al Festival Il Libro Possibile. Che è un festival letterario bellissimo. Insieme ad Alessandra Minervini e me, ci sarà a presentare il libro Valentina Introna.

Sono due occasioni fantastiche e spero piacevoli per chi passerà a trovarci!! 

lunedì 8 luglio 2013

#Collisioni13 - ultimo giorno.



Barolo è dolce. C'è quell'aria di cose giuste, belle, buone, eleganti e semplici. Tutto è al suo posto: e non vorresti nemmeno camminarci, per non rovinare neanche di un centimetro quella perfezione. 


Ma a Collisioni c'è anche dell'altro. Lo dice il nome: eventi e pubblici diversi tra loro, contrastanti. Cose raffinatissime che vanno a braccetto con cose proprio pop. Tutto molto postmoderno, un delirio di sensazioni, alla ricerca di una identità che forse non vuole esserci di proposito.


Gli angolini di paesaggi sono così deliziosi, ovunque, da rimanerne stonati tutto il tempo. Al punto che mi sono chiesta: ma così tanta bellezza e tranquillità cosa può fare al cervello umano, o per lo meno al mio? Come può cambiare i nostri pensieri e comportamenti? Cosa fa tutto questo verde e questa magia e questa cura dei particolari al mio cuore? 

Dietro a quei  fiori e sotto al cartello "Museo dei cavatappi", ci sono i miei amici!


Il primo grande appuntamento della giornata. Con V.S. Naipaul. Premio Nobel nel 2001, lo scrittore naturalizzato inglese di origini indiane ha trascorso la sua infanzia a Trinidad e nel suo ultimo romanzo, La perdita di Eldorado, esplora il tema del colonialismo e la storia della sua isola con una profondità e una visione lucida e doverosa. Mi ha molto colpita specialmente il discorso che lo scrittore ha affrontato sullo schiavismo. Lascio parlare, per una suggestione incisiva, questo tweet. C'è poco altro da aggiungere, se non leggere il libro. 







Poi abbiamo fatto un giretto. Quello lì è il mio punto preferito di Barolo.

Il secondo appuntamento per me, con David Grossman. Avevo già avuto la possibilità di ascoltarlo l'anno scorso, ad Anteprime. Ritrovare questo scrittore così sofferente e così luminoso insieme una seconda volta è stato bello. Ha parlato di Caduto fuori dal tempo, ma non solo. Ha raccontato di quante volte le persone, dopo la morte di suo figlio Uri sul fronte libanese nel 2006, gli hanno confessato di essere rimaste senza parole. In reazione a questo umano fenomeno, lui ha spiegato di essersi messo in movimento, per sconfiggere la paralisi e l'immobilità di una disgrazia di immani proporzioni. Considerato che è impossibile proteggere davvero i propri cari (beloved, che bellissima parola), Grossman ha però scelto di andare avanti e di esplorare, con il proprio lavoro, i luoghi dell'anima che lo spaventavano di più. "Io voglio che i libri mi rendano più debole", ha detto. "La scrittura ti sconvolge e ti mette a nudo di fronte alla vita". Quindi è passato a raccontare della sua florida esperienza di autore di libri per bambini: li alterna ai romanzi, per controbilanciare le emozioni. Gli piace quella "bolla di tenerezza" dentro la quale genitori e figli si immergono la sera prima di dormire durante il meraviglioso rituale del raccontare una storia. I bambini hanno paura di tante cose, un piccolo chiodo sul muro, nella notte di un bimbo, può trasformarsi in un mostro famelico. E lui vuole andare dunque proprio lì, ad alleviare quello spavento, a supportare la melodia della voce di una mamma o di un papà. E a una domanda molto bella dal pubblico sul ruolo dello scrittore, su come debba comportarsi socialmente, ha infine risposto: "La prima responsabilità per un autore è soltanto scrivere una bella storia". Lui queste sue storie le pensa camminando, muovendosi, consumando il tappeto di casa per i molti passi che accompagnano le idee. E nel silenzio. Beppe Rosso ha letto quindi un suo testo. Che mi ha lasciata in lacrime, e senza parole. Si rimane in effetti senza parole per il dolore, per il freddo  della vita. Ma anche per il mite tepore e le consolazioni. Quando lo stesso Grossman per tre minuti ha letto un brano in ebraico ho capito che le parole sono un mistero dolce, di cui tutti meritiamo il conforto.



Un muro giallo.

domenica 7 luglio 2013

#Collisioni13!



Barolo è uno dei luoghi più belli del mondo. Ho preso due treni e una navetta e un pezzo a piedi per arrivarci. Ne vale la pena. Adoro questa cittadina, per mille ragioni. Qui c'è una bellezza discreta, ma infinita. Se potessi assomigliare a qualcosa, direi questo posto. Vorrei essere così, calma e serena, e ricca di angoli di promesse.



Tutti gli anni a Collisioni ci sono opere d'arte un po' ovunque, un po' guerrilla, ricordo ancora l'edizione di Novello, molto carina. Questa volta si entra in questo magico mondo di animaletti psichedelici selvaggi. Si pensa subito ad Alice nel Paese delle Meraviglie, specie dopo le degustazioni del suddetto Barolo, ma non è così. Si tratta di un'operazione forse un po' meno letteraria e più di marketing: è un'iniziativa di Cracking Art e Alfa Romeo e ha a che fare con un'installazione che si chiama "Quante rane entrano in una Alfa Romeo MiTo?". Me lo sono sempre chiesta in effetti. Ah, le domande della vita...


Electric blue.


Dico la verità: la giornata ha avuto senso solo per due ragioni per me: una è trascorrerla con amici  cari, cosa non sempre praticabile nella vita quotidiana, l'altra è ascoltare McEwan. Sono sua fan e lettrice da L'inventore di sogni (The Daydreamer). Il libro era uscito da poco, me lo aveva fatto conoscere la mia professoressa di italiano del liceo. Da lì in poi ho letto molti suoi romanzi, tutti diversi tra loro, nel senso che qualche volta sembrano scritti da altre mani, ed è il suo bello. Mi mancano gli ultimissimi, rimedierò con Solar, che ha un titolo fantastico. Sentir parlare McEwan è un evento importante per me (ad esempio, uno dei suoi migliori amici è Martin Amis, su cui ho fatto la tesi di laurea, e mi pare impossibile che un suo amico sia lì a un passo e racconti delle cose a pochi metri da me). Ma poi è stato utile e formativo, specie quando ha raccontato dei tormenti e delle soddisfazioni della scrittura, permettendoci di constatare che anche McEwan ha incontrato delle criticità nella vita, che la perfezione dunque non è di questo mondo.


Per tali importanti prese di coscienza, si deve brindare con un... calice di Barolo ovviamente. In questa piazzetta deliziosa c'è WiMu il museo del vino, consiglio una visita perché è una notevole esperienza.



Quindi è arrivato Michael Chabon vestito tutto di bianco. Mi ha intenerita perché gli scrittori hanno il coraggio qualche volta di essere speciali, nel vestire ma non solo. Un personaggio simpatico, intorno al quale si è creata una leggenda dopo l'uscita di Le fantastiche avventure di Kavalier & Clay. Qui presentava il nuovo libro, sulla paternità e sui parti in casa. Cioè sul partorire in casa. Wow.

Seguivano concerti. Gianna Nannini e Elio e Le Storie Tese (c'è da dire che di concerti di Elio ne avrò visti a decine). Ma io non ci sono andata e ora sono qui a scrivere e non sono lì. Il bello di questi festival ogni tanto è poter scegliere cosa fare, ed è un esercizio di vita. Non so a voi, ma a me capita(va) spesso di non saper scegliere e di buttarmi dunque nelle cose incondizionatamente, che va bene, ci sta, ma mette ansia. Il bello, a volte, me ne sto accorgendo pian piano, è anche selezionare le esperienze. Questa cosa sì, questa no. Inoltre, voglio riposarmi per vedere gli altri appuntamenti di domani. Che quiete, comunque, e che piccole scintille di felicità (come direbbe McEwan) comportano giornate come questa. La felicità, è proprio vero, si misura in scintille.