sabato 28 novembre 2009

Cuor contento.

E' come un regalo divino, ad esempio una farfalla che ti vola vicino tutta bianca a metà novembre. Una gatta che partorisce i gattini. Una canzone vecchia e nuova che si intreccia nella corteccia del tuo cervello e lo accende come un albero di Natale!

E' come una verità rivelata, una torta molto dolce che cresce nel forno, il pensiero improvviso che c'è ancora un pezzo, un millimetro, una fetta molto dolce di futuro. Il pensiero improvviso dell'amore.

Il pensiero improvviso di qualcosa che può succedere ancora, magari oggi magari domani. Il pensiero improvviso di vivere e mille e cento immagini acquatiche e marine e celesti che ti volano intorno.

mercoledì 25 novembre 2009

Caro Babbo Natale.

Caro Babbo Natale,

tra un mese sarà la tua festa, così ti scrivo per tempo la mia letterina.

Per Natale vorrei la pace nel mondo ma te la chiedo dal 1985 e non l'ho mai avuta. Suppongo di dover cambiare regalo. Allora vorrei che mi portassi la capacità di vivere bene, in pace e con amore la mia vita. E la capacità di stare allegra e di avere fiducia nelle mille possibilità che offre l'Universo. E un po' di fortuna e di buona volontà nel portare a termine i miei compiti.
Poi vorrei un tosta pane, un frullatore e un libro molto bello di cui non ricordo il titolo.

Saltello (detto Cinzio), il gatto per il quale ti chiedevo ogni anno una palletta rimbalzante, purtroppo non c'è più, è defunto. Ma non ti chiedo un altro gatto. Ci mancherebbe. Ti chiedo però l'intelligenza di ricordare i bei ricordi, di accettare la realtà e di adoperarmi per correggere i miei difetti e migliorare i miei pregi.

Ti chiedo infine di leggere nei pensieri delle persone a cui voglio bene e di portare anche a loro i regali giusti, che vogliono davvero e che si meritano. E di portare anche a loro un po' di tenerezza e affetto che manca sempre un po' a tutti quando si è adulti. Invece di bambini io ne conosco pochi purtroppo ma per quei pochi e per tutti gli altri, ti prego, non badare a spese!

Dunque siamo d'accordo così. Io ti lascio un bicchiere di latte e biscotti sul davanzale e tu in punta di piedi farai di tutto per non farti scoprire. Ma con un occhio solo ti sbircerò e allo scintillare della tua barba bianca capirò che è festa e che è quasi mattina.

Bene, grazie di tutto caro Babbo Natale, salutami i tuoi folletti e le tue renne e la Befana.

Noemi Cuffia,
25 novembre 2009,
Torino.

martedì 24 novembre 2009

Bicicletta.

Uff. Ultimamente non succede molto intorno a me. Qui nel mio quartiere. Tutto tace. Sarà la quiete prima della tempesta? Speriamo!!

Piuttosto accadono robe strane dentro di me. Intendo nell'anima. Ma di questo viaggio sconvolgente non posso dire.

Tutto quello che ho visto oggi di interessante è stata un bicicletta viola con il cestino pieno di fiori che scontornava il nero-grigio della mattina. Va già bene dai. Mi accontento.

sabato 21 novembre 2009

Nebbia.

La nebbia in questi giorni ci impacchetta dentro le case o i posti di lavoro, ci avvolge teneramente come ovatta e noi dentro al calduccio ci sentiamo già a Natale. Bello.

Ma io non ce la faccio a fermarmi qui. Bello. Certo. Romantico. Ma la mia mente, la mia immaginazione, il mio pensiero, il mio sospetto corre, vola verso chi non ha una casa né tanto meno un lavoro. Chi non è bene accetto nei bar e nei negozi. Chi viene scacciato dai ristoranti come un cane. Verso chi vive per strada e si lava al bagno pubblico. Per me è impossibile arrestare il cervello. Loro, quelli che si inginocchiano davanti al supermercato o ai lati delle chiese con il cartoncino e la scritta ho fame, sono povero, odiano la stessa nebbia che vediamo noi dalla finestra. Io ad esempio mi lamento, a volte mi sento esausta perché ancora oggi a 29 faccio molta fatica, a crescere, a essere autonoma, credo più della media dei miei coetanei. Però poi penso a loro. Ci penso sempre. E li conosco. E mi sento veramente male se immagino.

you're so vain.

You walked into the party like you were walking onto a yacht
Your hat strategically dipped below one eye
Your scarf it was apricot
You had one eye in the mirror as you watched yourself gavotte
And all the girls dreamed that they'd be your partner
They'd be your partner, and...

You're so vain, you probably think this song is about you
You're so vain, I'll bet you think this song is about you
Don't you? Don't You?

You had me several years ago when I was still quite naive
Well you said that we made such a pretty pair
And that you would never leave
But you gave away the things you loved and one of them was me
I had some dreams, they were clouds in my coffee
Clouds in my coffee, and...

You're so vain, you probably think this song is about you
You're so vain, I'll bet you think this song is about you
Don't you? Don't You? Don't You?

I had some dreams they were clouds in my coffee
Clouds in my coffee, and...

You're so vain, you probably think this song is about you
You're so vain, I'll bet you think this song is about you
Don't you? Don't You?

Well I hear you went up to Saratoga and your horse naturally won
Then you flew your lear jet up to Nova Scotia
To see the total eclipse of the sun
Well you're where you should be all the time
And when you're not you're with
Some underworld spy or the wife of a close friend
Wife of a close friend, and...

You're so vain, you probably think this song is about you
You're so vain, I'll bet you think this song is about you
Don't you? Don't You? Don't you?

You're so vain, you probably think this song is about you
You're so vain, you probably think this song is about you

Latte.

"All'ospedale quel mattino alle 6 la suora mi ha dato il latte nel bicchiere di plastica, poi è scappata via. E tu fuori non potevi entrare.

E guardavi i barboni nella sala d'attesa e ti addormentavi sulla sedia di legno fredda. Il latte fumava, era bollente e mi bruciava la gola ma ne avevo così bisogno e lo bevevo piano per non finirlo, per fingere che il tempo passasse e invece non passava. I malati gravi con le mascherine mi guardavano male. I vecchi con la pelle di cenere tossivano anche per dieci minuti di seguito. I tubi delle flebo si intrecciavano come in un telaio e io non ci potevo passare dentro per uscire. Per scappare da te. Mi sgridavano, mi costringevano a restare ferma lì. Lo facevano a gesti perché io non capivo una parola e non rispondevo. Da quando ho messo piede in quella terra maledetta ho iniziato a soffrire. Ma a casa mia non ci potevo tornare. Ero povera. Eravamo poveri, poverissimi. E neanche più tanto giovani. Soli, affamati. Senza un letto dove dormire".

(Anita Sjcan,
Latte)

mercoledì 18 novembre 2009

Il cuore rivelatore.

Si è suicidato il padre di Jordy Chandler, uno dei due ragazzi che accusarono Michael Jackson di molestie. Il ragazzo già tempo addietro aveva dichiarato di aver mentito su obbligo del padre. Questa storiaccia mi ricorda un po' il "cuore rivelatore" di Allan Poe.

http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Cultura_e_spettacolo/Michael-Jackson-suicida-padre-ragazzino-accuso-pop/18-11-2009/1-A_000061713.shtml

Topo Gigio.

Poiché lo dice Topo Gigio, io mi lavo le mani 16 volte al giorno. Faccio tutto quello che dice lui. Non si sa mai.

Pazienza.

Non Andrea. Proprio la pazienza. La Santa Pazienza. Ci penso oggi, ci penso spesso. Mi manca, ci manca, ci scappa da tutte le parti. Armiamoci di pazienza. La pazienza è la virtù dei forti. Aspettare il proprio turno alla posta, alla banca, al supermercato. Aspettare un pagamento arretrato. Aspettare che cresca una pianta, che nasca un bambino, che guarisca un malato. Pazienza. Sacrosanta pazienza. C'è una fretta di arrivare che le persone ti sbattono contro mentre camminano per strada. C'è una tale foga. Una bestiale carogna che si mangia la gente. Proviamo a fare un risotto come si deve, proviamo a costruire un amore, un mobiletto Ikea, un'amicizia. E' così difficile. A volte ho pensato di non farcela, di fare la furba, di fare a modo mio. Ma è deleterio. "Io", come tutti, siamo dentro alla stessa madre natura, dentro lo spirito del tempo, dentro il respiro profondo delle città. E quindi ci dovremmo adeguare un po' a queste leggi. E queste leggi, a quanto ho capito, dovrebbero essere uguali per tutti.

martedì 17 novembre 2009

will you be there.

Hold Me
Like The River Jordan
And I Will Then Say To Thee
You Are My Friend

Carry Me
Like You Are My Brother
Love Me Like A Mother
Would You Be There?

Mary
Tell Me Will You Hold Me
When Wrong, Will You Scold Me
When Lost Will You Find Me?

But They Told Me
A Man Should Be Faithful
And Walk When Not Able
And Fight Till The End
But I'm Only Human

Everyone's Taking Control Of Me
Seems That The World's
Got A Role For Me
I'm So Confused
Will You Show To Me
You'll Be There For Me
And Care Enough To Bear Me

(Hold Me) show me
(Lay Your Head Lowly)
told me
(Softly Then Boldly)
yeah
(Carry Me There)
I'm Only Human

(Lead Me)
hold me
(Love Me And Feed Me)
yea yeah
(Kiss Me And Free Me)
yeah
(I Will Feel Blessed)
I'm Only Human

(Carry)
Carry
(Carry Me Boldly)
Carry yeah
(Lift Me Up Slowly)
yeah
(Carry Me There)
I'm Only Human

(Save Me)
save me
(Heal Me And Bathe Me)
lift me up, lift me up
(Softly You Say To Me)
(I Will Be There)
I Will Be There

(Lift Me)
i'm gonna care
(Lift Me Up Slowly)
(Carry Me Boldly)
yeah
(Show Me You Care)
Show Me You Care

(Hold Me)
whoooo
(Lay Your Head Lowly)
i get lonely some times
(Softly Then Boldly)
i get lonely
(Carry Me There)
yeah yeah carry me there
yeah yeah yeah

[Spoken]
In Our Darkest Hour
In My Deepest Despair
Will You Still Care?
Will You Be There?
In My Trials
And My Tripulations
Through Our Doubts
And Frustrations
In My Violence
In My Turbulence
Through My Fear
And My Confessions
In My Anguish And My Pain
Through My Joy And My Sorrow
In The Promise Of Another Tomorrow
I'll Never Let You Part
For You're Always In My Heart.

Signore di Corso Trapani.

Eccolo oggi tutto vestito di verde con un cappellino da baseball di lana color grigio topo. Sigaretta bianca appena iniziata. Mocassini. L'ho visto alle nove. E poi di nuovo a mezzogiorno. Sempre nella stessa posizione. Con la stessa sigaretta. E ho notato una cosa che mi era sfuggita: la fede nuziale. Questo malinconico signore sperduto che fissa i palazzoni di Corso Trapani e le foglie che cadono velocissime dalle piante è sposato. Adesso mi è venuta la curiosità di scoprire chi è la moglie. Di osservarla. Di immaginare le loro conversazioni. Le loro lunghe ore silenziose. Le loro passeggiate.

Cantare oh oh oh oh.

Nel grigio dipinto di grigio delle nove del mattino in Corso Peschiera un uomo stamane cantava a squarciagola: Batti in aria le mani/e poi falle giraaar/se fai come Simone...
E intervallava le strofe con un lungo tiro di sigaretta. Bravo. Ho pensato. Canta che ti passa!

giovedì 12 novembre 2009

Un albero.

Ieri ho immaginato un albero dai molti frutti diversi. Ne scalfivo la corteccia con le mani e nel legno che staccavo ci trovavo dentro una bacca rossa e la mangiavo. Poi salivo e sopra c'erano fichi, mele e mirtilli. Li mangiavo tutti. Poi restavo lì sull'albero a lungo, vedevo scorrere il fiume sotto i miei occhi. Il clima era mite, le foglie profumavano, mi sentivo così bene. Così bene!

domenica 8 novembre 2009

Cattivi.

Ieri sera un ragazzo molto giovane, sui 20 anni, camminava verso il Valentino. Stava attraversando la strada. Aveva i capelli tinti di biondo platino, i pantaloni aderenti, le calze rosse che spuntavano sopra un paio di scarpe tipo All Star. Una grossa sciarpa gli avvolgeva il collo con più giri e una borsa a tracolla gli penzolava sulla spalla destra. Aveva lineamenti molto delicati. Poi accanto al ragazzo è passato un pulmino pieno di adolescenti o poco più. Si è fermato al semaforo. Questi ragazzini hanno visto il loro coetaneo biondo dai finestrini e hanno iniziato a insultarlo. Battevano contro i vetri come scimmie. Il ragazzo poteva essere gay, come non esserlo, e quelli lo massacravano di offese pesanti. Fortuna che non sono scesi perché sarebbe successa una strage. Comunque io dico: questi maledetti omofobi che girano per le nostre città: cos'hanno al posto dell'anima, del cervello? Quella scena mi ha preoccupata molto. Quella cattiveria mi ha spaventata. Un conto è sentirla al telegiornale, un conto è vederla a occhio nudo...

venerdì 6 novembre 2009

Imparare.

Imparare: mi rendo conto che si sa poco di sé e del mondo. Io so poco. Sembra di sapere e non si sa e si deve imparare da capo. Imparo a fare un risotto con i funghi, imparo che le persone sono infiniti sipari, infiniti atti di spettacoli teatrali, imparo che gli oggetti cambiano da un giorno all'altro così come la mia faccia allo specchio.

lunedì 2 novembre 2009

Pianto dei poeti.

Ruba a qualcuno la tua forsennata stanchezza
o gemma che trapassi il suono
col tuo respiro l'ombra che sta ferma
di fronte ad un porto di paura
quel trascendere il mito
come se fosse forzatamente azzurro
o chi senza abbandono
che non sanno che il pianto dei poeti
è solo canto.
Canto rubato al vecchio del portone
rubato al remo del rematore
alla ruota dell'ultimo carro
o pianto di ginestra
dove fioriva l'amatore immoto
dalle turbe angosciose di declino
io sono l'acqua che si genuflette
davanti alla montagna del tuo amore.

Alda Merini

Signore di Corso Trapani.

Questa mattina la città sembrava deserta. Un deserto di nebbia e di ghiaccio e di acqua sospesa nell'aria grigia. Mi sentivo sola, ero sola in Corso Trapani. Per un attimo ho pensato a un incantesimo: non c'era davvero nessuno oltre me. Neanche una macchina o un motorino. E poi è spuntato lui dal suo portone. Cappello di lana bordeaux a punta come il grande puffo, giaccone verde, bastone, pantofole, pantaloni del pigiama, niente sigaretta. Avrei voluto dirgli: ho saputo che in Cina la gente esce tranquillamente in pigiama, proprio come Lei, e gira per le città senza vergognarsi! Ma poi ho lasciato perdere, e sono andata avanti per la mia strada.

Arteamor.

http://www.arteamor.it/

Se potete, guardate questo sito...