mercoledì 14 maggio 2014

E un bicchiere di acqua naturale, grazie!

Ciao a tutti! 

Senza tante premesse, volevo dire che il blog Tazzina-di-caffè, sul quale siete capitati or ora, o per caso o per volontà, così come è stato fino ad adesso, oggi chiude.

Questa è stata l'avventura più emozionante della mia vita, e sono grata ai lettori, parecchi dei quali sono diventati amici, che hanno dimostrato curiosità verso ciò che avevo da scrivere. Si è trattato di molto più di un blog, Tazzina-di-caffè è diventato il mio mondo, e mi ha permesso di "uscire dal guscio" della timidezza. Mi ha permesso di viaggiare anche un po', conoscere scrittori ed editori e di leggere libri che altrimenti forse non avrei mai scoperto. 

Ringrazio quindi anche tutte le persone che si sono affezionate a me tramite le mie parole e le idee espresse in questo spazio. 

Come in tutte le migliori avventure, ci sono stati anche momenti difficili. Il blog stesso nasceva proprio dalle ceneri di un periodo problematico. Tazzina-di-caffè è stato perciò anche utile per affrontare tutte le piccole o grandi fatiche che mi si presentavano, e vedere il lato positivo della faccenda.

Come spesso accade a chi fa qualche cosa, qualsiasi cosa, mi sono esposta, mi dicono alcuni amici, fin troppo ingenuamente a critiche e inciampi. Ma sono ancora viva! Per via anche dei complimenti e gli incoraggiamenti che, senza falsa modestia, sono stati più numerosi, e autorevoli e gentili delle suddette critiche che valgono solo quando sono costruttive.

Ho deciso di chiudere questa esperienza, per come si stava configurando, perché tutto ha un tempo, e il tempo di questo progetto è finito qui. 

Prima scrivevo per restare in contatto con il mondo. Successivamente mi sono accorta che cercavo anche una visibilità che ora, grazie ai lettori, nella piccola nicchia che è il mondo dell'editoria, ho raggiunto. Sento che più di questo non è possibile fare. Speravo che potesse essere anche un trampolino di lancio per nuove prospettive di lavoro, e qualche volta è accaduto, e ne sono stata felice. Purtroppo però ora non posso più permettermi di vivere di lavoretti. 

Mi tocca, come a moltissimi di voi, cercare un lavoro vero, con le garanzie, i vincoli e le soddisfazioni che questo comporta. Gestire questo blog, e tutte le attività a esso relative, stava diventando oneroso quanto o più di un impiego a tempo indeterminato a tutti gli effetti. Ma senza la sicurezza e le speranze che ciò comporta. 

E voi mi insegnate che lavorare gratis è sinonimo di lavorare male.

Da tempo riflettevo sull'autenticità e sulla credibilità della mia scrittura. Rispettare i lettori può voler dire anche compiere scelte un po' dolorose, ma utili e sincere. 

Il link di questo blog resterà però sempre vivo, così, se mi capiterà di voler condividere con voi ancora qualche lettura, soprattutto se ne avrò il tempo (e le energie mentali), saprete dove trovarmi. 

Contestualmente, chiedo a editori o altre aziende di cercarmi privatamente per qualsiasi chiarimento, proposta editoriale (intendo di pubblicazione dei miei scritti) o di lavoro strutturato e retribuito dignitosamente. 

Grazie ancora e prima di tutti a LiberAria, che è stata la casa editrice giovanissima che davvero ha scelto di spendere soldi, tempo, pazienza, affetto ed entusiasmo per me (come per tutti i suoi autori)! Sto lavorando al secondo romanzo, sempre con loro e grazie a loro. 

E grazie di vero cuore a @Einaudieditore che è stato il primo editore-bot ad ascoltarmi su twitter, dove mi trovate sempre come @tazzinadi.

Dulcis in fundo. Avevo già aperto altri blog in passato, paralleli a "tazzina". 

Hanno avuto un tempo lampo, nascevano da esigenze momentanee. Questa volta invece c'è una forte continuità, per così dire, liquida... nel senso di bevande. E nel senso che mi dedicherò solo a questo blog. Ho aperto uno spazio nuovo, dove inserirò piccoli racconti. 

(Se cercate il tag "raccon-tiny" scoprirete che non è una novità per me. Oppure potete trovarne altri qui o qui.)

Il nuovo blog si chiama Acqua Naturale

Lo trovate qui. Perché desidero che la lettura di questi brevi testi narrativi sia leggera, fresca e piacevole, nonché facile come bere un bicchiere d'acqua. Perché l'acqua è la cosa più preziosa che c'è e che paradossalmente rischiamo (inteso come umanità) di perdere se non ci prestiamo attenzione. 

Nell'acqua nascono i bambini, da lì arriviamo tutti noi.

E insomma. Questo è il tempo per me di crescere, diminuendo la caffeina, che è meravigliosa ma può far travisare la realtà, in favore di qualcosa di più semplice magari, ma reale e di vitale importanza. 

Per leggere i raccontini, cliccate sul tondino che vi comparirà sul blog. Non credo che potrò leggere i commenti, per motivi di posta. Ma forse non è il caso aspettarseli. Se però volete parlarmi, sapete dove trovarmi.

Ringrazio infine questo blog, e anche questo e questo e questo libro di un'amica per le ispirazioni.

GRAZIE di cuore ancora a tutti, ma proprio tutti. Credeteci o no, mentre scrivo mi è scesa una lacrimuccia, che infatti è composta di acqua naturale.


giovedì 8 maggio 2014

#SalTo14

Immagine trovata stamane sulla pagina Facebook del Salone Internazionale del Libro di Torino!

Un altro nuovo anno è passato e tutto va bene. Che è anche il tema del #SalTo14. Il bene. Questa volta, dopo anni di sbornia virtuale, tenterò di essere meno social, ma senza esagerare né in un senso né nell'altro. Considerato che ho un cellulare a pedali, perché il mio smartphone è in riparazione, ci leggo un invito divino a rilassarmi un po'. 

D'altro canto, il Paese ospite di questa edizione è il Vaticano: il Salone sarà immagino investito da un'aura di santità e messaggi da decifrare. Evviva.

Ciò detto, ecco i miei appuntamenti, per chi, sabaudo e non, desiderasse passarmi a trovare!

- Tutti i giorni sarò a registrare La Trattoria Delle Parole: un programma radio imperdibile, dove si mangia leggendo e viceversa, con gli amici Fabio Mendolicchio e Francesco Ruggiero. Nel Padiglione 1 - stand B41. Su Radio Banda Larga!

- Venerdì in Sala Argento dalle 17 alle 19 modererò una Maratona Letteraria... con autori esordienti parleremo di mille cose belle e interessanti. 

 - Domenica al Lounge del Circolo dei Lettori / Open Milano dalle 12.10 in poi racconterò la mia esperienza di blogger. Accorrete numerosi con i vostri smartphone funzionanti!!

E poi altre infinite amenità e occasioni di incontro che, sono certa, come ogni anno si presentano lì per lì. Farò la blogger a qualche evento ad esempio. E seguirò alcuni appuntamenti dell'Incubatore per ExtraTorino! (a proposito: in edicola su questo numero c'è anche un mio contributo!).

Ma, soprattutto, passerò spesso a trovare gli amici di LiberAria, Padiglione 1 - stand B38, dove ci saranno anche copie de Il metodo della bomba atomica. A essere sincera, io mi devo ancora riprendere dalle forti emozioni dello scorso anno... 

Dunque dunque, è fatta, non ci resta che cominciare. Buon #SalTo14 a tutti, come si dice in questi casi!


lunedì 5 maggio 2014

Vandana Shiva - Le guerre dell'acqua.


Vandana Shiva, Le guerre dell’acqua, Feltrinelli


«Questo libro è dedicato alla popolazione di Tehri e della valle di Bhagirathi, le cui case stanno per essere sommerse dalla diga di Tehri, che annullerà così anche la penitenza di Bhagirath».
Questa è la dedica in apertura di Le guerra dell’acqua, di Vandana Shiva, attivista e ambientalista indiana. L’edizione è Feltrinelli, ed è un piccolo libro che fa grande chiarezza sul tema dell’insufficienza idrica in numerosi paesi del mondo. E sul fatto che le nuove guerre saranno sempre più spesso combattute per il possesso dell’oro liquido, che oggi – insieme al petrolio – è proprio l’acqua.

L’idea alla base del libro è semplice, e riprende il messaggio di Gandhi: «La terra ha abbastanza per le necessità di tutti, ma non per l’avidità di pochi». Parte dalla sua terra, dall’India, l’analisi di Vandana Shiva (anche lei indiana), per spiegare come la crisi dell’acqua sia «la dimensione più grave e meno visibile della devastazione ecologica della terra» – il libro è del 2002, negli ultimi dieci anni la situazione è anche peggiorata.

L’acqua è da sempre un bene prezioso. Ma nell’ultimo secolo lo è diventato ancora di più. I potenti, progressivamente, se ne ne sono appropriati, per poi in molti casi “mascherare” le guerre dell’acqua, facendole apparire come guerre etniche o religiose. Guerre paradigmatiche –che vedono contrapposte una cultura dell’acqua come bene di tutti a una cultura mercificata dell’acqua in bottiglia – e guerre vere e proprie, combattute a tutti i livelli.

L’acqua è sempre più diventata una merce, e così viene quotidianamente gestita (l’avete visto il video sulla storia dell’acqua in bottiglia? Rimediate subito).

Il libro di Vandana Shiva ha il merito di metterci di fronte al dilemma legato alla sua gestione: l’acqua deve essere privatizzata o è soltanto un bene pubblico? Quanto ne spetta all’uomo liberamente, e quanta alle aziende?
Progressivamente, le necessità delle popolazioni sono aumentate, ma i loro diritti all’accesso all’acqua diminuite. Eppure, il diritto all’acqua dovrebbe essere concesso a tutti i popoli, perché acqua è sinonimo di vita.

Eppure... eppure sempre più persone hanno problemi di accesso all’acqua, cosa che per noi occidentali è impensabile. E sempre di più l’intervento dell’uomo ha compromesso falde acquifere, pensiamo soltanto a quello che accade anche in molte zone del nostro paese. In ogni caso mentre in occidente e in generale nei paesi industrializzati si abbia spesso abbondanza di risorse idriche, e anzi si parli molto spesso di sprechi legati all’acqua, nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo per quello che riguarda le infrastrutture idriche siamo ancora a livelli molto sotto la sufficienza.

Ad esempio in molti Paesi in via di sviluppo l’accesso all’acqua potabile è decisamente insufficiente – a causa della struttura morfologica e geografica del territorio, dell’alta densità della popolazione. Stiamo parlando di stati come Israele, Cina, Bolivia, Messico, Ghana, e ovviamente l’India, lo stato di Vandana Shiva.

La lettura di questo libro permette di aprire meglio gli occhi, e di avere uno sguardo d’insieme su un problema spesso celato, sul quale non abbiamo modo – o tempo – di interrogarci. E pone al centro della riflessione un concetto molto importante: la mano dell’uomo – con i suoi interessi economici e politici – spesso rovina o compromette quello che la natura ha creato. Dobbiamo impegnarci sempre di più, e dobbiamo farlo tutti, per limitarne i danni, e resistere.



Grazie Antonio per questo post, spero possa incuriosire e aprire nuove prospettive ai lettori che passano da queste parti.