Questo piccolo libro mi ha accompagnata nei più recenti viaggi e viaggetti che ho compiuto.
Su tram, autobus, treni, aerei, sale d'attesa, stanze vuote, piazze affollate e panchine in riva al Po.
Ne ho letta ogni singola pagina con particolare cura, perché la sua brevità si presta all'attenzione. Con gusto e dedizione, come capita con quei libri-guru da cui poi ti sembra di attingere grandi verità. E infatti è proprio così.
Non sono espertissima di arte contemporanea, ma mi appassiona. E ringrazio Electa, una delle mie case editrici preferite, perché così elegante e sobria, per avermi spedito in lettura una copia di Mamma voglio fare l'artista!
Un libro che dovremmo leggere tutti noi che ci dilettiamo con la parola arte, compresi quelli per cui questa è una professione, o vorrebbe esserlo o sta per diventarlo o semplicemente chi ama la vita e vuole saperne di più delle storie esemplari degli altri.
Il sottotitolo dice: Istruzioni per evitare delusioni.
Dico che è importante, evitare le delusioni! Aggiungerei: meglio fuggirle come la peste. Non perché non mi piaccia soffrire, ma perché si può anche ridurre all'osso il dolore, qualche volta, non è che siamo costretti a stare male per forza, no? C'è troppo poco tempo a disposizione per ficcarsi troppo nei guai, molto meglio imparare a cavarsela.
E non solo nell'arte, ma anche nella vita. Istanze che, per un artista vero, spesso collimano. Nel senso che la sua vita ruota intorno alla sua arte (e ai pochi affetti).
Dunque dunque. Sentite questa:
"Nonostante molti lo pensino, non esistono logge massoniche dell'arte capaci di trasformare in un Francis Bacon chi non lo è".
Tanto per dirne una. Ecco, Francesco Bonami ci tiene a smontare le dietrologie legate agli "ambienti", dimostrando con prove specifiche che il talento vale sempre e prima e più di tutto, in tutte le cose. Nell'arte come nella vita etc. E un po' di caso, e di fortuna, certo (poi gli ambienti ci sono, perché fanno parte della natura umana, il che ha poco a che fare però con l'eccellenza vera).
Francesco Bonami è un critico e curatore di fama internazionale, come recita il risvolto di copertina di questo prezioso manuale di sopravvivenza, e infatti è di fama che io lo conoscevo. E non si risparmia mai. Qui infatti racconta la sua storia, il suo percorso di artista anche, che gli ha insegnato l'umiltà, e l'antipatia. La speranza, e la diffidenza. Il sogno e la realtà. Esaltazione e noia. Perseveranza e lucidità. Fiducia, ambizione.
"Se siete un artista e capite di essere bravi non fatevi smontare da disfattisti, galleristi, curatori, critici e colleghi artisti. Anzi, statene alla larga anche se questo vi causerà molti nemici. Oramai avete capito che essere un'artista è una professione e come in tutte le professioni si deve mirare ad avere successo, che può essere economico, di critica o entrambi. Se uno fa l'avvocato, vuole vincere le cause, non perderle. A meno che non gli basti incassare la parcella, ma allora è un cattivo avvocato. Il gallerista che smonta il successo del proprio artista è come un cliente che spera che il proprio avvocato perda la causa".
Sì, è un libricino spietato. Ma io adoro gli spietati. O meglio, i sinceri. Si imparano tante cose dalle persone - dalle pagine - che esprimono un qualche senso di verità.
"Antipatici, cattivi e... noiosi. Mi spiace dirlo, ma se avrete la fortuna di essere grandi artisti è possibile che diventiate molto noiosi come persone. Questo non impedirà alla vostra arte di essere entusiasmante, a volte pure divertente. Ma voi come compagnia sarete probabilmente una grande pizza".
Una grande pizza. Che a volte vuol dire solo concentrazione, credere in sé e nei propri tempi, intuizioni, silenzi. E dignità. La sola cosa che in effetti conta davvero.
Buona domenica!!