C'è da dire che nel corso della stessa giornata in cui imparavo che è bene conservare un po' i ricordi e le parole dentro di sé (vedi ultimo post), anche un'altra istituzione culturale cittadina ha aperto le sue porte a blogger e giornalisti, a partire da un'idea della casa editrice Feltrinelli (che ringrazio per il gentile invito), allo scopo di incontrare Alessandro Baricco in occasione dell'uscita del suo ultimo romanzo.
La Sposa giovane.
Ma prima ancora che da una piccola conferenza stampa, il tardo pomeriggio è stato preceduto da un mini tour guidato nei locali della scuola, con una guida di eccezione, ovvero lo stesso Baricco, che solo per noi ha fatto da Cicerone.
Devo averlo raccontato da qualche parte in questo blog, ma mi tocca proprio ricordare a chi ne fosse interessato che all'età di 14 anni mi successe di assistere a quella che nella mia testa è la prima, ma chissà magari era una delle tante, conferenze di presentazione della nascita della Scuola Holden in un malinconica giornata uggiosa in piazza CLN a Torino. Tra le tante cose che sono andate perse nella memoria, ricordo però questo concetto espresso allora da Baricco sull'insegnamento e sul tennis.
Disse qualcosa tipo che per essere un tennista glorioso (uso questa parola perché è stata utilizzata durante la conferenza, citando Rebecca West, un'autrice che ci è parso molto amata dall'autore) bisogna imparare tutte le regole ma poi saper tirare anche al contrario o comunque alla fine fare un po' quel che si vuole e che Dio ce la mandi buona. Ma chi sa se ricordo bene? In ogni caso mi impressionò molto.
Potete capire che fare questa esperienza così privilegiata vent'anni esatti dopo, entrando come si dice nei meandri della sede nuova della scuola, è stato a dir poso curioso per me. E sono convinta che ogni partecipante all'incontro aveva i suoi buoni motivi per notare l'eccezionalità dell'evento, e la sua semplicità al contempo.
Che dire? Visitare una scuola semi-vuota, in generale, ha il suo perché. Dire suggestivo va bene? Sarà poco, troppo? Non so, ma è quel che ho provato. C'era un bel silenzio concentrato. Ho desiderato fortemente che la mia vita potesse essere come quella di uno studente. Scrivere, imparare, stare bene, essere a mio agio in un posto bello. Insomma ho assaporato qualcosa che mi manca ma che ho visto possibile e che quindi esiste e ho sentito un senso di gratitudine alla vita che qualche volta allestisce costruzioni del genere.
In questa sala ad esempio si costruivano le bombe una volta. Invece adesso ci passano centinaia di artisti e persone creative, conferenze, feste, cerimonie e mi pare una buonissima cosa, no? Un esempio di miglioramento della specie.
Questo, cari amici, è il cortile. Là in fondo ci sono alcune aule, tra cui quelle per il cinema e per il teatro. Da qui escono professionisti di diversi ambiti, come saprete, non solo scrittori puri. Qui sotto invece c'è una mappa. Si tratta del percorso, anzi dei percorsi, che gli studenti compiono o possono compiere alla Holden. In alcuni punti è molto divertente, in altri interessante.
Alessandro Baricco, La Sposa giovane, Feltrinelli |
E infine, il libro. Perché non ne ho ancora parlato? Perché l'autore, e l'editore insieme, hanno scelto di non parlarne troppo. Quindi si è creato un gioco per cui le domande che facevamo riguardavano altro, e non il merito del romanzo. In effetti, è stato simpatico. Ad esempio, io ho fatto una clamorosa domanda sbagliata sul teatro che non aveva tantissimo senso ma quando si è nel gioco bisogna giocare. Eravamo un po' tutti al limite del nonsense ma è stata una situazione originale, di questi tempi bui di noia, un raggio di luce.
Alla fine sono tornata a casa e il romanzo l'ho letto. Pur non essendo una critica letteraria, come sapete credo, ci ho visto tante cose in questa storia. Mi ha ricordato un po' Quel che resta del giorno, di Ishiguro. Un po' le maschere della commedia dell'arte. E un po' di Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo.
Questo libro sta scalando le classifiche, sta scatenando piccole polemiche e invidie, sta facendo il suo percorso e il suo fortunato tragitto. Forte degli insegnamenti del buon Jeff VanderMeer, mi tengo dentro altre considerazioni (e il finale, che mi manca di leggere) a futura memoria.