domenica 27 dicembre 2009
Buoni propositi per l'anno nuovo.
2) tostare il pane.
3) andare di più al mercato e meno al supermercato.
4) non piangere quando il lavoro va male, non c'è o non è pagato, bensì guardare avanti e trovare se possibile di meglio.
5) leggere finalmente Infinite jest.
6) accettare la realtà.
7) fantasticare, sognare, immaginare, pregare, sperare, amare e fare in generale tutto ciò che non richiede un ferreo ragionamento.
8) salutare i gatti del cortile.
9) mettere la musica anche quando sono sola in casa.
10) distruggere gli attacchi di panico.
11) portare a termine i miei compiti e i miei progetti.
12) fare qualche vasca a stile libero e non sempre a rana.
venerdì 25 dicembre 2009
Raccontini di Natale.
Mi piace molto osservare i bambini. E' veramente interessante notare in loro il primo sorgere dello spirito. Avevo notato che il ragazzino dai capelli rossi subiva la tentazione dei giocattoli costosi degli altri bambini, e soprattutto di un teatrino, nel quale voleva a ogni costo svolgere una parte anche lui e perciò aveva deciso di mostrarsi servile. Sorrideva agli altri bambini, li lusingava, diede perfino la sua mela a un ragazzo paffuto che teneva legato in un fazzoletto un mucchietto di dolciumi; il povero ragazzo s'offrì persino di portare in giro, in groppa, uno dei ragazzi, affinché non lo cacciassero via dal teatrino. Ma dopo qualche minuto un piccolo mascalzone lo picchiò malamente. Il bambino non osò neanche piangere. Qui apparve l'istitutrice, la sua mamma, e gli diede l'ordine di "non dar fastidio" agli altri bambini."
(Fedor Dostoevskij)
mercoledì 23 dicembre 2009
Il cuore.
1) I disegnini piccoli, di mini pupazzi di neve con le guancette rosa o di mini alberelli di Natale con i pacchetti piccolissimi disegnati sotto.
2) I cuccioli di gatti semirandagi con le zampine immerse nella neve e gli occhi sporchi e socchiusi da cui esce una specie di lacrima di freddo.
3) Certi sguardi disperati di certi nonnetti, sembrano di carta velina celeste, in particolare quelli di uno da me soprannominato Signore di Corso Trapani.
4) Le mamme che tengono i figli nelle fasce attaccati come scimmiette. E il bambino appoggia la mini-testa sotto al collo della mamma.
5) Quando gli innamorati cingono la vita delle innamorate.
6) I complimenti.
7) Il pensiero fulminante del futuro.
8) L'idea di "essere responsabili di se stessi".
Ecc ecc.
Risvolti natalizi.
"A Marisa prendiamo...." per poi ritornare ancora e ancora in trance, in ipnosi, reggendo in mano l'ennesimo barattolino, l'ennesima statuina, l'ennesimo panettone artigianale. Ho intercettato conversazioni telefoniche:
"E ppprendigli una cravatta che va sempre bene". "A Luisia e a Federica gli prendo la stessa cosa tanto non si conoscono" "Mi manca solo più Gianluca, non so cosa prendergli, ha tutto".
Beato lui!
Ho visto e ho sentito queste cose perché ero lì, in mezzo a loro, nella calca nervosa che scartabella nelle librerie :"Mah io a Giulia prendo Faletti". Che sposta tutte le cosine carine di Muji: "Secondo te questa per Giovanni?" (niente meno che un'agendina del 2010). La calca che si fa livida e rugosa dopo due ore a camminare nel gelo con le borse avvitate sui guanti bucati, che si incupisce perché compra compra ma il Natale non lo sente più. Ma cosa vuol dire il Natale? Solo fare regali? Senza contare che questi regali sono sempre più brutti rispetto alle cose che compriamo per noi. Mai più belli o uguali. Mah. Io faccio un fioretto. Visto che non riesco a cambiare il mondo, almeno cambiare qualche becera abitudine. E in nome di questo fioretto farò almeno UN regalo BELLO, più bello delle cose (poche) che compro per me. O almeno uguale. E aspetterò di guardare la faccia della persona a cui farò questo regalo, di vedere la "famosa" reazione di chi riceve il dono. E lo farò davvero, col cuore, cercherò di sentire davvero questa sensazione. E se ci riesco sarà quello il mio vero unico regalo di Natale.
martedì 22 dicembre 2009
Dov'è finito il "pensiero"?
Allora io dico: ma dov'è finito il "pensiero"? Il pensare che quella persona in quel momento ha sbattuto la testa? Per carità, io non mi sono fatta niente tranne un bernoccolo. Però, una signora anziana poteva spaccarsi le ossa. E questi baristi si preoccupano prima di sgravarsi dalla responsabilità e poi forse della testa ammaccata della gente. E questa è la punta dell'iceberg. Mi vien da dire che "è tutto così". Gli interessi personali PRIMA di qualsiasi cosa, davvero qualsiasi cosa. E poi ci si stupisce che le persone muoiono ancora di fame. E si cambia canale mentre le fanno vedere a cena. Ancora e sempre. "Morire di fame". Avete presente? Io ci penserò addentando quei due chili di panettone grasso a Natale. Pensiamoci tutti. Mi si ribolle il sangue. Scusate, oggi mi sento così, sarà il bernoccolo che pulsa sulla tempia.
Elementi di afasia applicata.
Mamma:
- Hai visto quel terribile programma televisivo di Pino?
Figlia:
- ?
Mamma:
- Pepo?
Figlia:
- ?
Mamma:
- Papo?
Figlia:
- Pupo?
Mamma:
- Esatto, Pupo.
lunedì 21 dicembre 2009
Attacchi di panico.
Ed ecco invece come comincia: dal nulla, dal niente, dalla più normale, banale, semplice delle situazioni di vita. Una qualsiasi cena, un film al cinema, un caffé al bar. Niente di più impegnativo. E come prosegue: lì, nel mezzo del nulla, della più scontata quotidianità, si insinua una specie di dubbio. E se morissi? E se morissi ora? Tra cinque minuti? Tra due minuti? Il cuore inizia, da solo, ad accelerare. Ma così tanto e così forte che pare letteralmente impossibile frenarlo. Va, con la forza di un martelletto, una valvola difettosa, un tamburello stonato e impazzito. Accelera, accelera. E il dubbio si trasforma in realtà: "sto morendo", dice la voce, in affanno. Anche il respiro si affatica. "Sto smettendo di respirare?". Le domande restano senza risposta. Il primo istinto è alzarsi. In qualsiasi luogo ci si trovi, la spinta violenta è l'alzarsi. Il che apparirà innocuo. Così non è. Ad esempio: se stai guidando come fai ad alzarti? E dove vai? L'importante è infatti proprio "andarsene". In una parola: scappare. Da cosa o da chi non si sa. Da una presenza che è dentro di te e non fuori. E tuttavia lui, il panico, ti insegue. Se cambi stanza, lui è già lì, pronto ad abbracciarti male, a soffocarti. Io a quel punto mi prendevo sempre la faccia tra le mani, o mi ascoltavo il polso, in attesa, davvero, dell'ultimo battito. Chiudevo gli occhi e li riaprivo e vedevo tutto nero, tutto anzi di mercurio. A volte mi sentivo piena di acqua fredda. Come se la mia vita fosse gettata in mezzo al mare, alle onde burrascose e non sapessi più tornare a riva. Questo era, più o meno. Da qualche tempo i maledetti attacchi non mi perseguitano più. Vorrei solo dire a chi ne soffre che si può guarire. C'è davvero una speranza. Conto i giorni dall'ultimo attacco e sono tanti, aumentano, ormai ben più di un mese!
sabato 19 dicembre 2009
La contessa di ricotta.
La contessa di ricotta, che belle prime pagine. Che bel libro, a partire dalla copertina. Che scrittura incisiva, "morbida" come la neve e dura come il ghiaccio.
Vi lascio solo questa frase: La cosa buffa è che tutti le raccomandano di farsi rispettare e poi sono i primi a trattarla senza riguardo.
Va bene: così adesso, amici miei, me lo vado a leggere impiegando in tal modo la tarda mattinata del sabato. Auguri a tutti. E buona "atmosfera prenatalizia"!
venerdì 18 dicembre 2009
Gadget.
Grasse risate.
"Sandretto" (la fondazione)
"Paonazzo"
"Polletto"
"Masaniello"
"Buonasera"
"Ciurma"
"Mattarello"
Dove.
Ogni mattina mi sveglio e vado a lavarmi la faccia e vedo questo dispenser del sapone con la scritta blu "Dove". Non per fare pubblicità occulta, ma quella parola mi colpisce moltissimo. I miei occhi ancora assonnati, con l'aiuto della mia mente fantozzianamente annebbiata, ci producono accanto un piccolo punto interrogativo invisibile. Dove? Come se quel dispenser volesse dirmi: Dove? Dove sei oggi? Dove vai oggi noemi?
Eh, infatti ogni giorno lì mentre mi lavo la faccia, estate o inverno che sia, mi potrei ritrovare a occhi chiusi a Oslo, in Norvegia. Oppure in Somalia o in Darfur. Potrei staccarmi dal lavabo, spaccare tutti i soffitti e i pavimenti del condominio e volare a bordo dello spazzolino da denti fino in India, in Cina o in Australia o in Patagonia. Io consiglio a tutti di farlo. Meglio farlo. Consiglio di riutilizzare la fantasia. Dopotutto questo clima di precarietà ha un vantaggio. L'unico che ci vedo io. Quello di riportarci a uno stadio di sicurezza psicologica pari a quella dell'uomo primitivo. Siamo vestiti bene, da ex bimbi degli anni ottanta. Ma dentro ci arde un tragico fuoco da tenere acceso. Oggi ci siamo, domani chissà. Tutto è da ricostruire. Certe belve sono ancora vive. Magari non ci sbranano le carni, ma ci mettono in pericolo. Meglio scatenare l'immaginazione. Io lo faccio, dai fatelo anche voi!
giovedì 17 dicembre 2009
Cesta.
abcdefghilmnopqrstuvz
Da "amica" a "zimbello" da "brava" a "vanitosa" da "confusa" a "unica" da "deficiente" a "timida" da "emotiva" a "stupida" da "finta" a "rara" da "grande" a "quadrata" da "high" a "povera" da "intelligente" a "odiosa" da "lieve" a "noiosa" da "misera" a "meravigliosa".
E allora? Cosa ho imparato? Niente. E il risultato è solo che un giorno mi sento così e un giorno mi sento cosà. :(
mercoledì 16 dicembre 2009
La lunga notte dell'innominata Gualtiera.
Tartaglia.
http://www.youtube.com/watch?v=vhy-ZB50104
Signore di Corso Trapani.
lunedì 14 dicembre 2009
Liberi tutti.
Allora io vorrei dare una notizia:
NON SI PUO' FARE TUTTO QUELLO CHE SI VUOLE, NON SI POSSONO SOVRASTARE, SVILIRE, UMILIARE, ROVINARE E/O OFFENDERE GLI ALTRI IN NOME DELLE NOSTRE MERE ESIGENZE!
Una passa una vita a rispettare come può le regole, la delicata sensibilità altrui, a reprimere i peggiori istinti, a capire, a scusarsi, a perdonare, a pagare. E poi arrivano questi e spaccano tutto a proprio piacimento. Ma come funziona?
domenica 13 dicembre 2009
orologio.
sabato 12 dicembre 2009
Risveglio.
giovedì 10 dicembre 2009
I tipi umani.
L'ingenuo: non capisce le battute del cinico. Ascolta musica dalle dolci melodie, scrive in stampatello, guarda lo Zecchino d'Oro.
Il bello: sta tranquillo, non ha bisogno di dimostrare nulla, spesso ha il cuore buono e/o non è consapevole della propria stessa bellezza. Vorrebbe avere molti bambini come Brad Pitt.
L'amico: comprende tutto, anche le cose che non hai detto e di cui ti vergogni a morte.
Il brutto anatroccolo: prima o poi diventerà un cigno!
L'insicuro: si sente costretto a dimostrare di avere tanti amici e tanti oggetti di marca. Pratica abitualmente il name dropping.
Il giallo: ha i capelli neri e lisci, gli occhi a mandorla, balla in modo goffo e scoordinato.
Il figo: evita gli sfigati come la peste. A volte, per troppa paura degli sfigati, rischia di confondere i normali con gli sfigati e poi si pente quando è troppo tardi.
Lo sfigato: non si sente tale. Considera il figo un idiota. Crede di essere un nerd e se ne vanta tra i compagni di scacchi.
Il giocatore di scacchi: vince sempre lui. Non si fa scrupoli e si concentra fino a diventare paonazzo.
Ecc ecc ecc
mercoledì 9 dicembre 2009
Signore di Corso Trapani.
Sacrilegi scaligeri.
Buio pesto.
Insomma. Il mio augurio è che sia successo lo stesso anche a tutti voi che leggete. Buon mercoledì di dicembre, il mese più caldo dell'anno.
lunedì 7 dicembre 2009
Elementi di afasia applicata.
Confessioni maleodoranti.
Figlia:
- Hai visto quel pentito...
Mamma:
- Chi?
Figlia:
- Sì, quel collaboratore di giustizia...
Mamma:
- Ah certo: STA PUZZA!
Televisione televisione.
venerdì 4 dicembre 2009
Paura e delirio a Borgo San Paolo.
Era mattina presto quest'oggi. Quando in Corso Trapani ho visto comparire un enorme hamburgher e una gigantesca porzione di patatine fritte con mani e piedi che ballavano al semaforo rosso davanti agli automobilisti. Una delle mie grandi paure sono i travestimenti, le maschere e i pupazzi umani che "coinvolgono" la gente in mezzo alla strada. Ma bisogna guardare in faccia le proprie paure. E dunque così io ho fatto con quelle dannatissime patatine e quello stramaledetto Big Mac®.
giovedì 3 dicembre 2009
Acqua gym.
mercoledì 2 dicembre 2009
Rocco Tanica.
Che storia! Qualcuno oggi è arrivato su questo umile blog cercando su google le parole "Rocco Tanica". Tutto ciò rappresenta per me un motivo di grande soddisfazione. W Rocco Tanica.
Il malato immaginario.
A tutti gli "Arganti" in ascolto! Per un istante abbandoniamo le nostre inquietanti e solitarie sensazioni ipocondriache e ridiamoci sopra emulando il genio di Molière.
CLEANTE
Signore, sono contento di trovarvi alzato e di constatare che state meglio.
ANTONIETTA (fingendo di essere incollerita)
Come «state meglio»? Non è affatto vero: il Signore sta sempre male.
CLEANTE
Mi hanno detto che il Signore stava meglio, e mi pare che abbia un bell’aspetto.
ANTONIETTA
Che cosa intendete dire con bell’aspetto? Il Signore ha un aspetto orribile e chi vi ha detto che sta meglio è un bell’impertinente. Il Signore non è mai stato così male.
ARGANTE
Ha ragione.
ANTONIETTA
Si muove, dorme, mangia, beve come tutti gli altri; ciò non toglie che sia malatissimo.
ARGANTE
È vero.