martedì 23 settembre 2014

Pordenonelegge, domenica, domenica!

Foto scattata in verità di lunedì, ma si sa che i blogger son creativi ;)


La giornata di domenica a Pordenonelegge comincia con una scoperta. Sono curiosa di tutto ciò che collega il territorio (cibo, bevande, animali etc.) e la narrazione. E così ho ascoltato un pezzetto finale dell'incontro con Marzia Verona. Una blogger di... pascoli. Non Giovanni, proprio i pascoli delle pecore e le mucche. Vi dico che è bellissimo, si chiama Storie di pascolo vagante.

Perché c'è un ritorno delle nuove generazioni alla cura del territorio, alla terra. Per necessità ma anche per vocazione e scelta. Ricordo che la cronaca di tutti questi incontri, e le mie impressioni, la trovate su twitter: @tazzinadi!


Il secondo appuntamento. Piccolo. Non per valore, ma per via del cognome dell'autore di Il desiderio di essere come TUTTI. Un romanzo autobiografico o per meglio dire una auto-fiction molto spassosa. Che ha pure vinto il Premio Strega. Piccolo fa molto ridere, ad ascoltarlo dal vivo: è il classico mattatore sobrio, che tiene la tensione sempre a un buon punto e lascia sempre qualche pensiero da fare sul nostro paese. Ha raccontato ad esempio come lui da ragazzo è diventato "comunista" nonostante un padre "fascista" e diverse altre italiche amenità. Spassoso.


Quello del pomerigggio è stato un appuntamento particolarmente atteso, con la caraibica Jamaica Kincaid. Di lei avevo letto un libro dal titolo molto bello: Autobiografia di mia madre. Lo avevo citato nella mia tesi di laurea sui memoir e scritture autobiografiche: un'autrice che sognavo prima o poi di vedere dal vivo. In effetti, è stato emozionante. Ha raccontato del suo ultimo romanzo Vedi adesso allora, che parla di matrimonio. Mi hanno colpita molte delle cose che ha raccontato. Di come è diventata scrittrice: costretta a rinunciare al suo sogno di fare l'insegnante perché spedita dalla famiglia troppo povera a fare la baby sitter presso un'altra famiglia, si è messa a leggere e ha cominciato a costruire storie. Ed ecco che torna quella bella frase di Jenet che ha citato Fois l'altro giorno "non esiste per la bellezza altra origine che la ferita". Anche se non sono d'accordo con il concetto (si può non essere d'accordo con illustri autori del passato??), ovvero penso che la bellezza, come la felicità, siano possibili anche senza il dolore, la frase è così sublime.

Spettacolo La musica provata, con Erri Del Luca e super musicisti!

E poi la sera... non sono mai stata una lettrice di De Luca. Ma ne ho un ricordo di un istante felice in cui ho ascoltato leggere le sue poesie in montagna così bene che sono diventata sua fan. Quindi eccomi lì, in prima fila con la mia amica Giovanna Tinunin (@platipuszen su twitter). Ad ascoltare questo poeta. Mi ero ripromessa di non piangere, se non strettamente necessario. Ma quando ha letto le poesie del suo amico Izet Sarajilc, di cui una ne ho trascritta su Piacerebbe a Calvino (uei, sì il mio tumblrrrr), e in particolare quando nel silenzio della sala ha ripetuto tante volte, guardando in un punto impreciso, la frase: Vieni, passeggiamo almeno in questa poesia, mi sono commossa davvero.

Vieni, passeggiamo almeno in questa poesia

Vieni, passeggiamo almeno in questa poesia

Almeno, in questa poesia.

 E insomma dopodiché è venuto il diluvio universale, e furono fulmini e saette. Ma che fulmini avete in Friuli Venezia Giulia? Questa era la domanda che ponevo alla gente del posto, riparata come me sotto il Cinema Zero dopo lo spettacolo di De Luca, serrando fiduciosa tra le mani l'ombrellino giallo (manco a dirlo) che mi ha regalato e non lo rivedrà più imprestato la mia amica portogruarese Giovanna. Il cielo si illuminava a giorno, una cosa che non avevo mai visto tranne la notte di un capodanno che ho passato a Napoli, ma lì erano i botti, qui era Dio in persona che voleva annunciarci qualcosa, amici, se foste stati lì con me non avreste avuto dubbi: l'Apocalisse. 

Scherzi a parte. L'indomani è andato tutto bene, e ho visitato anche il Duomo (segue post turistico), quindi possiamo stare tranquilli che, come diceva Piccolo, non è proprio il caso di annullare il futuro con la paura e la lamentela, perché il futuro è adesso, ed è costruire cose belle insieme. 


Duomo dedicato a San Marco.



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