Il racconto che state per leggere, come vi accennavo nel post precedente, è stato scritto in collaborazione con Dompè per la campagna #fighforlight. Dompè, come forse già saprete, è una delle più importanti aziende biofarmaceutiche italiane e da anni conduce - oltre ai diversi altri ambiti in cui opera - anche un'importante attività di ricerca e sviluppo sulle malattie rare dell'occhio. Ha portato avanti, inoltre, proprio gli studi per i quali, nel 1986, Rita Levi Montalcini ha vinto il Premio Nobel per la Medicina.
La campagna #fightforlight in particolare vuole sensibilizzare le persone a proposito delle malattie rare dell'occhio e sono felice di potervi partecipare anche io. Come avete letto nel post sul #RareDiseaseDay, la giornata delle malattie rare, che cade ogni ultimo giorno di febbraio, ho preso parte all'evento di presentazione di un video che descrive in forma narrativa la ricerca della luce.
Lo trovate sia nel post del 28 febbraio che qui, per chi se lo fosse perso!
E la mia partecipazione, come quella di altri autori e blogger coinvolti, prosegue con la scrittura di una storia ispirata al video e alla ricerca della luce nell'oscurità.
Prima di me, ha cominciato questa maratona di narrazioni, Cristiana Calilli del blog 100% mamma con il racconto La semina, che trovate qui.
Oggi invece tocca a me e sono felice di farvi leggere il mio lavoro. Se seguirete i miei canali social, vi segnalerò di volta in volta tutti i racconti che si susseguiranno in questa avventura emozionante.
Spero vi piacciano le nostre storie. Buona lettura!
Il
sonnellino
Oggi per la prima volta nella sua vita, mia figlia Sara è rimasta
tutto il pomeriggio all'asilo. Di solito, lavoro solo al mattino e la
bambina rimane con me. Pranziamo insieme e dopo facciamo il
sonnellino, lei nel suo lettino, io sul divano. Oggi però è diverso
e l'ho dovuta lasciare per andare a portare la macchina dal
meccanico: mio marito aveva una riunione e non poteva farlo nessuno.
L'ho accompagnata la mattina con una strana sensazione. Lei era
tranquilla, quella agitata ero io e non capivo il perché. Più tardi
però, dopo averla salutata, quando sono rimasta sola in macchina, è
tornato alla mia mente un ricordo lontano, quando anche io alla sua
età sono rimasta la prima volta a dormire all'asilo. Erano le due e
mezza. Tornati dalla mensa, la maestra ci ha fatti mettere nelle
brandine e, con un gesto per me del tutto inaspettato, ha spento la
luce. Fu uno scatto, come un portone scuro che mi si chiudeva di
fronte. Di colpo, mi misi a piangere. La maestra non parlava, diceva:
- Shhhhh. Io guardavo e non vedevo nulla. Quando, dopo qualche
secondo i contorni delle cose sembravano più nitidi, tutto mi pareva
diverso da prima. La maestra, in lontananza seduta alla cattedra con
le braccia conserte, mi pareva una strega. Ebbi un sussulto, morsi il
lenzuolo per non sentire la paura ma era inutile. Il bimbo sdraiato
accanto a me dormiva e in quella oscurità a me pareva un piccolo
lupo che ringhiava. Il cuore mi batteva forte, tutti i rumori erano
amplificati e volevo essere da un'altra parte. Quel pomeriggio non
passava mai, cominciai a sentire una musica simile a una pubblicità
della televisione: ero io stessa che cantavo per consolarmi. La
maestra si avvicinò e mi disse ancora: - Shhhhhhh. Non sapeva che a
casa dormivo con la lucina accesa e non ebbi il coraggio di
confessarlo. Affondai la faccia nel cuscino
che mi sembrava avesse un cattivo odore. Rimasi così un tempo
interminabile, piena di lacrime fino a che:
- Click.
- Mamma?
Era lei, mia madre, con il mio cappottino tra le braccia e il suo
sorriso bello, felice, profumato del vento di fuori e i capelli
perfetti, chissà, forse aveva approfittato di un'ora libera per
andare dal parrucchiere. Da quel giorno la mia vita cambiò per
sempre: la notte stessa chiesi di spegnere la lucina. Pensando a mia
madre, dopo la mia commissione, sono andata a prendere Sara. Le ho
chiesto se avesse avuto paura e mi ha risposto di no.
6 commenti:
Bellissimo racconto!
E bellissimo anche il progetto!
Grazie Ari!
Che bel racconto!
Grazie mille Daniela!
Che dolcezza! mi ha fatto tornare in mente tanti ricordi: l'asilo, le paure infantili e il profumo della mia mamma, che mi rassicurava sempre..
Grazie! Contenta che ti sia piaciuto!
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