giovedì 17 dicembre 2009

Cesta.

Io sono come una cesta piena di oggetti mescolati insieme. Oggetti simili a parole mischiate da tante bocche diverse. Se li guardo a uno a uno hanno anche un singolo senso. Ma tutti insieme si aggrovigliano. Non riesco a capire "chi sono" senza ripensare a come mi vedono gli altri, cioè alle parole con le quali nel tempo mi hanno definita. Da "ansiosa" a "zuzzurellona" gli altri mi hanno chiamata con tutti i nomi possibili.

abcdefghilmnopqrstuvz

Da "amica" a "zimbello" da "brava" a "vanitosa" da "confusa" a "unica" da "deficiente" a "timida" da "emotiva" a "stupida" da "finta" a "rara" da "grande" a "quadrata" da "high" a "povera" da "intelligente" a "odiosa" da "lieve" a "noiosa" da "misera" a "meravigliosa".

E allora? Cosa ho imparato? Niente. E il risultato è solo che un giorno mi sento così e un giorno mi sento cosà. :(

4 commenti:

Anonimo ha detto...

:()))))))))))))))))))))))))))))):

noemi ha detto...

:)))))))))))))))))))))))))):

Monica ha detto...

Il "chi sono" non lo sento come una unità. Io sono tante cose,cose diverse; perché ricopro ruoli diversi, nei quali non potrei essere la stessa cosa.
Per me non potrebbe essere.
Canevacci parla di Multividuo

noemi ha detto...

Grazie Monica! Questo punto di vista mi conforta. Che bella la definizione di Canevacci, è un autore che non conoscevo...