Margaret Mazzantini, Splendore, Mondadori |
Qualche giorno fa avrei dovuto incontrare Margaret Mazzantini a Milano insieme ad altre blogger :) Ho però avuto un piccolo contrattempo e ci sono andata solo con lo spirito e in contumacia. Ringrazio l'editore per il gentile invito. E rimando per le domande e risposte e le fotografie al bel resoconto degli amici di Critica Letteraria, qui!
Per me Margaret Mazzantini, come scrittrice, ha un particolare significato. Qualche anno fa mi interrogavo tantissimo sull'esigenza, inevitabile per qualsiasi scrittore (o artista in generale) di trovare la propria voce. Era come se avessi l'otite, non riuscivo a sentire la mia, considerato che questa voce deve esserci a qualsiasi livello di talento, per qualsiasi scrittore.
Insomma, un silenzio totale.
Una mia amica in quel periodo mi aveva regalato Venuto al mondo. E lì - al di là della qualità letteraria che non è questa la sede per esaminare - ho sentito tra quelle pagine, volendo leggere un'autrice contemporanea, proprio una voce profonda, serrata e decisa. Quello che cercavo, sia come lettrice che come aspirante scrittrice.
Per me, da allora, la Mazzantini è "The Voice", colei che si esprime con una voce riconoscibile. Impossibile affermare il contrario.
Quindi quando mi si è presentata l'occasione di incontrarla e di leggere il suo ultimo romanzo sono stata contenta. E voglio iniziare l'anno così. Con Splendore, con il suono di una bella voce forte e chiara che prende posizione.
Splendore è una struggente storia d'amore, proustiana, dove tutti i Frammenti di un discorso amoroso prendono forma attraverso due anime destinate a incontrarsi e separarsi in eterno, e che tocca due vite umane dagli anni Sessanta a oggi.
Lo "splendore" del titolo vuol dire tante cose. Una volta è un'età, una volta una città, una volta un corpo, una volta un'emozione, un sentimento.
Ed è così che vorrei proprio finire e cominciare.
Lo splendore di incantarsi di fronte alla bellezza, al mistero della vita che prende così tante forme diverse e non si arresta mai.
Lo splendore che ha a che fare con la luce. E dunque con le ombre, e con il fare chiarezza dove c'è oscurità.
Ecco perché per il mio 2014 ho fatto un gioco: ho preso due fili di lana e me li sono legati al polso. Due fili che corrispondono alle due parole che vorrei mi accompagnassero per tutto l'anno. Una è proprio "splendore". L'altra è "serietà".
Non nel senso di rinuncia alla leggerezza... Al contrario.
Serietà, come splendore, può significare tante cose. Dal saldare tutti i propri debiti, al dire ciò che si pensa agli amici. All'aspettare l'amore senza paura, senza ingannarsi, all'onorare gli impegni e gli orari. All'essere autentici, a costo di soffrire, a essere precisi e ordinati, al dire "il re è nudo", al lavorare su compenso, al rifiutare le trappole, al non sfruttare gli altri, al rimanere integri.
Al diventare autonomi.
Ah. Si diventa sempre molto ambiziosi a Capodanno. Ma ci sta. Le feste servono anche a questo, a sperimentare il miracolo della rinascita. Dell'impegnarsi. Come se fosse la prima volta di tutto.
E io lo trovo bellissimo.
E volevo anche dire un infinito GRAZIE a tutti quelli che passano da qui a legere questo blog, a chi mi scrive e mi incoraggia.
Che il 2014 sia seriamente splendido anche per voi!
P.s. Altro consiglio di lettura per l'anno nuovo:
Primo Levi, Storie naturali, Einaudi (quella edizione che vedete l'avevo trovata su Repubblica mi pare qualche anno fa...). |