Lidia Ravera, Chiara Mezzalama, Gaia Formenti, Tre donne sull'isola, iacobelli editore |
Per la rubrica Café au lait del mese di agosto (per chi si fosse perso le puntate precedenti, questa è la rubrica che riguarda letture alternative, libri da paesi lontani, editoria
indipendente, bibliodiversità, digitale e in generale tutto quello che
ti fa dire olè!) ho scelto un piccolo libro scritto a sei mani e pubblicato nel 2014 dalla casa editrice iacobelli editore per la collana I Leggendari - che nasce dalla rivista letteraria Leggendaria.
Comincio intanto a segnalarvi questa bella presentazione del libro stesso, così vi fate un'opinione dalla viva voce delle autrici.
L'esperimento nasce dall'idea ottocentesca di feuilleton e parte da un'iniziativa di Lidia Ravera. Il progetto è quello di una storia scritta da tre voci di donne di tre generazioni diverse, così come lo sono i tre personaggi: Lili, Clara e Ilaria. Sessanta, quaranta e venti anni. Le tre donne si ritrovano - ciascuna per ragioni diverse - nei giorni di Natale sull'isola di Stromboli. E da qui nasce l'incontro tra queste tre vite.
Ciascuna con la sua storia, ciascuna con la propria, variamente mutevole, identità.
A guidare la staffetta letteraria è stata la più grande di età, Lidia Ravera. Le altre due autrici hanno continuato a raccontare le vicende delle rispettive protagoniste trasformando la narrazione in un romanzo strutturato e davvero bello.
Sono tre personaggi complessi e per forza di cose "stereotipati" ma non poi così tanto. A renderli unici è infatti uno stile di scrittura - per tutte e tre - tutt'altro che prevedibile. Dire ogni bene dello stile di Lidia Ravera è facile, ma a colpirmi sono state le due autrici più giovani, sorprendentemente abili e raffinate nel linguaggio, autentiche nella caratterizzazione delle protagoniste.
Una storia piccola che si conchiude nell'arco di pochi giorni (ma nel finale aspettatevi una speranza) e che va in profondità fino a far saltare le barriere psicologiche di personaggi e lettore. Si entra dentro la vita "mentre si era impegnati a fare altri piani", come accade qualche volta nella realtà. Dalle verità dell'animo umano in effetti non si scappa mai, c'è sempre qualcosa o qualcuno che arriva lì, fino alla soglia delle difese, e tenta di entrare, di smuovere le acque. E di acqua, in questo romanzo ambientato in riva al mare, ce n'è tanta. Ci sono emozioni forti e disincanti, cibo e famiglia, tenerezza e sincerità.
Lo consiglio a chi ha voglia di guardare dentro sé con una luce onesta e di ascoltare una vicenda antica e piena di archetipi vestita però da una (anzi tre) scritture contemporanee, professionali e solide.
Una nota a margine: questo libro è stato finalista al Premio Sinbad del quale ho avuto il piacere di fare la giurata.
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