Vikram Seth, Autostop per l'Himalaya, Longanesi |
Aprile, diceva il poeta, è il più crudele dei mesi. Lo sapete voi che lavorate e anche voi che non lavorate. Mese difficile, di corse e tante cose da fare o da sperare di fare insomma per tutti c'è un bel carico di stanchezza.
A vederci però il lato positivo, è anche il mese della primavera, mite e colorata.
Insomma, mese di allergia e di allegria al tempo stesso. Non saprei, infine, dire nemmeno bene io il perché, ma aprile per me è un mese rosso. O meglio la parola "aprile", nella mia testa, è rossa, mentre la primavera è rosa e bianca. Ma bando alle divagazioni.
Ho ricevuto in lettura questo romanzo nel 2014 da Longanesi (ciò può far intuire i miei tempi di lettura oltre che la mole di arretrati che, benché mi ripeta "niente panico", può mettere ansia).
Però che bello, questo libro di viaggio e chi se ne importa se è "vecchio" secondo il rigido schematismo editoriale (non me ne vogliano gli amici editori, ma tant'è).
Intorno a me ci sono mucchi di escrementi secchi di yak e cespugli di fiori gialli. Nel tardo pomeriggio la grandine scende da un cielo assolato. Siamo adesso vicino a Nagqu e il panorama è di nuovo a colori rossi e verdi così accesi da sembrare innaturali. Le acque piovane ristagnano in pozzanghere rosse, i rossi canali di scolo paralleli alla strada sono pieni; la strada stessa, una striscia rossa, si stende su un tappeto verde completamente piatto. Sull'orizzonte si staglia un picco di forma elaborata ma simmetrica, coperto di neve. Dei cavalli vengono condotti verso Nagqu, forse per la fiera annuale e per le corse che vi si tengono in questo periodo dell'anno.
In breve, Vikram Seth è uno scrittore indiano (nato a Calcutta nel 1952). Vi lascio qui un'intervista su you tube in cui parla di amore, perdita e blocco dello scrittore.
Autostop per l'Himalaya è il suo racconto di viaggio che tocca un tragitto che va dalla Cina al Nepal.
Un viaggio che l'autore ha compiuto davvero nel 1981 prima di diventare famoso e di scrivere la gran parte dei suoi libri più letti.
Lo scrittore ama la lingua cinese e la studia all'Università di Nanchino, scoprendone i segreti. Ed è durante una gita organizzata dall'Università che gli viene la folle idea di tornare a piedi attraversando il Tibet e il Nepal. Farà l'autostop su mezzi di fortuna, dovrà spesso cambiare rotta e scoprirà diverse cose di sé e della propria esigenza di avventura.
E dunque mi è parso il libro giusto per il periodo giusto. Non lasciamoci travolgere troppo - se possibile - dalle nostre incombenze quotidiane e vediamo un po' cosa c'è al di là del nostro naso e del nostro Paese. Mi sembra un buon suggerimento nato dalla lettura di questo libro rosso come il cuore e come questo mese di fatica e di risvegli.
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