sabato 3 giugno 2017

Gita al Santuario del Valinotto con la Compagnia di San Paolo.


La settimana scorsa, grazie a un invito della Compagnia di San Paolo, ho avuto la possibilità di partecipare a alla conferenza stampa di presentazione e celebrazione dei lavori di restauro svolti e visitare il Santuario del Valinotto - una magnifica cappella campestre costruita negli anni 1738-39. 

La realizzazione è stata progettata dall'architetto Bernardo Antonio Vittone su una cappella precedente che era un pilone votivo, di cui resta testimonianza attraverso un affresco del XVI secolo che rappresenta la Madonna del latte.

Gli affreschi invece relativi alla costruzione settecentesca sono attribuiti a Pier Francesco Guala. E proprio questi ultimi sono stati oggetto di un'importante opera di restauro, oggi arrivata a compimento e resa possibile proprio dalla Compagnia di San Paolo. 

Sono grata alla Compagnia per le iniziative nelle quali, insieme ad altri colleghi, vengo coinvolta come testimone partecipe. 

Questa gita, in particolare, ha avuto un significato per me. Oltre all'ammirazione per la bellezza degli affreschi e delle architetture del Santuario, ho potuto apprezzare il fatto che questa chiesa sia stata costruita a beneficio dei contadini del posto e che adesso il territorio ha di nuovo il suo luogo di culto nel pieno della sua integrità. 

Siete sul mio blog, dunque vi dico sovente cose di me: sono una ragazza di campagna, nel senso che è dalla campagna canavesana che proviene parte della mia famiglia e dove sono cresciuta (nelle lunghe estati infantili, e pure qualche inverno). Per me la campagna riconnette in modo intenso con i ritmi autentici della natura ed è qui che le persone sono a contatto, bene o male, con il creato, con il mondo, in modo più diretto. Le comunità che, in campagna più che altrove, si stringono intorno alla chiesa locale sono dei mondi ricchissimi per me sia come essere umano che come persona interessata alle storie. Mi viene in mente l'universo di vite che ha creato Kent Haruf nella sua immaginaria Holt. Secondo me, nei nostri territori italiani ci sono vicende altrettanto interessanti ed emozionanti.

Vi dico anche che questa gita cade in un periodo specifico della mia vita: dieci anni fa a quest'ora un fatto molto difficile ha cambiato la vita della mia famiglia e mia in modi tanto trasformativi quanto dolorosi. Dieci anni fa non avevo le risorse, o non credevo di averle, per far fronte a fatti che, nella mia percezione, erano più grandi di me. Osservavo le vite degli altri su facebook (che esisteva già) e mi sentivo ai margini della felicità, priva di speranze, mentre tutti costruivano e ne davano testimonianza visiva sui social network, io nuotavo affannosamente in acque alte, senza vedere la fine del guado. Se mi avessero detto, allora, che dopo dieci anni avrei avuto le energie anche solo per accudire un gattino, come mi sta succedendo ora, o per fare qualcosa di molto bello o semplicemente una gita come quella di sabato scorso, avrei fatto spallucce, rassegnata. 

Invece, e questo post, l'avrete capito, vuole esulare un po' dalla gita in sé. lancio un messaggio nella bottiglia a chi, proprio in questo momento, si sente come ero io allora. Le risorse le abbiamo tutti davvero. In quel momento piano piano ho fatto fronte alle cose, ho avuto degli aiuti, in particolare un'amica che oggi non c'è più che si chiamava Beniamina, un nome da buoni, e sono sicura che tutti voi avete una Beniamina nella vostra vita, basta saperla vedere, che mi ha aiutata in senso pratico a sbrogliare le faccende burocratiche in cui ero un disastro totale. 

Infine adesso è accaduta questa piccola bella opportunità della gita - che descrivo qui a titolo di esempio tra altri e metafora - e dico a te che leggi e magari sei giovane o pensi di essere meno degli altri che può accadere qualcosa di analogo, più o meno simile, in base alla tua vita, e che sarà il segno che la possibilità di stare bene e di sperimentare sentimenti di felicità esiste per tutti.

Non dico che sia facile, ma senz'altro si può. Questi blog servono anche a questo. A dire questo genere di parole a chi non pensa di farcela. 

A tutti gli altri, invece, consiglio comunque di salire in macchina e di fare una visita a questo gioiello architettonico e lasciarsi ispirare da un momento di silenzio e meraviglia. 



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