J.M. Coetzee, La vita degli animali, Adelphi |
Per la rubrica dedicata ai libri e agli autori anglofoni, ho scelto questo mese in realtà un non-inglese.
Non è tanto per allinearmi all'incontrario alla tanto discussa #Brexit - l'idea della rubrica in verità è nata infatti perché la letteratura anglo-americana è un grande interesse che ho da tempo su cui mi sono anche laureata nel 2003, lo stesso anno in cui Coetzee ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura! - quanto per continuare a parlare ancora un po' di animali in senso lato.
Coetzee non è inglese né americano (è nato infatti nel 1940 in Sudafrica) ma ha lavorato e scritto a lungo sia in Inghilterra che in USA, dunque rientra bene a pieno titolo nella mia "cup of caffè".
In questo libro l'autore mette al centro una corposa e articolata conferenza accademica nell'ambito della Gates Lecture presso l'Appleton College nella cittadina di Waltham, che uno dei suoi personaggi più famosi e riusciti - l'anziana romanziera Elizabeth Costello - espone sul tema della relazione tra uomo e animale.
"(...) che genere di anima abbiano gli animali, se siano in grado di ragionare o al contrario agiscano come meri automi, ossia macchine biologiche, se abbiano dei diritti nei nostri confronti o se noi abbiamo unicamente dei doveri nei loro".
Ne consegue una discettazione toccante che interseca anche alcune appassionanti sottotrame. Rapporti tesi tra generazioni, giudizi affrettati, affetti.
Elizabeth non ha alcun titolo, se non quello di scrittrice.
"(...) una persona il cui unico titolo alla vostra attenzione è di aver scritto delle storie su gente inventata"
Eppure tira fuori dal suo cilindro argomentativo un percorso autorevole.
Difficile per noi lettori districare un tema tanto delicato e sottile, che non può essere ridotto alla semplice diatriba vegetariani vs onnivori. Qui si scandaglia invece più in profondità e se ne esce pieni di domande e risposte tali da potersi formare un'opinione o per lo meno con un bagaglio di nozioni ed emozioni un po' più fornito.
Opinione, a mio modesto parere, non tanto sugli animali (argomento pur urgente e appassionante) quanto anche e soprattutto sulla fragilità dell'animo umano.
Buona lettura!