Cerco la liberazione dal male
oscuro che informa la mia vita interiore
come una profezia.
Chiedo il sollievo
da ogni tipo di affanno.
Domando scusa
se ho sbagliato
domando pietà
se ho spergiurato.
Prometto che ucciderò
la mia ombra assassina.
In cambio aspiro a un breve istante
di luce divina.
A mani giunte imploro
un piccola sorpresa.
O un grande grandissimo tesoro.
In ginocchio abbasso la testa in silenzio. Ancora in silenzio. Sempre per sempre in silenzio.
giovedì 30 luglio 2009
mercoledì 29 luglio 2009
14.30
Alle 14.30 in via Monginevro a Torino gli operai lavorano sotto il sole. Indossano divise arancioni fluorescenti. Molti superano i 50 anni. Fumano sigarette e parlano poco. Hanno la pelle cotta, i capelli lunghi che si appiccicano sulla fronte. Non smettono mai di lavorare tranne che per un panino e una birra. In testa portano un berretto da baseball sbiadito.
Avevo.
Avevo un gatto grigio e bianco
che giocava con me.
Si muoveva goffamente e graffiava e regalava
a me
e al mondo intero i suoi musi e i suoi occhi gialli.
Avevo giocattoli, dolcetti e ancora una pedina da muovere.
Avevo tempo & spazio ancora
infinitamente per me.
Avevo una possibilità, una realtà, una verità, una città
alla finestra da guardare.
Poi le carte sono volate via dal balcone spargendo cuori e denari sul marciapiede.
Poi le pedine sono cadute a una a una dalla tavola e mangiate dai cani neri.
Il gatto e gli occhi gialli, via. Nella fine della fine.
Quindi oggi dietro l'angolo che c'è ancora da svoltare ignoro ciò che potrei ancora e ancora vedere.
Sono come una fantina in sella a un cavallo stanco. Le mani bruciate dalle redini e la stretta che abbandona le anche.
Ma solo i vili lasciano la presa. Solo il vigliacco arretra.
E chi è senza peccato scagli la prima pietra.
che giocava con me.
Si muoveva goffamente e graffiava e regalava
a me
e al mondo intero i suoi musi e i suoi occhi gialli.
Avevo giocattoli, dolcetti e ancora una pedina da muovere.
Avevo tempo & spazio ancora
infinitamente per me.
Avevo una possibilità, una realtà, una verità, una città
alla finestra da guardare.
Poi le carte sono volate via dal balcone spargendo cuori e denari sul marciapiede.
Poi le pedine sono cadute a una a una dalla tavola e mangiate dai cani neri.
Il gatto e gli occhi gialli, via. Nella fine della fine.
Quindi oggi dietro l'angolo che c'è ancora da svoltare ignoro ciò che potrei ancora e ancora vedere.
Sono come una fantina in sella a un cavallo stanco. Le mani bruciate dalle redini e la stretta che abbandona le anche.
Ma solo i vili lasciano la presa. Solo il vigliacco arretra.
E chi è senza peccato scagli la prima pietra.
martedì 28 luglio 2009
Esercizi di sopravvivenza.
Esercizio, credo, numero 5: cucinare. Semplice, scontato ma di sicuro effetto. Vi trascrivo la mia ricetta per realizzare le ricette e quindi sopravvivere.
Sfogliate una rivista di cucina qualsiasi - se è Sale & Pepe però vi sentirete più importanti - oppure un ricettario nascosto nei più oscuri anfratti della vostra biblioteca, se ne avete una. Altrimenti cercate su internet o chiedete consiglio a un parente. Procuratevi, per farla breve, una ricetta. Facile ma un po' ambiziosa. Che contenga almeno un elemento nuovo rispetto ai vostri abituali cavalli di battaglia.
Recatevi dunque al più vicino supermercato. Acquistate il necessario con oculatezza. Non spendete un euro più del dovuto, non comprate nient'altro che gli ingredienti scritti in precedenza di vostro pugno su un foglietto bianco. Tornate dunque a casa camminando piano e assaporate il piacere di portare un sacchetto insolitamente leggero. Arrivate a casa tranquilli, senza affanno. Riponete i materiali nel frigo o nella credenza, se ne avete una.
Poi, benché non affaticati, riposate. Distraetevi con altre faccende di lavoro o domestiche.
Dopo qualche ora, in tempo per la cena, incominciate. Lavate bene le mani guardandovi negli occhi allo specchio e vincendo la vostra naturale ritrosia. Siete chef nell'anima, stasera. Non dimenticatelo.
Sgombrate la mente e la tavola dalle cianfrusaglie. Accendete pure la televisione. Indossate un grembiulino, se ne avete uno. E immergetevi in questa avventura dei cinque sensi. Senza dimenticare il sesto.
E buon appetito!
Sfogliate una rivista di cucina qualsiasi - se è Sale & Pepe però vi sentirete più importanti - oppure un ricettario nascosto nei più oscuri anfratti della vostra biblioteca, se ne avete una. Altrimenti cercate su internet o chiedete consiglio a un parente. Procuratevi, per farla breve, una ricetta. Facile ma un po' ambiziosa. Che contenga almeno un elemento nuovo rispetto ai vostri abituali cavalli di battaglia.
Recatevi dunque al più vicino supermercato. Acquistate il necessario con oculatezza. Non spendete un euro più del dovuto, non comprate nient'altro che gli ingredienti scritti in precedenza di vostro pugno su un foglietto bianco. Tornate dunque a casa camminando piano e assaporate il piacere di portare un sacchetto insolitamente leggero. Arrivate a casa tranquilli, senza affanno. Riponete i materiali nel frigo o nella credenza, se ne avete una.
Poi, benché non affaticati, riposate. Distraetevi con altre faccende di lavoro o domestiche.
Dopo qualche ora, in tempo per la cena, incominciate. Lavate bene le mani guardandovi negli occhi allo specchio e vincendo la vostra naturale ritrosia. Siete chef nell'anima, stasera. Non dimenticatelo.
Sgombrate la mente e la tavola dalle cianfrusaglie. Accendete pure la televisione. Indossate un grembiulino, se ne avete uno. E immergetevi in questa avventura dei cinque sensi. Senza dimenticare il sesto.
E buon appetito!
Mai raccontare i sogni.
Questa notte ho sognato di essere a Roma. Città che nella realtà purtroppo non ho mai ancora visitato. In questa Roma immaginaria saltavo a grandi balzi tra monumenti enormi, bianchi, sconvolgenti. Dietro di me, una coppia con un bambino nella culla. Il papà del bambino diceva:
- Non sa parlare.
E io:
- Non vi preoccupate, è ancora così piccolo.
- Non sa parlare.
E io:
- Non vi preoccupate, è ancora così piccolo.
sabato 25 luglio 2009
Colazione da Tiffany.
"Mi sono accorta che per sentirmi meglio mi basta prendere un taxi e farmi portare da Tiffany. E' una cosa che mi calma subbito, quel silenzio e quell'aria superba: non ci può capitare niente di brutto là dentro, con quei cortesi signori vestiti così bene, con quel simpatico odore d'argento e di portafogli di coccodrillo. Se riuscissi a trovare un posto vero e concreto dove abitare che mi desse le medesime sensazioni di Tiffany, allora comprerei un po' di mobili e darei un nome al gatto".
(Truman Capote, Colazione da Tiffany)
P.s. Pensavo al valore di quei posti in cui ci sembra che non possa accaderci nulla di strano. Nell'infanzia erano molti, come molti erano quelli, di contro, in cui ci si sentiva in pericolo. Crescendo è un amalgama più incerta, dove il bene e il male si affiancano e camminano a braccetto.
(Truman Capote, Colazione da Tiffany)
P.s. Pensavo al valore di quei posti in cui ci sembra che non possa accaderci nulla di strano. Nell'infanzia erano molti, come molti erano quelli, di contro, in cui ci si sentiva in pericolo. Crescendo è un amalgama più incerta, dove il bene e il male si affiancano e camminano a braccetto.
giovedì 23 luglio 2009
Vedo e non vedo.
Quando sono stanca mi capita di sfrecciare per la città in affanno senza vederne le meraviglie, i casi strani, i personaggi.
mercoledì 22 luglio 2009
Vorrei essere qui.
martedì 21 luglio 2009
Occhiaie.
Si formano sul volto subdole, penso la notte. Quando siamo più vulnerabili. E lì restano. Viola, per sempre.
E' notte alta e sono sveglia.
Sono qui all'una e trenta di notte a ripensare a un piccolo episodio di oggi. Sono capitata su una panchina a dover far passare 10 minuti. Dalla panchina vedevo un giardinetto per bambini. Dentro il giardinetto recintato, una nonna con i suoi due nipoti. Quello che ho visto è una scena che non avrei mai voluto vedere: un nonna nervosa, sfaticata, appesantita. Ha trascorso quei 10 minuti a sgidare i bambini che, credetemi, erano buoni e tranquilli, anche troppo. La bambina, avrà avuto sui 6 anni, a un certo punto ha preso un dolcetto che la nonna reggeva con l'intenzione evidente di offrirglielo. Ha subito ritratto la mano e ha esclamato:
- Oh, è appiccicoso!
E la nonna:
- E chi ti ha detto di toccarlo?
(gridando con violenza)
Mentre l'altro nipotino si dondolava sconsolato a pancia in giù sull'altalena.
Nel frattempo mi sono passate davanti una donna e una bimbetta sui 2 anni. Con le treccine e, giuro, faceva il moonwalk di Michael Jackson guardandomi per cercare conferme. La mamma, due metri più avanti, sbraitava:
- Basta, andiamo, è tardi.
(rimarcato ottocento volte)
Allora io ho pensato, e avrei voluto alzarmi per chiederlo alle dirette interessate: ma perché? Cosa vi hanno fatto questi bambini per riservare loro tutti questi rimproveri, tutte queste continue manifestazioni di insofferenza tenace, di fastidio cronico. Ma io dico, avete la fortuna di essere ancora vive (e la nonna di aver raggiunto anche la sua veneranda età), in salute. Siete qui, all'aperto, ai giardini: ma chi vi corre dietro? E' tardi per cosa? Per chi? E poi: siete in compagnia dei tesori più preziosi che la vita poteva regalarvi: i vostri bambini. Ma siate felici, sorridete un po' ai vostri nipotini, ai vostri figli piccoli. Con tutto il male che c'è nel mondo. Eccheccavolo.
- Oh, è appiccicoso!
E la nonna:
- E chi ti ha detto di toccarlo?
(gridando con violenza)
Mentre l'altro nipotino si dondolava sconsolato a pancia in giù sull'altalena.
Nel frattempo mi sono passate davanti una donna e una bimbetta sui 2 anni. Con le treccine e, giuro, faceva il moonwalk di Michael Jackson guardandomi per cercare conferme. La mamma, due metri più avanti, sbraitava:
- Basta, andiamo, è tardi.
(rimarcato ottocento volte)
Allora io ho pensato, e avrei voluto alzarmi per chiederlo alle dirette interessate: ma perché? Cosa vi hanno fatto questi bambini per riservare loro tutti questi rimproveri, tutte queste continue manifestazioni di insofferenza tenace, di fastidio cronico. Ma io dico, avete la fortuna di essere ancora vive (e la nonna di aver raggiunto anche la sua veneranda età), in salute. Siete qui, all'aperto, ai giardini: ma chi vi corre dietro? E' tardi per cosa? Per chi? E poi: siete in compagnia dei tesori più preziosi che la vita poteva regalarvi: i vostri bambini. Ma siate felici, sorridete un po' ai vostri nipotini, ai vostri figli piccoli. Con tutto il male che c'è nel mondo. Eccheccavolo.
domenica 19 luglio 2009
Un bel personaggio.
Lavorava a dir poco diciotto ore al giorno; e anche il Sabato, invece di riposarsi, se ne andava piuttosto ad ascoltare la predica di qualche dotto (...). Era soddisfatto del suo lavoro così come della sua religione ebraica. Mi sembra di non aver mai sentito un "no" uscire dalle sue labbra. Tutta la sua vita era un unico grande "sì".
(Isaac B. Singer, Un giorno di felicità)
(Isaac B. Singer, Un giorno di felicità)
venerdì 17 luglio 2009
Caldissimo.
Con questo super caldo, non so voi, ma io non riesco a pensare né a vedere con chiarazza ciò che mi circonda. L'unica voce che sento rimbombare nel mio cervello è quella del coretto di bambini che canta:
Tutti qui
tutti lì
arriva Topolin!
Tutti lì
tutti qui
arriva Paperin!
:)
Tutti qui
tutti lì
arriva Topolin!
Tutti lì
tutti qui
arriva Paperin!
:)
martedì 14 luglio 2009
Capelli viola.
Ieri la meraviglia mi si è presentata sotto casa, appena varcata la soglia del portone, alle nove del mattino. Una stupenda vecchietta, sulla novantina, con i capelli tinti di viola. Eccentricità vintage o errore del parrucchiere?
venerdì 10 luglio 2009
Autolavaggio a mano.
Non solo il vecchietto col cappello da baseball popola la scena di Corso Trapani all'ora di pranzo. Sappiate che ci sono anche altre creature. Tra queste, il pulitore di automobili. Un signore distinto che si avvicina alle auto con lentezza, sperando di non essere notato. E invece io lo noto. E noto anche che arriva proprio a un centimetro dalle carrozzerie e come un furetto allunga svelto un dito e lo agita più volte sulla macchiolina di fango. Così per la maggioranza delle auto parcheggiate. Rifletterei su questo generoso personaggio che agisce alla luce del sole per il bene della comunità.
Profondo Rosso.
Geniale l'idea della proiezione del film di Dario Argento nella piazza (CLN a Torino) in cui sono state girate alcune scene fondamentali del capolavoro. Idea geniale degli organizzatori del Traffic Free Festival, per inaugurare la serie di eventi estivi gratuiti diventata ormai tradizionale per la città. Davvero geniale secondo me.
http://www.trafficfestival.com/
Camminando sulla luna.
Io mi addormenterò questa notte pensando ai simpatici moonwalkers che potete ammirare nel link!
http://www.eternalmoonwalk.com/
http://www.eternalmoonwalk.com/
mercoledì 8 luglio 2009
Ancora il bimbetto!
Passavo poco fa da Via Monginevro, ed eccolo di nuovo lì. Il bimbetto. Guardava il nonno come se questo fosse Babbo Natale. E infatti, a un certo punto, gli chiede:
- Nevica?
Ma il nonno, troppo abbacchiato per il calore, non ha reagito e ha continuato a fissare il vuoto da dietro ai grandi occhiali da sole riflettenti.
Avrei voluto rispondergli io:
-Non nevica, bimbetto, ma anch'io vorrei che nevicasse. Se per te oggi nevica, per me va bene. E poi, quando sarai grande e ti sentirai affannato, non solo per il caldo, ricordati di questo momento in cui sei stato così innocente, così geniale, così matto da credere che possa cadere un fiocco di neve l'8 di luglio e trova sollievo in questo ricordo. Metti un po' di quello che sei oggi nell'uomo che sarai domani. E per un secondo ti sentirai almeno un po' felice.
Comunque invece non ho risposto niente e ho tirato dritto. Troppo afflitta dal caldo appiccicoso per pensare più a niente.
- Nevica?
Ma il nonno, troppo abbacchiato per il calore, non ha reagito e ha continuato a fissare il vuoto da dietro ai grandi occhiali da sole riflettenti.
Avrei voluto rispondergli io:
-Non nevica, bimbetto, ma anch'io vorrei che nevicasse. Se per te oggi nevica, per me va bene. E poi, quando sarai grande e ti sentirai affannato, non solo per il caldo, ricordati di questo momento in cui sei stato così innocente, così geniale, così matto da credere che possa cadere un fiocco di neve l'8 di luglio e trova sollievo in questo ricordo. Metti un po' di quello che sei oggi nell'uomo che sarai domani. E per un secondo ti sentirai almeno un po' felice.
Comunque invece non ho risposto niente e ho tirato dritto. Troppo afflitta dal caldo appiccicoso per pensare più a niente.
martedì 7 luglio 2009
Bimbetto di Via Monginevro.
L'avevo già notato altre volte ma oggi, la svolta. Parlo di un bimbetto sui 4 anni che gioca tutti i giorni prima di pranzo su un gradino del marciapiede di Via Monginevro. Lo vedo, lui mi vede. Il nonno lo tiene d'occhio poco distante chiacchierando con un amico anziano. Il bimbetto vive nel suo mondo. Il bidone dell'immondizia, ai suoi occhi, diventa una montagna incantata color smeraldo. Il marciapiede, una landa deserta. I piccioni, draghi. Le vetrine, specchi magici. Le donne che fanno la spesa, streghe cattive, fatine buone, matrigne, principesse. I cani sono cavalli al galoppo. Il nonno: il cavaliere coraggioso. L'amico del nonno, il prode aiutante. Le pozzanghere, stagni abitati da creature della notte, il tram è una saetta di fuoco che trafigge il muro del suono.
Quando passo io, di solito si sposta in un angolino, si schiaccia tutto contro il portone. Questa mattina invece mi ha teso un agguato. Come i gattini che si acquattano, dimenano la coda e il sedere puntando la preda e poi scattano in un balzo. Così anche lui mi ha vista da lontano, ha preso la mira ed è saltato giù dal gradino un secondo prima che io passassi. Stavo parlando al cellulare ma l'ho guardato spostandomi come un gigante tramortito, per fargli capire che mi aveva colpita e affondata. Lui mi ha sorriso e gli brillavano i dentini e gli occhi vispi color nocciola. Stupendo, meraviglioso, dolcissimo bimbetto di Via Monginevro!
Quando passo io, di solito si sposta in un angolino, si schiaccia tutto contro il portone. Questa mattina invece mi ha teso un agguato. Come i gattini che si acquattano, dimenano la coda e il sedere puntando la preda e poi scattano in un balzo. Così anche lui mi ha vista da lontano, ha preso la mira ed è saltato giù dal gradino un secondo prima che io passassi. Stavo parlando al cellulare ma l'ho guardato spostandomi come un gigante tramortito, per fargli capire che mi aveva colpita e affondata. Lui mi ha sorriso e gli brillavano i dentini e gli occhi vispi color nocciola. Stupendo, meraviglioso, dolcissimo bimbetto di Via Monginevro!
sabato 4 luglio 2009
Tiziano Scarpa.
Ecco il vincitore dello Strega 2009. Leggerò al più presto il suo Stabat Mater. La trama mi incuriosisce non poco. A me non dispiace affatto questo scrittore e poeta, anzi. Ho letto solo Cosa voglio da te, nel 2003, ripromettendomi di scoprire altri suoi libri. Avevo poi ascoltato un suo racconto alla radio di cui non ricordo il titolo ma che mi aveva commossa fino alle lacrime. Bè, sono proprio contenta per lui!
Tra parentesi: ho letto un po' di articoli sulle polemiche legate al premio. Saranno anche fondate ma è pur vero che vincono sempre lavori di qualità, su questo almeno non ci sono dubbi.
Uff, sarà la canicola insopportabile da forno, ma in questi giorni provo molto fastidio per gli accesi dibattiti e le dietrologie! Chiusa parentesi.
Tra parentesi: ho letto un po' di articoli sulle polemiche legate al premio. Saranno anche fondate ma è pur vero che vincono sempre lavori di qualità, su questo almeno non ci sono dubbi.
Uff, sarà la canicola insopportabile da forno, ma in questi giorni provo molto fastidio per gli accesi dibattiti e le dietrologie! Chiusa parentesi.
venerdì 3 luglio 2009
Ondate di felicità.
Ondate, litri di acqua scrosciano giù dal cielo ieri sera. Personalmente, mi trovavo a Superga, sulla "dentiera". Un trenino con i sedili di legno che ci riportava giù alla stazione Sassi.
Insieme a noi, una coppia mista stupenda (lui nero lei bianca), una mammina torinese bellissima con due bambini, un maschio e una femmina, la piccola con lineamenti orientali: una carnagione e un viso meravigliosi, un sorriso che illuminava lo scompartimento. Altri tre bimbetti e le loro rispettive mamme indaffarate. Un tizio solitario con certi anelli d'oro alle dita. Una ragazza magra, molto magra con i capelli rossi e il naso aquilino. Una signora spagnola con la cartina di Torino sulle ginocchia.
Tornati in città, la casa era semiallagata. La luce è saltata alle nove meno un quarto, mentre la lavastoviglie vorticava a tutto spiano, nel bel mezzo di Un Posto al Sole. L'indomani mattina, in qualità di pedone, sono incappata nella classica ondata rossa di TUTTI i semafori di Borgo San Paolo e Cenisia. E l'ascensore ha percorso TUTTO il palazzo cui ero diretta, compresi i sotterranei -1 e -2. Ho trovato chiusa la pizzeria Gino dove volevo rifocillarmi della migliore farinata del quartiere (secondo me del mondo). Un libro che ho prenotato 2 settimane fa non è ancora arrivato per insoddisfacenti cause tecniche ma ciononostante, io sono molto molto infinitamente felice. Queste ondate di micro sfighe quotidiane non mi hanno abbattuta né scalfita, anzi. Sono molto felice. La vita stessa, in quanto tale, per il solo fatto di vivere, al solo pensiero di essere viva, divento felice. E' un'ottima sensazione, la consiglio tutte le sere, prima di coricarvi. Non è successo niente di che, solo pensando di essere viva mi è esploso un fuoco d'articifio di allegria nel cuore che ora zampilla fuori da me attraverso gli occhi e le punte delle dita e non posso fare a meno di scriverlo!
Insieme a noi, una coppia mista stupenda (lui nero lei bianca), una mammina torinese bellissima con due bambini, un maschio e una femmina, la piccola con lineamenti orientali: una carnagione e un viso meravigliosi, un sorriso che illuminava lo scompartimento. Altri tre bimbetti e le loro rispettive mamme indaffarate. Un tizio solitario con certi anelli d'oro alle dita. Una ragazza magra, molto magra con i capelli rossi e il naso aquilino. Una signora spagnola con la cartina di Torino sulle ginocchia.
Tornati in città, la casa era semiallagata. La luce è saltata alle nove meno un quarto, mentre la lavastoviglie vorticava a tutto spiano, nel bel mezzo di Un Posto al Sole. L'indomani mattina, in qualità di pedone, sono incappata nella classica ondata rossa di TUTTI i semafori di Borgo San Paolo e Cenisia. E l'ascensore ha percorso TUTTO il palazzo cui ero diretta, compresi i sotterranei -1 e -2. Ho trovato chiusa la pizzeria Gino dove volevo rifocillarmi della migliore farinata del quartiere (secondo me del mondo). Un libro che ho prenotato 2 settimane fa non è ancora arrivato per insoddisfacenti cause tecniche ma ciononostante, io sono molto molto infinitamente felice. Queste ondate di micro sfighe quotidiane non mi hanno abbattuta né scalfita, anzi. Sono molto felice. La vita stessa, in quanto tale, per il solo fatto di vivere, al solo pensiero di essere viva, divento felice. E' un'ottima sensazione, la consiglio tutte le sere, prima di coricarvi. Non è successo niente di che, solo pensando di essere viva mi è esploso un fuoco d'articifio di allegria nel cuore che ora zampilla fuori da me attraverso gli occhi e le punte delle dita e non posso fare a meno di scriverlo!
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