Avevo un gatto grigio e bianco
che giocava con me.
Si muoveva goffamente e graffiava e regalava
a me
e al mondo intero i suoi musi e i suoi occhi gialli.
Avevo giocattoli, dolcetti e ancora una pedina da muovere.
Avevo tempo & spazio ancora
infinitamente per me.
Avevo una possibilità, una realtà, una verità, una città
alla finestra da guardare.
Poi le carte sono volate via dal balcone spargendo cuori e denari sul marciapiede.
Poi le pedine sono cadute a una a una dalla tavola e mangiate dai cani neri.
Il gatto e gli occhi gialli, via. Nella fine della fine.
Quindi oggi dietro l'angolo che c'è ancora da svoltare ignoro ciò che potrei ancora e ancora vedere.
Sono come una fantina in sella a un cavallo stanco. Le mani bruciate dalle redini e la stretta che abbandona le anche.
Ma solo i vili lasciano la presa. Solo il vigliacco arretra.
E chi è senza peccato scagli la prima pietra.
2 commenti:
grazie! è proprio quello che ci voleva ;)
Grazie a te di averla letta...
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