lunedì 4 luglio 2011

Nel laghetto.

Il laghetto è né grande né piccolo, dipende dai punti di vista, più piccolo che grande comunque, ma grande, decisamente grande per chi non è abituato a vedere laghetti e soprattutto grande per i suoi abitanti, che lo considerano una vera casa, forse una città.

C'è la tartaruga in cima a un sasso che si erge dall'acqua verde all'ombra degli alberi ancora più verdi e dei giunchi verdissimi. C'è proprio un istante in cui tutto è infinitamente verde, solo verde. Lì la tartaruga verde cerca un raggio di sole senza scottarsi: è un'impresa difficile il cui risultato è un guscio secco e riarso. La testa con le orecchie rosse (ma sono orecchie?) si estende al suo massimo ad annusare l'aria e a muoversi a scatti a ogni fruscio o a ritrarsi svelta quando è necessario.

C'è una papera. Nuota avanti e indietro e mangia - ispeziona con il becco - tutto quello che trova, mi pare la più tranquilla del lago.

Ci sono due simili a polli ma neri con un ciuffo bianco. Agitati.

C'è un germano reale che non ha le idee chiarissime sulla posizione da tenere, ma è molto carino, ha la testa luccicante, e gli altri sembrano tollerarlo senza problemi.

C'è un grosso pesce, è argentato a pallini scuri. Occupa molto spazio ma è discreto, fluido, quieto, poderoso. Nessuno lo disturba, lui non disturba nessuno, anzi è ben disposto verso i pesci più piccoli che gli ronzano intorno sì, ma a debita distanza.

Ci sono altre tartarughe nuotatrici, più piccole o più grandi di quella sul sasso: mi chiedo se anche a loro piacerebbe starsene un po' lì su a prendere l'ombra/sole e a lasciar asciugare un po' il guscio. Forse sì, ma l'altra non si smuove, poiché ha conquistato la posizione.

Infine c'è il cigno. Gira sempre nello stesso piccolo perimetro. Vederlo attraversare il lago è impossibile: poiché tutti lo scoprirebbero e lui invece nasconde la sua bellezza, di cui è ignaro. Chiunque vorrebbe toccare le sue piume bianche o la sua schiena.

I passerotti alla spicciolata si posizionano sulle staccionate, a presidiare tutto quanto scambiandosi rapidi sguardi. Mentre tra la strada sterrata e il lago, nell'interstizio di erbe e fiori selvatici, le api si immergono con notevole piacere dentro i fiori lilla e gialli, e li lasciano poi tramortiti a ondeggiare sui loro steli, nell'estate che va avanti.

Il cielo è blu, il vento accarezza la luce e le nuvole come mani tra i capelli.

2 commenti:

pencil ha detto...

i polli neri col ciuffetto bianco si chiamano folaghe ;)
ultimamente le utlime righe dei tuoi post sarebbero tutte da incorniciare.

noemi ha detto...

@pencil: folaghe :D sono stupende e simpaticonissime hehe

grazie grazie!!