mercoledì 25 luglio 2012

Il baratto.

                                                                       
Immagine da qui.

Placido porta una camicia di un rosa acceso, che a guardarla abbaglia, soprattutto quando appare di colpo sul marciapiede all'ora di pranzo di un giorno di luglio così caldo che il cemento sembra tremare in lontananza, come sabbia nel deserto.

In un sacchetto di plastica Placido, che lavora in cartoleria, ha messo un quaderno piccolo, con un dipinto di Van Gogh stampato sulla copertina. Barche di pescatori sulla spiaggia. Il nome del quadro. E una biro.

Entra in panetteria. Margherita e Wilma (ma la chiamano tutti Wendy) lo salutano come si saluta un coinquilino, con la stessa naturalezza con cui si dice buongiorno a qualcuno che divide la casa con te, un progetto, uno stato d'animo, un pensiero, un battito cardiaco.

Solo adesso vedo che tra le pagnotte sfuse, più precisamente tra il multicereali e l'integrale, spunta un sacchetto con scritto Placido in pennarello indelebile. Wendy-Wilma acciuffa il sacchetto come se Placido fosse un cliente qualunque. 

Lui si gratta l'orlo del grande orecchio a sventola sinistro. Si aggiusta gli occhiali. Placido è grosso, ma delicato. Non guarda mai dritto, bensì punta a 45°, come se cercasse qualcosa per terra.

Quindi si scambiano questi sacchetti. Un quaderno a quadretti con biro, in cambio di un sacchetto pieno di pane. Penso che ci sta rimettendo Placido, quando vedo che Margherita si avvicina con una bottiglia di latte fresco, che le panettiere conservano in un mini-frigo insieme a insalate in busta, uova, succhi di frutta, yogurt e formaggi, salumi confezionati. 

La mano paffuta ma forte di Placido afferra i suoi tesori. Sembra di quelle persone che non sono insofferenti per il caldo. Ha una sua omeostasi, un suo equilibrio misterioso che lo rende invulnerabile alle noie del mondo. Anche se però come pegno gli sottrae qualcosa: Placido è stato illuminato e derubato dagli dei nello stesso momento. 

Comunque qui c'è un baratto. Infatti lui non ci pensa neanche a tirare fuori il portafoglio. Né Margherita apre la cassa mentre aggiunge alla spesa un dolcetto alle mele. 


7 commenti:

Anonimo ha detto...

io caldeggio il baratto, va assolutamente riproposto e valorizzato! baci Ilaria frolllini

noemi ha detto...

@Ilaria: :)grazie per la visita! Anche se forse è un po' un'utopia, non sarebbe male in alcune circostanze...

Anonimo ha detto...

sempre belli questi finali con quell'abile svolazzo

noemi ha detto...

Grazie @Anonimo a te che li leggi :)

claudia maltese ha detto...

cosa scrive placido nel suo quaderno? o magari ci disegna su qualcosa?

poche righe e mi ci sono già affezionata. brava brava, come ogni volta. ♥
poi se ti va, ti ho lasciato un premio qui -> http://claccalegge.blogspot.it/2012/07/premio-shawqui.html

noemi ha detto...

@claclina: ciao :) ma grazie per il premio!! Ora vado a leggere :) Cosa scrive Placido?? Giusto...

Anonimo ha detto...

Credo nel baratto almeno tanto quanto nella grammatica :-)