Non di sole brutte notizie vive l'uomo. La premessa però è doverosa: come tutti (e chi non lo sapesse sta per saperlo...) forse saprete, la crisi economica pervasiva non ha risparmiato un ambito già di per sé vulnerabile come quello editoriale. Dunque è facile lasciarsi prendere dallo sconforto e ascoltare solo più le spinte e le voci pessimistiche, farsi deprimere, detto in soldoni. Ma ciò è profondamente sbagliato. Ovvero è sbagliato perché controproducente su tutti i fronti. L'editoria e tutta la sua filiera è un po' infatti come se fosse la casa e il porto dell'arte della scrittura. L'arte della scrittura (e questo lo sapete di sicuro) è qualcosa di molto importante e prezioso per una società, è una forma di apprendimento profonda, di salvezza da molti guai, non solo di svago, ed è ciò che (insieme ad altre cose ovviamente) può rendere davvero la vita degna di essere vissuta. In questo panorama dunque, sotto i dardi di un mondo in malinconico subbuglio, ecco che nascono nuovi progetti. Tutti in definitiva conosciamo la forza del nascere, quanta energia vitale esista in una nuova creatura, e soprattutto quanta ve ne sia nei momenti difficili. Personalmente, poi, ho imparato a ringraziare e a benedire i momenti difficili. Per carità, li patisco come tutti, ma li ringrazio perché qualche volta fanno nascere gemme di possibilità umane e lavorative altrimenti insperate. Ed ecco infatti che in uno dei peggiori momenti storici per quanto riguarda la crescita del nostro paese, nasce un progetto nuovo di zecca. Si chiama Pastrengo ed è una agenzia letteraria e contemporaneamente anche una rivista. Non conosco personalmente tutti i componenti del gruppo che ha dato vita all'idea, ma mi fido del modo sobrio e incisivo in cui hanno scelto di partire e di raccontarsi. Per capire cosa intendo, visitate il sito qui!
Last but not least, ho avuto la possibilità di porre a Pastrengo alcune domande e curiosità che mi sono saltate in mente: questa è l'intervista che ho realizzato per voi che leggete questo blog, spero vi incuriosirà. Buona lettura.
Pastrengo è un progetto appena nato ma già forte di una consapevolezza: la qualità, in letteratura come in ogni ambito, premia. Sia come agenzia letteraria sia come rivista, infatti, avete scelto di cercare e prendervi cura di autori di talento. Potete darmi, in poche righe, una vostra definizione di talento? Come deve essere un testo per colpirvi?
La verità è che non abbiamo una definizione di “talento”, non c’è un decalogo delle caratteristiche che un libro deve possedere per colpirci. Abbiamo ovviamente dei punti di riferimento a livello letterario, dei gusti e delle preferenze maturati nel tempo, ma spaziano tantissimo. E quando leggiamo qualcosa può lasciarci indifferenti la perfezione, può invece scuoterci una nota apparentemente stonata.
Nella scelta degli autori da rappresentare e dei racconti da pubblicare ci facciamo dunque guidare prima di tutto dall’istinto e dalle sensazioni, ma in questo è fondamentale l’esperienza maturata nel tempo in ambito editoriale. È chiaro, poi, per quanto riguarda l’agenzia, che alla base ci sono anche delle valutazioni commerciali da fare: dobbiamo sempre tenere presente che, in questo caso, non siamo noi la destinazione ultima del testo, ma le case editrici.
Alla fine, però, al di là dei tanti discorsi che si possono fare, si riduce tutto a quella che è, se vogliamo, la più banale delle questioni: se a lettura conclusa la storia, il protagonista, lo stile continuano a ronzarci in testa vuol dire che probabilmente abbiamo tra le mani qualcosa su cui valga davvero la pena lavorare.
Si usa dire che il mondo editoriale sia saturo e invece - mia modesta opinione - mai come in passato c'è l'esigenza di novità. Trovo davvero apprezzabile, in questa ottica, la vostra scelta di osservare il lavoro letterario che nasce dal web. Da cosa deriva questa scelta? Si tratta di una decisione dettata dalla vostra esperienza di lettori e operatori culturali?
Il nostro percorso in campo editoriale è partito una decina d’anni fa dalla fascinazione per le riviste letterarie, cartacee e online. Da «’tina» a «Eleonore Rigby», da «FaM» al «Maltese Narrazioni». Ne abbiamo aperte di nostre («Colla», «Follelfo»), abbiamo continuato a seguire con interesse tutto ciò che accadeva in questo ambito, siamo stati felici di veder nascere intorno a noi progetti nuovi e lo siamo nel notare come negli ultimi tempi ci sia di nuovo fermento. Ovviamente negli anni sono cambiate tante cose e alle riviste “tradizionali” si sono aggiunti sul web moltissimi luoghi dove la scrittura viene esercitata, a volte con qualità, spesso con costanza e impegno. In mezzo a questa apparente confusione si nascondono nuovi autori e possibili progetti editoriali interessanti. Per questo ci proponiamo di tenere gli occhi sempre ben aperti, scandagliare la rete con attenzione e restare costantemente aggiornati.
Il ruolo dell'autore sta cambiando: raramente persistono gli "scrittori puri" e sempre più numerose sono le figure complesse che operano su diversi media: vi rivolgete a questo tipo di persone?
Oggi si dà molto più spazio rispetto a prima a quelle che giustamente identifichi come delle figure autoriali “complesse”, soprattutto all’interno dei grandi gruppi editoriali. Ma gli “scrittori puri” continuano a esserci, sono tanti e sono ciò che maggiormente ci interessa. Questo non significa che non guardiamo con molta curiosità anche al resto. Alla fine, come sottolineavi tu, il nostro principale parametro di scelta resta la qualità del testo: se sei molto seguito sul web e hai fatto un bel libro, per noi va bene; se sei molto seguito sul web e hai fatto un brutto libro, per noi non va bene.
Curiosità personale: quali sono gli autori del passato che vorreste avere oggi nella vostra scuderia se solo potessero tornare a vivere?
Francesco: Carlo Manzoni. Almeno avrei tutti i suoi libri, non girerei bancarelle come una trottola sperando di trovarli.
Michele: Giovanni Arpino. Bravo, prolifico e poliedrico: praticamente il sogno di qualsiasi agenzia letteraria.
Ringrazio "i Pastrengo" per queste risposte puntuali e interessanti: se siete autori, scrittori e lettori, cercateli e in bocca al lupo!
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