Il Salone del libro per me comincia domani, il 19 maggio.
Per tutti questi trenta lunghi anni, ci sono stata. Dalla prima edizione, in cui ero una bambina, attraversando tutti i cambiamenti interni, interiori, esterni ed esteriori della città. Ci sono stati anni in cui ci ho lavorato dentro, e allora ero lì alle nove del primo giorno, carica di energie ed emozioni. C'è stato l'anno in cui andavo di stand in stand con una tazzina azzurra dell'Ikea, per far conoscere il mio blog, il mio piccolo nuovo progetto che nasceva. Anni, invece, in cui ci passavo poco tempo, come questa volta, perché per mille ragioni avevo degli impegni fuori. Quest'anno, ad esempio, lavoro un po' dentro ma di più fuori e così potrò esserci solo nei momenti in cui dovrò fare qualcosa di specifico. Ci sono stati anni che credevo felici, anni che credevo tristi. Anni interlocutori, anni ricchi di eventi.
Il Salone ha fatto parte della mia formazione umana e professionale come una sorta di scuola o corso intensivo. Ed è stato importante. Ci ho scritto fiumi di inchiostro sopra, ho confluito nel Salone tante aspettative e tanti, tanti, tanti sogni.
Sono felice di trascorrere anche quest'anno alcune ore di questo #SalTo30 in quel Lingotto spazioso che accoglie tutti e che per tutto questo tempo ha accolto anche me. Sono felicissima, infine, dei risultati di pubblico e di notorietà che questa edizione sta ottenendo, traggo anche io il beneficio di tutte queste nuove idee e prospettive. Non mi piacciono i campanilismi, per cui non saprei dire se è una rivincita "sui milanesi" oppure semplicemente una bella soddisfazione per Torino e tutti quelli che vengono a trovarla in questi giorni.
Tutto quello che mi viene da dire è buon #SalTo in alto e in lungo quei corridoi che tutti, a migliaia, amiamo così tanto.
Per chi volesse passarmi a trovare, ecco i miei appuntamenti qui.
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