Sembra così facile perdere di vista i ricordi, la mente fa tutto da sola, seleziona, chissà cos'altro, ma a volte è necessario concentrarsi molto ed essere più scaltri.
Ad esempio il chiosco dove puoi mettere i piedi sulla sabbia, dove il vento fa volare i tovaglioli. Tornare è stato anche dimenticare quanto le cose possono essere leggere.
Oppure il modo in cui certi turisti sono così calmi e felici. Un panino con il formaggio di capra, il viaggio in battello che parte in ritardo. Una città intera vista dal basso, vista dall'acqua.
I nomi, le parole, i soldi. L'esercizio di guardare le cose per come sono realmente, solo da qualche altra angolatura.
Pensavo oggi alla città, cioè alla mia città, dove i pensieri lasciati in sospeso, le immagini, si riaccendono come un computer addormentato. Pensavo che la vacanza è un nuovo dispositivo usb.
E allora rivedo quella valanga di nuvole che avanzava immobile con dentro un vetrino di arcobaleno, quel bambino in accappatoio verde che si siede sull'asciugamano rimbalzando, quel cane che aveva paura a entrare in acqua, quel signore che diceva bonjour, quell'insalata così buona, quella paura dominante, quel caffè nel bicchierino, il salutare quelli che rimangono: vorrei essere ancora lì, ma in assenza di magie, faccio allora in modo che quelle cose siano ancora qui.
4 commenti:
Fantastiche foto.Bentornata, sei mancata :)
@Italian Girlfriend: grazieee :)
Quanta nostalgia.
@Jane: capisco...
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