Oggi è la festa della donna e io non so che pensare: è giusto festeggiare? Giusta la mimosa? Bisogna festeggiare tutto l'anno? Siamo indietro, al Medioevo? Siamo avanti e fortunate? Non lo so, non lo so.
Però so che ci sono in giro molte scrittrici e sono brave e sono diverse dagli scrittori contemporanei uomini - direi né meglio né peggio - e quando leggo i libri di alcune romanziere, mi riconosco. Mi scatta una scintilla, provo gratitudine, ammirazione e diverse emozioni.
Oggi allora voglio omaggiare tutte le scrittrici non andando a recuperare le maestre ed eroine del passato - come sarebbe forse più facile - ma raccontando di un'autrice contemporanea non ancora quarantenne e di un suo romanzo appena uscito in libreria.
Equazione di un amore è un romanzo appunto contemporaneo, sembra proprio la quintessenza del presente. Ne ho percepito proprio tutte le caratteristiche di oggi. Ad esempio, a differenza del passato, le paure, le aspettative, gli spostamenti, le prospettive espresse sono esattamente collocate negli elementi dell'attualità, vi trovano posto in maniera letterale: gli aerei, la tecnologia avanzata, l'Oriente e la sua cultura rielaborata e compresa e avvicinata come mai prima di ora, le conoscenze e competenze psicologiche che permettono, a mio modesto parere, di strutturare romanzi migliori. Più complessi e consapevoli.
Avevo già letto un altro romanzo di Simona Sparaco, Nessuno sa di noi, qualche anno fa, e già apprezzato infatti la sua capacità di cortruire trame e personaggi in modo, passatemi il termine, organico. O, per meglio dire, più che realista. Prende la vita, nei suoi aspetti più profondi e con un impegno non indifferente la narra e fa uno sforzo in più, prova a capirla. Compiendo semplicemente un ottimo lavoro.
Equazione di un amore è prima di tutto una "semplice" storia d'amore. Di quelle universali. Mi smentisco subito, perché in realtà le storie sono due. C'è il classico triangolo, l'intramontabile lei, lui e l'altro, ma qui se ne esplorano le caratteristiche in maniera disincantata. Lea, la protagonista, incontra Giacomo sui banchi di scuola e lui la aiuta a colmare le sue lacune in matematica. Giacomo, un torinese trasferito a Roma, è un ragazzo algido ma al contempo pieno di emozioni confuse e nascoste a lui per primo. Inevitabilmente, sembrerebbe, un tipo "affascinante", per lo meno agli occhi ingenui di Lea. L'autrice in questa prima storia mette in campo infatti il cliché dell'amore adolescenziale tormentato: c'è uno schema ben definito, in cui lui è il "maestro" superiore ma segretamente bisognoso, lei l'allieva ingenua ma alla fine con le spalle più larghe (o almeno all'apparenza). E in ultimo c'è Vittorio. Un uomo veramente solido, forse fin troppo sicuro di come dovrebbero andare le cose, ma tutto sommato, per me, il personaggio più interessante della storia. C'è una vita che scorre, le aspirazioni da scrittrice di Lea, un trasferimento a Singapore, molti pensieri non detti, la ricerca di un figlio che non arriva. E un epilogo imprevisto cui segue un finale delicato e che, per me, è la parte più bella del romanzo. Con il delizioso personaggio della signora Lin Yu, una vera sorpresa all'interno di una vicenda che poteva fermarsi prima e invece culmina in qualcosa di più.
Un romanzo che in alcuni punti si fa quasi corale, data la presenza di alcuni personaggi minori ma cruciali per la comprensione dei comportamenti dei protagonisti. In sostanza, questa scrittrice ha costruito quello che fa la vera letteratura: un mondo dove immergersi, nuotare e afferrare tesori.
Per tornare alla festa della donna, l'effetto che a me ha fatto questo romanzo è quello che si prova uscendo a prendere il caffè con un'amica storica e vera: ci si mette lì e si prende del tempo per parlare e dirsi, riraccontarsi per l'ennesima volta, provare a interpretare eventualmente come funziona l'amore, come funziona la vita. Nessuno sa se tra funzioni ed equazioni, tra fisica quantistica (tema-cardine del romanzo e sottotesto) e teorie scientifiche, i conti poi tornino. Qui mi fermo perché nel romanzo alla fine accade qualcosa che fa insieme tornare tutto e sparigliarlo al tempo stesso.
Un'ultima cosa: ad arricchire la narrazione c'è un vero protagonista, di cui non ho svelato nulla. Ma dico solo che si tratta di un cuore, proprio nel senso del muscolo. Che parla e che sa. In fondo è con il cuore, e con il corpo, che si risolvono i problemi di matematica.
Tra l'altro, si noti l'umiltà del titolo: non l'equazione dell'amore in generale, ma di un amore, uno solo.
A me il corpo dice sempre qualcosa sui libri che sto leggendo. Sento sempre, a un certo punto, un click di benessere, se il libro mi piace, molto riconoscibile, che mi fa pensare che nonostante tutto i romanzi dettino il senso e il ritmo alla mia vita. Tanto mi basta! E spero proviate qualcosa di simile anche voi. Buona lettura e festa della donna, qualsiasi significato abbia per voi!
Ringrazio Giunti per il dono.