martedì 15 marzo 2016

Il libro di marzo - Non ho ancora finito di guardare il mondo di David Thomas.

David Thomas, Non ho ancora finito di guardare il mondo, marcos y marcos
Spero che vi stia piacendo il "nuovo" blog: in passato non riuscivo a tenere un ritmo costante perché scrivevo "al momento": era belllo perché quello era lo spirito del mio inizio rispetto alla rete. Ma, come ho raccontato spesso, la cosa mi ha travolta e non riuscivo a stare dietro a tutto, specialmente alle richieste e agli impegni offline. 

Adesso mi piace di più organizzare, seppure in maniera non-rigida, un piano di scadenze in cui posso fornire il maggior numero di consigli letterari etc. mantenendo fede a un calendario, flessibile ma pur sempre strutturato, così potete sapere all'incirca cosa aspettarvi e bere un caffè con me e i miei libri più spesso e più serenamente. A metà mese ad esempio mi piacerebbe farvi sapere qual è la lettura del periodo, quella per me più significativa rispetto alle nuove uscite, ai libri che ricevo ma non solo. 

Questo allora è il libro di marzo!

Tre anni fa vi raccontavo di quanta pazienza ci voglia certe volte, e di come fanno i bufali, in questo post qui. 

La pazienza dei bufali sotto la pioggia mi aveva colpita per la leggerezza e insieme l'acume dei suoi frammenti di storie, e mi ero accorta di come quel libro si potesse leggere a pezzetti, nel tempo di un caffè, come i post di un blog nella loro accezione migliore, e soprattutto prima di andare a dormire.

Ci sono libri che è bello portarsi con sé nel luogo più misterioso della vita, ovvero la notte e il sonno. Ho imparato che, come con le persone, non con tutti i libri è possibile condividere i propri sogni. Ma quando si incontrano le persone e i libri con cui poter dormire sonni tranquilli, se non addirittura belli, costruttivi anche quando sono più difficili da capire, divertenti e profondi allora la vita merita di essere vissuta e i libri essere letti. Qualche volta non si tratta proprio di meriti o demeriti, qualche libro "funziona" per noi più che altri, è un mistero e l'unica cosa da fare è gustarselo.

A distanza di tre anni, riecco un piccolo ma potente libro che riprende la struttura dei bufali. E va avanti di un po', con quel tandem che si vede in copertina.

L'autore, caso editoriale in Francia, classe 1966, ritorna con un libro che assomiglia in effetti a un viaggio in tandem, dove il lettore può avere una visione d'insieme di tutti quanti.

Passa davanti agli occhi una fantasmagoria di storie umane, tutte in forma di brevi monologhi e sembra di realizzare quel vecchio sogno di poter leggere nella mente delle persone. Come osservare le più diverse realtà della vita e mettersi in ascolto di ciò che hanno da dire. 

Che bello poter stare lì ad ascoltare cosa dicono gli altri, cosa succede e come si intrecciano e incastrano le loro vite. Peccato che ahimé nella vita non sempre è possibile, e tocca spezzare l'incantesimo mettendosi a parlare anche di sè, a me ad esempio capita spesso di avere l'ansia di dover per forza raccontare i fatti miei! Il privilegio di leggere invece è proprio quello di poter sentire e assorbire le storie, e solo dopo, magari anche dopo anni, formarsi un'opinione al riguardo e volendo tenersela per sé, perché no?

Le storie che si susseguono in questo "sillabario" contemporaneo possono essere più lunghe o più brevi, ma tutte lasciano un sapore interessante: 

Se per dirlo

SE PER DIRLO BASTANO tre righe, bisogna limitarsi a quelle tre righe. Se per dirlo bastano tre parole, bisogna limitarsi a quelle tre parole. Se per dirlo basta una strizzata d'occhio, bisogna limitarsi a quella strizzata d'occhio. Se per dirlo basta una ruga, bisogna limitarsi a quella ruga. Se per dirlo basta il silenzio, bisogna limitarsi a quel silenzio.
Non aggiungere. Togli. 
Taci.

Ora non mi resta che tacere! 
Vi dico solo più che questo libro esce dopodomani in libreria e ringrazio l'editore per il dono in anteprima. Buona lettura!

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