lunedì 14 novembre 2016

#Diariodicorso - una giornata da Zandegù con Elena Varvello


Nell'eterna querelle - corsi di scrittura sì, corsi di scrittura no - mi schiero e dico sì. Capisco ovvero le ragioni del no e condivido sul fatto che l'autenticità di un autore prescinde da qualsiasi insegnamento, ma credo che i corsi di scrittura siano utili ad aiutare la voce a uscire in modo chiaro dal petto di quello stesso autore. 

Meglio e prima che se questi venisse lasciato a se stesso. E lo dico da persona che con i corsi in generale non ha un buon rapporto né fortuna. Ho frequentato un Master, è vero, ma in "progettazione editoriale", quindi ho ascoltato un sacco di lezioni tecniche sulla filiera dell'editoria e solo poche ore di creative writing. E ho frequentato un mini-corso alla Holden nel '99 (del secolo e millennio scorsi) ma troppo breve e sono passati tanti anni oramai. Aggiungo che quando mi è stato proposto di tenere io in prima persona dei corsi, la maggior parte delle volte qualcosa è andato storto o si erano iscritte troppo poche persone - tranne a un corso di aikido in un asilo infantile, sempre nel '99 (si vede che ero ispirata) che fu un successone!  

Insomma, sul tema corsi di scrittura e letteratura in generale ho tantissimo da capire e soprattutto da imparare. Potrei odiarli, della serie "la volpe e l'uva" e invece ne sono una sostenitrice. Perché sono utili.

E non sono utili solo da un punto di vista tecnico: per quanto siano decisivi a mettere in chiaro concetti fondamentali per la costruzione di un'opera letteraria, nella fattispecie romanzi e racconti, ma lo sono anche per ricaricare le energie e passare parecchie ore concentrati e insieme a propri simili, senza altre pressanti distrazioni o doveri, se non verso la propria opera (opportunità talmente rara da essere preziosa come l'oro). 

Se è vero infatti che lo scrittore si nutre spesso e volentieri di "altro" rispetto ai libri (ed è ciò che la tendenza crossdisciplinare degli ultimi tempi sostiene e fortifica), è altrettanto vero che un sano confronto, o anche solo semplicemente la possibilità di condividere pasti e pause caffè, con scrittori alle prime armi o affermati non importa, ma con scrittori, a uno scrittore non può che giovare. 

Soprattutto data la natura solitaria e introversa del mestiere. Naturalmente, lunga vita a chi sceglie invece (o chi non può scegliere ed è costretto a portare avanti) un percorso da autodidatta. Una volta non c'erano queste opportunità ed è nato Proust! (Non c'era nemmeno il Ventolin, però, che forse gli avrebbe cambiato la vita in meglio).

Dopo averci pensato a lungo, infatti, mi metto nel gruppo di quelle persone che pensano che gli strumenti e i vantaggi del progresso e della contemporaneità rendano migliore la condizione degli artisti e quindi delle opere. Sono, per restare nell'esempio, di quelli che pensano che Proust con corsi di scrittura, psicoterapia e ottimi dispositivi antiasma avrebbe scritto ancora meglio. Non credo in definitiva che il genio venga dallo svantaggio, ma che sia meglio coltivato nei vantaggi. Liberi di pensare il contrario ma ecco, ho detto la mia. E la mia posizione non sempre è stata vantaggiosa, anche qui potrei preferire il lato oscuro ma non è così, per niente. 

Naturalmente, non c'è una corrispondenza biunivoca: ahimé, i corsi di scrittura non sfornano talenti. Lasciate ogni speranza voi che entrate in una scuola di scrittura. Se non c'è talento, vocazione, amore puro per le parole e le storie, non te lo infondono i maestri. Insomma, è un'antica questione con cui fare i conti. 

Fatta questa premessina, ecco che vi racconto: sabato scorso sono stata ospite dei cari amici della casa editrice Zandegù

Ho avuto  l'opportunità di assistere e partecipare a una lezione della scrittrice Elena Varvello. 

Sono stare ore magnifiche, ma, neanche a dirlo, non è che dopo averla ascoltata, si imparano a scrivere libri come questo... 

Eppure si attinge dalla sua professionalità e si mettono in borsa alcuni attrezzi che possono in seguito essere utili a comporre, umilmente, in solitudine la propria, di storia. E non è poco.
Il tema del corso che ho seguito io era "il narratore". Ho raccontato qualcosa in tempo reale su twitter con l'hashtag #diariodicorso ma non vi voglio svelare i contenuti della lezione. Vi tocca iscrivervi! 

Posso dirvi come mi sono sentita io, che è tutto quello che so. Mi sono sentita bene. E alla fine ero stanchissima, come dopo una giornata di intenso lavoro. La sera prima avevo preparato i vestiti da mettere, come al primo giorno di scuola, e sentivo quel morso alla pancia di paura e felicità. Mettere in ordine le informazioni  mentre Elena spiegava mi ha restituito un senso di responsabilità verso la mia stessa scrittura, di serietà e di piacere. Ho pensato che è un mestiere faticoso, che poco ha a che fare con il "successo" e molto con il mistero, l'impegno e il senso delle cose. 

Ho infine amato molto il luogo, la #zandecasa. Uno spazio - sede della casa editrice e dei corsi - che sa di nuovo, una casa da poco inaugurata, tutta bianca - cosa che dava quel senso di sacralità rituale che secondo me hanno questo genere di incontri, quando riescono - ma anche piena di colori. Si sta bene da quelle parti e vi cosiglio sinceramente di passarli a trovare in Via Exilles 18 a Torino. 

Una precisazione: i corsi Zandegù non sono solo per aspiranti scrittori o narratori letterari, ma trattano diversi aspetti della scrittura e del lavoro per cui vi consiglio di sbirciare il loro sito e trovare quello che fa per voi. 

Un'ultima cosa carina: tra i partecipanti al corso, c'era anche Matteo Bertone che oltre a essere un amico, è uno scrittore e illustratore che merita. Matteo tra l'altro presenta questa sera proprio Elena Varvello presso la libreria Mondadori di Vercelli, per cui, se potete, fate un salto ad ascoltarli!






2 commenti:

The Reading Pal ha detto...

Per quanto riguarda i Corsi di scrittura, mi trovo d'accordo con te. Possono servire non solo a, magari, migliorare qualcosa nel proprio modo di scrivere, ma ti permettono anche di metterti a confronto con altre persone con la tua stessa passione. Cosa non da poco, secondo me.

non conoscevo questa casa editrice, ma la loro idea del corso è stata carina. Sono felice che ti sia piaciuto!

noemi ha detto...

Grazie e sono contenta io di aver fatto scoprire un editore :)