Katia Bernardi, Funne - le ragazze che sognavano il mare, Mondadori |
Questo è senz'altro più di un libro e mi fa piacere dunque raccontarvelo in questa rubrica che ho chiamato "post del cuore". Mi preme infatti l'obiettivo di restituire ad alcune parole il loro senso più autentico (modesto no come proposito?). Ovvero: il cuore, un po' come i sogni, si è trasformato nel tempo, favorito dall'Internet forse o dal cinismo imperante, chi lo sa, in un concetto astratto, mentale e dunque all'apparenza stucchevole. Invece per quanto mi riguarda ho scoperto che tutto sommato il cuore è anche un criterio, oltre a un muscolo, che con i suoi movimenti guida le scelte, in definitiva tutta la vita.
Questo libro l'ho scoperto da un amico e ringrazio l'editore che me lo ha inviato. Ma forse presto o tardi l'avrei incontrato per vie traverse, per conto mio e mi ci sarei immersa dentro, come in un'onda marina benevola.
Dicevo che è più di un libro perché Funne è anche un documentario, anzi nasce proprio come progetto audiovisivo. Vi inserisco qui il teaser del documentario che, completo, è stato presentato ufficialmente il 22 ottobre alla Festa del Cinema di Roma.
L'autrice di entrambi i progetti si chiama Katia Bernardi, di lei sappiamo che è di origine trentina e che per far avverare i sogni indossa un berretto giallo (che si vede nella sua foto in quarta di copertina).
Insomma tutta questa storia è talmente bella e delicata e tenera, ma anche seria e professionale, che a me ha smosso e toccato il cuore e la fantasia.
A partire dalla dedica che, tra le altre cose, dice:
A tutte le Funne di Daone, perché i sogni non hanno età e, davvero, non è mai troppo tardi.
Ma chi sono le Funne? E qual è il loro piccolo sogno che diventa così grande da avverarsi?
Le funne (che vuol dire "donne") sono alcune signore tutte sull'ottantina, abitanti di Daone, un paesello sperduto tra le montagne del Trentino, 588 anime contate e poche, molto poche cose da fare. Per questo, la gran parte della vita sociale delle anziane del paese confluisce nel Rododendro, un circolo per pensionati che più normale non si può immaginare. Tombole, briscole, balli lisci e mini gite fuori porta: poco spazio per fantasticare.
Tutto tranquillo, peccato che la crisi economica colpisca spesso dove fa più male, e così anche le casse del Rododendro piangono: tocca inventarsi qualcosa per finanziarne le già scarne attività.
Da quel momento in avanti succede qualcosa che mi piace sempre trovare nelle storie che funzionano, e che secondo me dà senso a tutto quanto (cioè le nostre vite): la crisi diventa l'occasione per far lavorare l'immaginazione, accende gli animi e più le cose si fanno difficili più energie tocca mettere in azione. Di lavoro dunque si tratta, quindi niente scorciatoie, però è bello, è una fatica bella. E così nascono le idee.
Come siano poi arrivate a desiderare di vedere il mare, loro che non lo avevano mai visto, è la trama stessa del libro e del documentario, che lascio al gusto di chi leggerà e guarderà.
"Al mare" sussurrò con una vocina flebile la dolce Irma.
"Al mare" ripetè poi con un tono poco più forte.
Calò il silenzio nella sala del Rododendro quel mercoledì mattina. La parola 'mare' tolse a tutte il fiato. Davvero. Per un lungo istante non si udì alcun rumore. Solo, in lontananza, il rumore del mare.
Ora, sul finire di questo post, pensate a un posto. Concentratevi, magari a occhi chiusi per qualche secondo. Quel è il vostro posto del cuore? Potrebbe essere anche un tempo o qualcosa che ancora non sapete di volere o che nemmeno esista per voi. Qual è il vostro mare?
Pensateci, sognatelo e magari seguite l'esempio di Katia e del suo berretto giallo per avverarlo, leggendo come ha fatto lei e come hanno fatto loro.
Pensateci, sognatelo e magari seguite l'esempio di Katia e del suo berretto giallo per avverarlo, leggendo come ha fatto lei e come hanno fatto loro.
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