Mai andare al mercato di corso Racconigi con i piedi seminudi, con le infradito ad esempio.
Perché ci sono donne di tutte le età - professioniste della spesa - che trascinano trabiccoli di ogni foggia e misura contenenti le più svariate e misteriose cianfrusaglie cadenti. Donne sbadate che trainano carrozzine e passeggini con dentro bimbi sonnolenti e annoiati, parlando al cellulare e con l'altra mano spulciando con violenza nel banco di magliette tutto a 1 euro. Queste donne si piantano in mezzo alla corsia già stretta e lo fanno senza preavviso. Poi di colpo manovrano su e giù, a destra e a sinistra, senza una logica, senza un criterio umano. Assomigliano piuttosto a mosche ubriache in cerca di un punto d'appoggio che non trovano mai. Quelle ruotine micidiali potrebbero ridurre le vostre già fragili e piccole dita dei piedi in poltiglia, schiacciarle come olive taggiasche.
Come se non bastasse, ci sono anche gli uomini, grossi e infilati in certe scarpone ancora più grosse di loro. Questi omoni non conoscono il significato del pur banale concetto di "distanza di sicurezza". Per mille ragioni a me sconosciute, essi camminano appiccicati alle altre persone e, al pari delle loro compagne di vita, decidono solo all'ultimo secondo quale direzione prendere e sigirano di scatto smanettando con i piedoni di qua e di là, lanciando le anchilosate ginocchia al vento.
Cito solo per la cronaca certi cagnolini esauriti dal sole cocente che corrono all'impazzata e quei ragazzetti nervosi e sfatti dalla canicola, sui 10/12 anni, con i loro gelati sciolti e gocciolanti come fontane panoramiche. Queste anime in pena non sanno neppure lontanamente cosa possa essere una semplice e lineare traiettoria, una corsia, un senso di marcia.
Attenzione dunque ai vostri poveri piedi o lasciate ogni speranza quando entrate nell'ingannevole festosità del mercato mattutino.
Perché ci sono donne di tutte le età - professioniste della spesa - che trascinano trabiccoli di ogni foggia e misura contenenti le più svariate e misteriose cianfrusaglie cadenti. Donne sbadate che trainano carrozzine e passeggini con dentro bimbi sonnolenti e annoiati, parlando al cellulare e con l'altra mano spulciando con violenza nel banco di magliette tutto a 1 euro. Queste donne si piantano in mezzo alla corsia già stretta e lo fanno senza preavviso. Poi di colpo manovrano su e giù, a destra e a sinistra, senza una logica, senza un criterio umano. Assomigliano piuttosto a mosche ubriache in cerca di un punto d'appoggio che non trovano mai. Quelle ruotine micidiali potrebbero ridurre le vostre già fragili e piccole dita dei piedi in poltiglia, schiacciarle come olive taggiasche.
Come se non bastasse, ci sono anche gli uomini, grossi e infilati in certe scarpone ancora più grosse di loro. Questi omoni non conoscono il significato del pur banale concetto di "distanza di sicurezza". Per mille ragioni a me sconosciute, essi camminano appiccicati alle altre persone e, al pari delle loro compagne di vita, decidono solo all'ultimo secondo quale direzione prendere e sigirano di scatto smanettando con i piedoni di qua e di là, lanciando le anchilosate ginocchia al vento.
Cito solo per la cronaca certi cagnolini esauriti dal sole cocente che corrono all'impazzata e quei ragazzetti nervosi e sfatti dalla canicola, sui 10/12 anni, con i loro gelati sciolti e gocciolanti come fontane panoramiche. Queste anime in pena non sanno neppure lontanamente cosa possa essere una semplice e lineare traiettoria, una corsia, un senso di marcia.
Attenzione dunque ai vostri poveri piedi o lasciate ogni speranza quando entrate nell'ingannevole festosità del mercato mattutino.
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