A volte bisogna avere coraggio e dire i segreti. Svelare verità nascoste. Aprire il proprio cuore. Mettere da parte la suprestizione. A volte si tace per paura. A volte si tiene per sé un amore che invece oggi sento di voler spartire con gli altri. Il mio amore per Charlie Chaplin. Giacchetta stretta, pantaloni larghi. I suoi sospiri, i suoi sorrisi bianchi, i suoi capitomboli. Se si potesse spiegare chi si è veramente, io direi, per sintetizzare, che sono Charles Chaplin. Anzi Charlot. Vorrei essere come lui. Mi inchino di fronte al suo genio.
mercoledì 30 settembre 2009
Charlie Chaplin.
A volte bisogna avere coraggio e dire i segreti. Svelare verità nascoste. Aprire il proprio cuore. Mettere da parte la suprestizione. A volte si tace per paura. A volte si tiene per sé un amore che invece oggi sento di voler spartire con gli altri. Il mio amore per Charlie Chaplin. Giacchetta stretta, pantaloni larghi. I suoi sospiri, i suoi sorrisi bianchi, i suoi capitomboli. Se si potesse spiegare chi si è veramente, io direi, per sintetizzare, che sono Charles Chaplin. Anzi Charlot. Vorrei essere come lui. Mi inchino di fronte al suo genio.
Pioggia di foglie.
domenica 27 settembre 2009
Letture domenicali+tazzinadicaffè.
Esordio straziante al romanzo di Valeria Parrella. Dalla copertina al titolo: trovo che questo sia un libro imperdibile e importante. Copertina perfetta, suggestiva. Titolo altrettanto perfetto, ben incastrato nella storia. Storia che racconta di una mamma single sulla quarantina che partorisce una bimba prematura e che vive il tempo (e lo spazio) dell'attesa tra la vita e la morte. Divisa tra il reparto di rianimazione, dove la piccola giace intubata, e la propria quotidianità sconvolta. Spesso, spremendomi le meningi, mi sono ritrovata a chiedermi quale scrittrice donna del nostro tempo in Italia si potesse annoverare tra gli autori più interessanti e promettenti. E sempre mi sono risposta: Valeria Parrella! Lei riesce, con questo suo primo romanzo, a farci entrare negli interstizi di una vicenda traumatica (io lo so, perché l'ho vissuta al contrario, da figlia di una mamma che è rimasta a lungo nello "spazio bianco" e a lungo l'ho aspettata come la protagonista del romanzo fa con la sua piccola Irene). E ci riesce così bene da distrarci anche con un'altra incursione in una professione oggi più che mai rilevante, quella che svolge la protagonista, di insegnante di italiano in una scuola serale, dove passa in parata un'umanità sofferente e al tempo stesso ricca, misera, dislessica e al tempo stesso portatrice di doni e di speranze. E per di più a Napoli, città nell'occhio del mirino. Città di cui tutti siamo curiosi e lei sa colmare questa curiosità. Gli unici momenti difficili della lettura sono stati, per me, un linguaggio troppo ricercato, in alcuni punti: troppo ricercato per i miei gusti s'intende, e il carattere altrettanto ostico della protagonista stessa. Ostico e forte e coraggioso. Il contrario di ciò che sono stata io stessa in quelle simili circostanze. Ma è anche vero che lei è una mamma e invece io ero e sono ancora una figlia. So che si capisce forse poco: chi leggerà (spero in molti) capirà meglio le mie parole.
Roma.
Amici, perdonate la mia breve assenza. Sono stata per qualche giorno a Roma. Un cosiddetto week-end lungo o una settimana corta o che dir si voglia. Roma: le mie parole sono insufficienti a descriverla. Sono stati scritti fiumi di inchiostro su di Lei. E chilometri di pellicola su di Lei. Io non l'avevo mai vista, solo immaginata. La realtà tuttavia ha superato di mille miglia l'immaginazione. Al momento sono destabilizzata nel corpo e nella mente. Roma mi ha sconvolta amici. Immensa è forse la parola giusta. Non ho mai visto tanta gente tutta insieme, tante dita scorrere sulle vie di così tante cartine spalancate sulle ginocchia di tutti. Un mondo incredibile si è aperto di fronte ai miei occhi. Ne sono rimasta pietrificata. Sperando di tornare al più presto alla lucidità, faccio solo un piccolo elenco delle mie memorabilia:
1) Il Vittoriano: è enorme, è bianco, è una enorme manna dal cielo bianca. I carabinieri immobili e i fuochi perenni lo presidiano. Il monumento a Vittorio Emanuele II (un piemontesino!) ha i baffi lunghi tre metri. Se ti siedi sui gradini ti fischiano per farti alzare. Immacolati marmi bresciani che, secondo la mitica Rough Guide, non si sbiadiranno mai. Non credevo esistesse nulla di simile prodotto da mani umane. Dall'altro lato della piazza Venezia: il balconcino da cui si affacciava Mussolini. Appare lugubre, fa paura.
2) Il Colosseo: dentro, si può entrare e non lo sapevo. Così spaventoso che mi è venuta un'emicrania micidiale. A un certo punto non ho capito più niente. Vagavo barcollante e più pallida che mai tra le immagini di bestie e battaglie navali e combattimenti. Scene cruente, vivide: ero molto affaticata.
3) Piazza Navona, Piazza di Spagna, Fontana di Trevi: esplosioni di acqua e bellezza senza inizio né fine. I miei occhi sono troppo piccoli!
4) I Fori Imperiali. Doppia emicrania da capogiro. La malinconia e l'euforia insieme del tramonto.
5) San Pietro: subito a destra: La Pietà di Michelangelo. Tutti a fotografarla. Commuove fino alle lacrime. La statua di San Pietro consunta dai fedeli. Tutte le proporzioni si dilatano, l’anima vorrebbe stare dietro a tanta grandezza e a tanto splendore. Salendo sul “cupolone” sono stata colta da angoscia per via delle infinite scale strette e ripide. Ma poi in cima si apre la città e il mondo intero.
6) La Cappella Sistina. Il Giudizio Universale, la Creazione di Adamo. Dentro non si può parlare e non si può fotografare. Qui regna il mistero e il segreto dell'esperienza più straordinaria concessa a una semplice creatura in carne e ossa.
7) Il Nuovo Sacher di Nanni Moretti: un cinemino d’altri tempi dove volendo si chiacchiera amabilmente con gli impiegati di sala. C’è anche un baretto in miniatura e una libreria improvvisata ma curatissima. Sul bancone del bar, incastonato in una mini nicchia con mosaici color panna, si può osservare una vera Sacher Torte in tutto il suo tondo sapore di cioccolato. I lavoratori, parlando con noi, chiamano Moretti “er capo”, che, mentre siamo lì, puntualmente telefona per sapere come sta procedendo la serata. E qui amici mi sono comprata una raccolta di interviste a Charlie Chaplin di Minimum Fax, un vero gioiello. Una birretta e via per le vicine trattorie di Trastevere.
8) Queste ultime, davvero strepitose e suggestive, mi sono costate care: una visita molesta all’alba al Policlinico per un fastidioso malore. Lì mi sono sentita a disagio e completamente spaesata. Ma per fortuna ora sto meglio.
9) Villa Borghese: cos’è, il Paradiso Terrestre? Lì anche l’umore più incerto vira al bello. Interessante la visita al cosiddetto “bioparco”. Gli animali mettono un po’ di nostalgia di libertà. Però la passeggiata vale la pena. Si torna bambini, per così dire.
10) La gente: tutto il meglio e tutto il peggio che si possa pensare, l’ho pensato. Alcuni autoctoni li ho trovati un po’ ossessivi nel perfezionismo gratuito e nelle buone maniere spinte all’eccesso, tanto che avolte ci si sente presi un po' in giro simpaticamente (ma non eravamo noi torinesi i falsi e cortesi?). Ma la maggioranza dei romani ti strappa una risata anche se non vuoi. Il barista, ad esempio, che quando gli chiedi una bottiglietta di acqua naturale da mezzo litro ti risponde: “ottima scelta signò”!
Tuttavia non posso sbilanciarmi di più perché il tempo è stato troppo breve.
venerdì 18 settembre 2009
Signore di Corso Trapani.
Morrissey, you have killed me.
'Accattone' you'll be
I entered nothing and nothing entered me
'Til you came with the key
And you did your best but
As I live and breathe
You have killed me
You have killed me
Yes I walk around somehow
But you have killed me
You have killed me
Piazza Cavour, what's my life for?
Visconti is me
Magnani you'll never be
I entered nothing and nothing entered me
'Til you came with the key
And you did your best but
As I live and breathe
You have killed me
You have killed me
Yes, I walk around somehow
But you have killed me
You have killed me
Who am I that I come to be here...?
As I live and breathe
You have killed me
You have killed me
Yes I walk around somehow
But you have killed me
You have killed me
And there is no point saying this again
there is no point saying this again
But I forgive you, I forgive you
Always I do forgive you.
giovedì 17 settembre 2009
mercoledì 16 settembre 2009
Esercizi di sopravvivenza/7.
Yoko Ono.
martedì 15 settembre 2009
Questa sera.
Credo allora che il problema stia a monte, ovvero che tale consegna non dovrebbero proprio trasmetterla in TV, salvo per brevi inevitabili accenni al telegiornale, secondo il dovere di cronaca. Lo dico perché mi metto nei panni dei terremotati. Immagino che sia già una tale mortificazione aver perso tutto, aver perso anche la serenità di sonni tranquilli e di giornate operose e sicure che non è il caso di perdere pure la dignità e venir ripresi in questo momento così delicato. Il concetto di Reality Show non dovrebbe poter penetrare in tutti i luoghi del mondo con tale facilità. Tanto meno in quelli della sofferenza e della pena.
lunedì 14 settembre 2009
X Factor.
I torinesi corrono.
domenica 13 settembre 2009
Domani è un altro giorno di scuola.
Ricevo dalla mia amica e novella prof. Rossella e volentieri pubblico questo link che ancora si riferisce alla manifestazione catanese del 5 settembre al corteo dei docenti. E in bocca al lupo.
http://www.youtube.com/watch?v=QDvLpZuJd2Q&feature=related
sabato 12 settembre 2009
Black or White?
(David Foster Wallace, Una cosa divertente che non farò mai più)
venerdì 11 settembre 2009
Il bambino canterino.
;)
Signore di Corso Trapani (lettera aperta).
Lei sa bene quanto vasta sia la mia stima nei Suoi riguardi. Più volte ho descritto le Sue inequivocabili virtù su queste umili pagine. Più volte ho osservato il Suo personale fascino restandone piacevolmente colpita, pur senza osare rivolgerLe anche solo una parola o un cenno di saluto. Mi permetta ordunque di indirizzarLe un appunto. Questa mattina Lei, fumando la Sua sigaretta, indossava un grosso gilet di lana verde e sfoggiava il Suo cappello da baseball invernale, quello a scacchi bianchi e neri. Ebbene: non crede sia prematuro un tale repentino e brusco cambio di guardaroba? Le giornate, dopo tutto, sono ancora calde.
Perdoni, tuttavia, il mio sconsiderato e acerbo impeto, ma comprenda la mia altrettanto sincera buona fede,
con immutata stima,
Sua Noemi.
Man in the Mirror,
It's gonna feel real good, gonna make a difference
Gonna make it right...
As I, turn up the collar on my favorite winter coat
This wind is blowin' my mind
I see the kids in the street, with not enough to eat
Who am I, to be blind?
Pretending not to see thier needs
A summer's disregard, a broken bottle top
And a one man's soul
They follow each other on the wind ya' know
'Cause they got no where to go
That's why I want you to know
Chorus:
I'm starting with the man in the mirror
I'm asking him to change his ways
And no message could have been any clearer
If you wanna make the world a better place
(If you wanna make the world a better place)
Take a look at yourself, and then make a change
(Take a look at yourself, and then make a change)
(Na na na, na na na, na na, na nah)
I've been a victim of a selfish kind of love
It's time that I realize
That there are some with no home, not a nickle to loan
Could it really be me, pretending that they're not alone?
A willow deeply scarred, somebody's broken heart
And a washed-out dream
(Washed out dream)
They follow the pattern of the wind, ya' see
'Cause they got no place to be
That's why I'm starting with me
(Starting with me)
Nabokov.
"Tutti possono creare il futuro. Ma solo un saggio può creare il passato".
"Le cose che sono preziose, l'onestà, la tenerezza, l'apertura mentale, la vita nell'arte e un attaccamento vero, altruista, commovente, sono senz'altro i valori più grandi".
11 settembre.
giovedì 10 settembre 2009
Domani è un altro giorno di scuola.
Grazie a chi legge!
http://www.youtube.com/watch?v=IqewLU26gIk
Serendipity.
La risposta è no, amici. Al contrario: ho ricevuto una strana sorpresa. Di quelle sorprese non volute, cascate tra capo e collo mentre, appunto come nel mio caso, si andava cercando ben altro. Abbasso lo sguardo e cosa vedo nella scatola gialla del Progetto Cartesio? Niente meno che una copia de L'amante di Lady Chatterley di D.H. Lawrence in un'edizione, pensate, del 1951, per la collezione Il Ponte della Mondadori. Volume quasi intonso, ben tenuto, con illustrazioni di Luigi Broggini e prefazione di André Malraux. Mah. Che roba. Io non l'avevo mai letto questo scandaloso romanzo e così non potrò fare a meno di cogliere questa serendipica occasione per rimediare. Nel frattempo, vi regalo il suo interessante incipit:
"Il nostro tempo è essenzialmente tragico, quindi ci rifiutiamo di prenderlo tragicamente. Il cataclisma s'è abbattuto, siamo tra le rovine; cominciamo a ricostruire nuovi piccoli centri di vita, a nutrire nuove piccole speranze. E' un lavoro piuttosto duro; la strada verso l'avvenire non è agevole: bisogna aggirare gli ostacoli o cercare di scavalcarli. Per quanto grande il numero dei cieli che ci sono crollati sulla testa, dobbiamo pur vivere".
http://it.wikipedia.org/wiki/Serendipit%C3%A0
mercoledì 9 settembre 2009
Pedoni.
09/09/09: Una stanza tutta per sé.
http://it.wikipedia.org/wiki/Una_stanza_tutta_per_s%C3%A9
Camminando camminando.
martedì 8 settembre 2009
Domani è un altro giorno di scuola.
http://www.youtube.com/watch?v=Mbsxeatvkh8
Allegria.
Vito Garofalo.
Questo è Vito. Attore e Mimo. Io lo ringrazio perché secondo me lui sa, tra le altre cose, come restituire l'innocenza dell'infanzia a chi non l'ha mai avuta.
http://www.vitogarofalo.it/
lunedì 7 settembre 2009
Non vi capita mai...
1) absolutely
2) proud mary
3) Oh no
4) non ci capisco molto comunque
5) cosa sta succedendo quindi al governo?
Proud Mary.
Workin' for the man ev'ry night and day
And I never lost one minute of sleepin'
Worryin' 'bout the way things might have been
Big wheel keep on turnin'
Proud Mary keep on burnin'
Rollin', rollin', rollin' on the river
Cleaned a lot of plates in Memphis
Pumped a lot of tain down in New Orleans
But I never saw the good side of the city
'Til I hitched a ride on a river boat queen
Big wheel keep on turnin'
Proud Mary keep on burnin'
Rollin', rollin', rollin' on the river
Rollin', rollin', rollin' on the river
If you come down to the river
Bet you gonna find some people who live
You don't have to worry 'cause you have [if you got] no money
People on the river are happy to give
Big wheel keep on turnin'
Proud Mary keep on burnin'
Rollin', rollin', rollin' on the river
Rollin', rollin', rollin' on the river
Rollin', rollin', rollin' on the river
Rollin', rollin', rollin' on the river
Rollin', rollin', rollin' on the river
Ma.
che pensavo, che dicevo quando ancora non sapevo e non credevo.
Questa cosa è un ipnosi vera
mentre bolle l'acqua ed evapora tutta.
Questo pensiero è un incantesimo vero di una volta,
come una fiaba profumata in cassetta che trilla via
mentre esce il caffè dalla macchinetta. Sono grande, sono una spia dei bambini
nel mondo dei vecchietti. Ecco è così. Era così che pensavo.
Però.
Poverini, dico certe volte.
Però: quante, quanto, quanti prevedibili
segni distinti di destini destinati e distanti.
Però: che scempio, penso,
che onta, che tonta che divento
mentre lenta mi avvicino ai trenta.
4+4
Poi dopo alcune ore al mercato vedo che la ragazza del mio solito banco di frutta e verdura ha una pancia tonda e dice di aspettare un altro bimbo, mentre il fratellino, bellissimo con gli occhi celesti, giocava a più non posso per via di Nanni rincorso dal papà.
Bè posso dire di aver visto con i miei occhi due vere famiglie felici. Le ho viste davvero e ci ho anche parlato. Ben due, dico due esserini umani attendono di entrare in questo nostro mondo stupido. Si può essere così felici come lo sono io oggi per loro? La risposta è sì.
sabato 5 settembre 2009
Scuola di Barbiana.
"Perché il sogno dell'eguaglianza non resti un sogno vi proponiamo tre riforme.
I. Non bocciare.
II. A quelli che sembrano cretini dargli la scuola a tempo pieno.
III. Agli svogliati basta dargli uno scopo.
Al tornitore non si permette di consegnare solo i pezzi che son riusciti. Altrimenti non farebbe nulla per farli uscire tutti. Voi invece sapete di poter scartare i pezzi a vostro piacimento. Perciò vi contentate di controllare quello che riesce da sé per cause estranee alla scuola".
Poiché.
Come cantava quel personaggino assurdo della fine anni Novanta:
"io sono io, questa è casa mia, vivo a modo mio"
:) e buon week end.
venerdì 4 settembre 2009
Fantozzi.
Domani è un altro giorno di scuola.
Ricevo dalla mia amica prof. Rossella e volentieri pubblico questo link al sito dell'USP di Catania presidiato. La manifestazione sarà sabato 5 alle ore 9,00 davanti alla prefettura di Catania. Anche nelle altre città si manifesta sabato.
http://www.provveditoratoccupato.tk/
Televisione.
giovedì 3 settembre 2009
Chiedi e ti sarà dato?
1) Una pinzatrice funzionante
2) Buone Maniere per tutti
3) Free Time
4) Scorte di caffè inesauribili anche in caso di guerra
5) Restituzione della serenità a chi l'ha persa
6) Dignità anche per i deboli e chi sbaglia e risbaglia
7) Magia e luccicanza
8) Coraggio
Poi se arriva anche qualcos'altro per me va bene.
Scolapasta.
Signore di Corso Trapani.
Domani è un altro giorno di scuola.
Riprendo volentieri questa rubrica. Ricevo dalla mia amica prof. Rossella e pubblico questo link. Si tratta dell'occupazione dell'ufficio scolastico provinciale di Catania da parte dei precari.
http://www.laperiferica.it/Video-i-precari-occupano-l-ufficio.html?1131
Chaplin.
Charles Chaplin
mercoledì 2 settembre 2009
Il mio personal decalogo.
1) Quando una cosa è troppo bella non la riesco a fare (ad esempio, dopo una risata mi viene sempre l'asma e così smetto di ridere ecc ecc) MA non riesco a fare neanche le cose troppo brutte, pur impegnandomi fino a stare male e quindi è un guaio, I'm done.
2) Dico no quando vorrei dire sì, e viceversa;
3) Faccio l'effetto - presso chi mi conosce - di una caricatura triste di una Celine Dion piemontese falsa e cortese mancata MA dentro di me vive in realtà una specie di ancor più triste, anzi tristissimo kurt cobain incrociato con beck dei primi tempi mischiato con JD di Scrubs in versione femminile;
4) Non piango mai né di gioia né di dolore bensì solo di paura;
5) "non so parlar d'amore";
6) Temo più di ogni altra cosa quelle persone che amano infierire e che non risparmiano l'umiliazione. Le temo al punto che quando ci penso o le vedo o peggio vedo il loro numero lampeggiare sul cellulare mi viene la tachicardia (un attacco di panico);
7) Non ho mai rubato, né altro;
8) Non ho energie. Neanche un integratore Polase (?) potrà più restituirmele;
9) Ho sempre, sempre, sempre pensato che la vita dovesse essere faticosa, difficile, affaticante, umiliante, pesante, una prova continua e che il divertimento fosse a me precluso mentre gli altri se la spassano (cfr punto 1);
10) La televisione: perché tutti dicono che bisogna spegnerla? Ha salvato molte vite, compresa la mia.
Cosa? Come?
Hemingway