domenica 27 settembre 2009

Roma.



Amici, perdonate la mia breve assenza. Sono stata per qualche giorno a Roma. Un cosiddetto week-end lungo o una settimana corta o che dir si voglia. Roma: le mie parole sono insufficienti a descriverla. Sono stati scritti fiumi di inchiostro su di Lei. E chilometri di pellicola su di Lei. Io non l'avevo mai vista, solo immaginata. La realtà tuttavia ha superato di mille miglia l'immaginazione. Al momento sono destabilizzata nel corpo e nella mente. Roma mi ha sconvolta amici. Immensa è forse la parola giusta. Non ho mai visto tanta gente tutta insieme, tante dita scorrere sulle vie di così tante cartine spalancate sulle ginocchia di tutti. Un mondo incredibile si è aperto di fronte ai miei occhi. Ne sono rimasta pietrificata. Sperando di tornare al più presto alla lucidità, faccio solo un piccolo elenco delle mie memorabilia:

1) Il Vittoriano: è enorme, è bianco, è una enorme manna dal cielo bianca. I carabinieri immobili e i fuochi perenni lo presidiano. Il monumento a Vittorio Emanuele II (un piemontesino!) ha i baffi lunghi tre metri. Se ti siedi sui gradini ti fischiano per farti alzare. Immacolati marmi bresciani che, secondo la mitica Rough Guide, non si sbiadiranno mai. Non credevo esistesse nulla di simile prodotto da mani umane. Dall'altro lato della piazza Venezia: il balconcino da cui si affacciava Mussolini. Appare lugubre, fa paura.
2) Il Colosseo: dentro, si può entrare e non lo sapevo. Così spaventoso che mi è venuta un'emicrania micidiale. A un certo punto non ho capito più niente. Vagavo barcollante e più pallida che mai tra le immagini di bestie e battaglie navali e combattimenti. Scene cruente, vivide: ero molto affaticata.
3) Piazza Navona, Piazza di Spagna, Fontana di Trevi: esplosioni di acqua e bellezza senza inizio né fine. I miei occhi sono troppo piccoli!
4) I Fori Imperiali. Doppia emicrania da capogiro. La malinconia e l'euforia insieme del tramonto.
5) San Pietro: subito a destra: La Pietà di Michelangelo. Tutti a fotografarla. Commuove fino alle lacrime. La statua di San Pietro consunta dai fedeli. Tutte le proporzioni si dilatano, l’anima vorrebbe stare dietro a tanta grandezza e a tanto splendore. Salendo sul “cupolone” sono stata colta da angoscia per via delle infinite scale strette e ripide. Ma poi in cima si apre la città e il mondo intero.
6) La Cappella Sistina. Il Giudizio Universale, la Creazione di Adamo. Dentro non si può parlare e non si può fotografare. Qui regna il mistero e il segreto dell'esperienza più straordinaria concessa a una semplice creatura in carne e ossa.
7) Il Nuovo Sacher di Nanni Moretti: un cinemino d’altri tempi dove volendo si chiacchiera amabilmente con gli impiegati di sala. C’è anche un baretto in miniatura e una libreria improvvisata ma curatissima. Sul bancone del bar, incastonato in una mini nicchia con mosaici color panna, si può osservare una vera Sacher Torte in tutto il suo tondo sapore di cioccolato. I lavoratori, parlando con noi, chiamano Moretti “er capo”, che, mentre siamo lì, puntualmente telefona per sapere come sta procedendo la serata. E qui amici mi sono comprata una raccolta di interviste a Charlie Chaplin di Minimum Fax, un vero gioiello. Una birretta e via per le vicine trattorie di Trastevere.

8) Queste ultime, davvero strepitose e suggestive, mi sono costate care: una visita molesta all’alba al Policlinico per un fastidioso malore. Lì mi sono sentita a disagio e completamente spaesata. Ma per fortuna ora sto meglio.

9) Villa Borghese: cos’è, il Paradiso Terrestre? Lì anche l’umore più incerto vira al bello. Interessante la visita al cosiddetto “bioparco”. Gli animali mettono un po’ di nostalgia di libertà. Però la passeggiata vale la pena. Si torna bambini, per così dire.

10) La gente: tutto il meglio e tutto il peggio che si possa pensare, l’ho pensato. Alcuni autoctoni li ho trovati un po’ ossessivi nel perfezionismo gratuito e nelle buone maniere spinte all’eccesso, tanto che avolte ci si sente presi un po' in giro simpaticamente (ma non eravamo noi torinesi i falsi e cortesi?). Ma la maggioranza dei romani ti strappa una risata anche se non vuoi. Il barista, ad esempio, che quando gli chiedi una bottiglietta di acqua naturale da mezzo litro ti risponde: “ottima scelta signò”!

Tuttavia non posso sbilanciarmi di più perché il tempo è stato troppo breve.

Per riassumere, poiché vi sto annoiando, a Roma, come sapete, sono capitati e continuano a capitare gli eventi più decisivi del nostro Paese. In ogni angolo si deve inforcare la macchina fotografica e scattare perché proprio lì è successo qualcosa. A campo de’ Fiori il sacrificio di Giordano Bruno, in Via Caetani il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro ecc ecc. Roma è, come si sa, eterna, unica, immortale, un Aleph dove si trova tutto lo scibile e il suo contrario. Io non l’avevo mai vista e vivevo nell’inconsapevolezza. Adesso che ho visto e ho saputo, riprendo le mie umili attività.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ammazzalo ho!!!! .brava.

Anonimo ha detto...

Ciao Noemi, sono Laura (Libreria Coop). Sono stata a Roma due settimane fa. Hai descritto benissimo il senso di meraviglia che ha attraversato anche me. Ci voglio tornare e tornare ancora!

noemi ha detto...

Ciao Laura! Grazie :) Vero: anche io vorrei tornarci al più presto...magari periodicamente. Bisognerebbe andarci ogni tot anni secondo me.