Ma dove andate torinesi? Cavoli, stamane credevo di tuffarmi lentamente nel mio amato torpore e invece ho trovato una Torino diversa. E' ricominciata la scuola e l'avevo dimenticato. Quando ricomincia la scuola alle mamme e alle nonnette di Torino prende l'ansia, monta un nervoso incontrollato. Si possono osservare le più compunte peppie della città intabarrate nei completini nuovi che risaltano l'abbronzatura, arrampicate sulle scarpette con il tacco, sprigionanti profumi fiabeschi che all'apparenza amorevolmente accompagnano i bambini a scuola. In realtà queste finte fate sono streghette e vere bombe a orologeria pronte a esplodere in grida furibonde, ceffoni e minacce a non finire. Io mi spavento molto. Per tutta la giornata nei miei via vai non ho visto altro che bambini in lacrime, in preda ai capricci, stritolati nelle mani dei loro accompagnatori sfatti e sfiniti dalla vita, sbertuccianti nei più scomodi e improbabili grembiulini d'altri tempi. Ma le vacanze non servivano a riposare? A calmare l'isteria sabauda? Fortuna che ci sono le dovute eccezioni e ogni tanto qualche torinese sereno lo si può ancora incrociare in giro. Addirittura qualche donna gentile e sorridente. Ma son rarità. E poi corrono, ma corrono tutti, forte, goffamente, si inciampano. Vero è che io non faccio testo. La mia lentezza è proverbiale tra i miei cari. E ahimé, di questo passo, non so proprio dove (non) mi porterà. Ma certi giorni me la tengo stretta!
Nessun commento:
Posta un commento