mercoledì 24 agosto 2011

Camping tales - storie da campeggio - piazzola #1

I milanesi.

Sono già lì da tempo. Stabili, stabilizzati. La loro è la piazzola più bella, più ombreggiata, più ordinata, più ampia, la numero uno.

In quanto torinesi, noi guardiamo a loro con curiosità, fascinazione, e irrimediabile sospetto savoiardo.

Mangiano frutta con inarrivabile eleganza. Lei, la ragazza, la donna che - penso subito - avrà più di quarantanni dimostrandone meno di trenta - taglia il kiwi con arguzia dolce e chirurgica insieme. Non si sporca.

Lui avrà almeno tre magliette di Emergency. La loro tenda è alta: non c'è bisogno di piegarsi.

Il tavolino bianco a quadretti è così. Così perfetto: ne vorrei uno uguale. Non parlano. Cenano in semi-silenzio. Dopo cena: hanno una lampada che domina come la luna - vittoriosa - sulle nostre piccole candele alla citronella, che invece si spengono tutte in coro al primo soffio di vento.

Al chiaro di lampada, loro giocano a carte, leggono, anzi sfogliano distrattamente eppure concentrati i loro libri misteriosi. Meditano, chissà su cosa: contano le stelle, conoscono l'enigma dello stare al mondo, ripassano le leggi della Sapienza.

Fantastico su di loro: "vivranno in tenda. Sono medici senza frontiere e volontari di Emergency. Si nutrono solo di cibi crudi, che coltivano da sé, in un punto segreto del campeggio inaccessibile agli altri, di cui custodiscono la chiave, in oro zecchino. Non parlano tra loro perché in quel momento ricordano, in inesorabile sincrono, quella volta in cui hanno salvato la vita a quello splendido bambino etc. etc."

Mi vergogno.

Del mio disordine, dei mie difetti, delle mie infradito che scoprono non soltanto i miei piedi ma anche la mia inadeguatezza. Mi sembrano così grandi, così onesti e puliti, così giusti, così anche non so milanesi. Il campeggio è un po' come un reality (sic.), in cui i concorrenti solitamente dichiarano: "è tutto amplificato": qualsiasi cosa ciò di preciso significhi.

Una sera però parliamo.

Si avvicinano alla nostra piazzola perché una biscia - no no no non una vipera: voglio crederlo, anche perché lui, il milanese, ci spiega subito che al mare le vipere non ci sono e se lo dice lui è sicuramente vero - si mette a transitare su un comune muretto.

Al mio grido sommesso: arrivano. Li temo: dovrò trovare qualcosa di intelligente e superiore da dire, ma la paura del serpente mi pietrifica.

Allontanato il rettile, anche grazie al pronto intervento dello Svizzero, ecco le presentazioni.

Francesco e Cristina. Piazzola #1

Afferro una tazza di tisana: da tenere in mano, come fosse un rassicurante bicchiere di birra in una serata tra amici, per darmi sicurezza e un tono da esperta della vita.

Si scopre che anche loro in realtà: sono normali, non perfetti, non santi. Non vivono in tenda, ad esempio. Stanno in una casa per la maggior parte del tempo. La ragazza, Cristina, è timida tanto per dirne una, ed è precaria: sta finendo la seconda università, non solo per virtuosismo, ma anche perché non trovava lavoro. Francesco in effetti ha un gran bel mestiere invece, ma mangia anche cibi cotti e forse anche dolci e fagioli in scatola! e per il momento: non ha salvato nessuna vita umana. E non vivono nemmeno a Milano: bensì in un ridente paesino limitrofo. Poi sono più giovani di quel che credessi: e a me sembravano così vasti, così irraggiungibili.

La violenza dell'immaginazione!

9 commenti:

Dave ha detto...

A me come vicini di piazzola sono toccati:
- famigliola con bambina di 7-8 anni, che ogni mattina alle 10 iniziava ad esercitarsi con il violino, con tanto di leggio e spartito, producendo suoni striduli e miagolii per circa un'ora.
- gruppo di ragazzi che dopo cena si mettevano lì con la chitarra a suonare e cantare un repertorio vastissimo, dalla musica italiana degli anni '60 agli ultimi successi internazionali
- corpulento signore che alle dieci di sera andava a dormire e iniziava a russare come una segheria per tutta la notte
- famigliola francese, madre padre e tre marmocchi, ognuno dei quali aveva la propria minitenda personale, mentre i genitori dormivano in un enorme tendone alto due metri

Molto variegato il mondo del camping.

noemi ha detto...

@Dave: sì, variegato e mooolto interessante... ma: il VIOLINO :O incredibile hehe.

Dave ha detto...

Non ci potevo credere infatti.

noemi ha detto...

@Dave: la prossima volta porterò con me delle nacchere, o un tamburo u.U

marianna franchi ha detto...

Non sempre tutto è ciò che sembra!!! Meglio così che se fossero stati la perfezione fatta persona! Un abbraccio e buonissima serata

noemi ha detto...

@marifra79: davvero: meglio così :D e grazie per la visita!

mariangela ha detto...

spesso le cose e le persone non sono come sembrano, ma è comunque divertente fantasticare

noemi ha detto...

@mariangela: è incredibile a volte quanta differenza ci sia tra ciò che pensavi e ciò che realmente è: però è vero: è molto divertente...

V1MB ha detto...

Hai colto una grande verità psicologica. Mi hai fatta immedesimare e ridere e pensare e ricordare. Bellissimissimo post! Grazie!