Abita da solo in una casa buia del centro. E' stanco morto, e si vede. E al tempo stesso contiene con difficoltà nello sgurado una strana voglia di vivere, cupa, malinconica, quasi sospetta. Il suo volto sarebbe chiaro, azzurro e delicato, ma le tinte scure dell'appartamento lo innervano di mistero e fatica. Ha sessant'anni compiuti a maggio. Ha avuto un solo unico amore non corrisposto. Ha sempre lavorato in nero come barista, arrangiandosi per lo più con l'eredità del padre, che produceva una nota marca di liquori. Filippo ne tiene parecchi esemplari chiusi un un vecchio mobile tanto imponente quanto impolverato. Allo stesso modo conserva sparsi a pile in tutta la casa molti libri, sia antichi sia nuovi ancora con il cellophane, e altrettante pile di giornali, ovunque. Ha il letto in cucina, così può mangiare, dormire e guardare la tv senza spostarsi mai. Sono in effetti le sue uniche attività. Oggi va avanti con gli affitti delle molte proprietà immobiliari della madre, mancata il mese scorso. Con quelle somme si paga i pasti, le tasse universitarie e gli aiuti della povera cameriera Jolie.
Filippo sta tutto il giorno con le tapparelle abbassate, specialmente d'estate. Entrare nella sua casa per la prima volta è stato come entrare in un mare nero di male e solitudine nera.
[Continua...]
Filippo sta tutto il giorno con le tapparelle abbassate, specialmente d'estate. Entrare nella sua casa per la prima volta è stato come entrare in un mare nero di male e solitudine nera.
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