Ieri sera a Matrix hanno fatto vedere per la prima volta i video di Erika e Omar che parlano. Li si è visti in volto dopo anni in cui venivano oscurati perché minorenni. Dal 2001 a oggi questa vicenda è entrata nell'inconscio collettivo e ci ha lavorato minando alle basi la sicurezza di dormire sonni tranquilli. Due ragazzini che più normali non si può hanno massacrato in modo brutale due persone, di cui un bambino. E a vederli parlare, questo senso di normalità ha trovato la sua ineluttabile conferma.
Un famiglia normale, quella di Erika. Una famiglia figlia del suo tempo: una mamma/amica, un papà permissivo. Benessere e libertà. Vederli parlare è stato come guardare in faccia la realtà dopo anni di mistero. Potevano anche essere strani, parlare in modo confuso, avere negli occhi un balenio di follia. E invece erano perfettamente bravi e normali, come qualsiasi giovane italiano. Un po' sperduti, un po' lenti di comprendonio magari, ma comunque tremendamente normali, come se ne vedono tanti in giro. E sempre lo saranno, lì nelle loro cellette o agli arresti domiciliari a non pensare a niente, a pensare a se stessi e a quelle quattro cose da fare che li aiuteranno ad andare avanti nonostante tutto. Quanto a me, non ho digerito e ho dormito veramente poco. Perché li ho guardati parlare nel dormiveglia e le loro vocine normali, i loro concettini normali, le loro faccine ingenue da angioletti normali mi hanno tormentata tutta la notte e hanno avvelenato i miei sogni.
Un famiglia normale, quella di Erika. Una famiglia figlia del suo tempo: una mamma/amica, un papà permissivo. Benessere e libertà. Vederli parlare è stato come guardare in faccia la realtà dopo anni di mistero. Potevano anche essere strani, parlare in modo confuso, avere negli occhi un balenio di follia. E invece erano perfettamente bravi e normali, come qualsiasi giovane italiano. Un po' sperduti, un po' lenti di comprendonio magari, ma comunque tremendamente normali, come se ne vedono tanti in giro. E sempre lo saranno, lì nelle loro cellette o agli arresti domiciliari a non pensare a niente, a pensare a se stessi e a quelle quattro cose da fare che li aiuteranno ad andare avanti nonostante tutto. Quanto a me, non ho digerito e ho dormito veramente poco. Perché li ho guardati parlare nel dormiveglia e le loro vocine normali, i loro concettini normali, le loro faccine ingenue da angioletti normali mi hanno tormentata tutta la notte e hanno avvelenato i miei sogni.
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