Lui. Fermo immobile. Gli occhi celesti di chi dice: no sense, but... e poi niente, non fornisce la risposta né tanto meno io formulo mai la domanda.
Avanti, sentendo il cemento scricchiolare sotto le suole, con il sacchetto bianco di carta del croissant, con le mani gelate, la sciarpa sul mento, il grigio sopra e sotto e intorno, gli alberi fasciati e spogli, i lavori in corso, bar che tintinnano e forbici di parrucchieri che tagliano continuamente.
Cammino avanti avanti con la borsa a tracolla, la bottiglietta d'acqua, non so bene perché, per dove e come. Cosa c'è domani, cosa c'era ieri. C'è quell'attimo, di mattina, in cui non esiste nulla fuori dalle gambe che scavalcano i marciapiedi, i portoni che sfilano, i semafori che scattano, i citofoni, i cani e lui.
Senza cappello oggi, senza giacca. Solo la camicia a quadri, quella marrone. Come per voler sfidare sempre l'inverno, come se quel profumo strano di pioggia calda dell'aria significasse qualcosa per tutti. Il futuro. La gente è tutta strana, come commossa, ma non è commossa, è solo viva. Indaffarata malgrado se stessa. Tutti comunque sono incerti, sentono il venerdì, compreso lui, il Signore di Corso Trapani, che guarda avanti e io, che cammino e cammino ogni giorno e ci incrociamo sempre in rette perpendicolari.
4 commenti:
Non sono solo pensieri in libertà,ma sapide valutazioni della realtà quotidiana che ci avviluppa e nella quale viviamo ogni giorno.
il signore di corso trapani sa di destino...lo adoro...
Grazie Giuseppe, per la visita e per questa considerazione. Buon week end.
@Ilpescetto: ohh, grazie, riferirò :) :)
Posta un commento