domenica 27 maggio 2012

The Pickwick Papers.





"That punctual servant of all work, the sun, had just risen, and begun to strike a light on the morning of the thirtheenth of May, one thousand eight hundred and twenty-seven, when Mr Samuel Pickwick burst like another sun from his slumbers, threw open his chamber window, and looked out upon the world beneath".

Ho riaperto oggi questo libro comprato nel 1996 in questo museo, che si chiama Bleak House, dove Dickens trascorse le vacanze per un certo periodo tra il 1837 e il 1859.

Avevo provato a leggerlo tutto in inglese. E ci sono riuscita, in quell'anno, un po' ma con esiti incerti. Poi non ho mai più comprato il libro in italiano. E del Circolo Pickwick quindi in me è rimasta quella versione frammentata, quelle sensazioni frastagliate, quelle idee da sedicenne.

Ironia rassicurante, reticenze, preterizioni, personaggi fantastici, fulminanti insegnamenti di vita, ambientazioni picaresche, l'emozione semplice del viaggio. E il profumo. 

[Questa esperienza è stata la riprova (tra l'altro), per me, che carta e digitale vanno e andranno sempre insieme: il profumo di questo libro, rimasto chiuso per quindici anni, si è sprigionato, liberato come un'onda marina. E come un'onda marina era ancora lì, identico, ad aspettarmi].

Ho riascoltato il vento del Nord dell'Inghilterra, l'ingenuità dell'adolescenza, la gita della scuola, il non capire niente, le grandi speranze, la grande, eterna, umana paura. Tutto rimasto lì: catturato. Le pagine solo un po' ingiallite, color ocra ai bordi, come affumicate dal tempo. Però il profumo è davvero lo stesso. Quello delle letture estive lente, affamate, scomode, in cui però dimenticavi persino il tuo stesso corpo aggrovigliato su sedie sdraio, giacigli di plastica, rifugi di fortuna; eppure non so, splendidamente, lontanamente tranquille, sicure e così felici, così piene di luce, di sole arancio, così piene di quell'appetito dolce del tramonto, il senso di vacanza di certi anni in cui non sai nulla e sai tutto, prevedi tutto. 

E insomma, poiché da certi post precedenti (e dal tag omonimo) forse avrete capito che per me sono giorni di Baricco-mania, vi regalo questo link

Pickwick è la trasmissione televisiva che a me ha dato un po' il la (come a molti credo) per leggere i libri. Diciamo che le sono molto debitrice. Questo video poi è incantevole. 

"1994, una città, un posto". Enjoy.




tazzina trapezoidale.


4 commenti:

Cirano ha detto...

post molto intenso...come quel caffè!

noemi ha detto...

@Cirano: grazie mille!

Mamma Orsa ha detto...

I libri vanno riletti a distanza di tempo, a me è capitato con il gabbiano Jonathan Livingston di Bach. Lo leggo 1 volta ogni 10 anni, ho un'edizione cartacea di cui sono compleamente innamorata! Ogni volta mi sembra un libro diverso, poi invece mi rendo conto che il libro è sempre lo stesso, e io sono diversa :)

noemi ha detto...

@ValeDev: già: per me è un'esperienza "nuova" quella di rileggere, non mi capita quasi mai, ma devo riconoscere che è molto importante, anche per capire quanto e come si è cambiati nel tempo...