Ehilà, buongiorno a chi legge! Rieccoci all'ormai consueto, non desueto e tanto "desiato" (capirete a breve la battuta ;) appuntamento domenicale con le letture di Tazzina-di-caffè. Oggi ri-leggerò un libro che ho già letto e che mi è piaciuto molto. Si tratta di Foto di classe. U uagnon se n'asciot, dello scrittore Mario Desiati, editore Laterza. Questo libro l'ho letto una domenica come questa senza quasi alzarmi dalla poltrona, tranne che per versarmi dell'altro caffè nella mia tazzina preferita.
Foto di classe racconta storie vere e storie di cronaca, ma vi farà sentire appesi a un filo, come Philippe Petit. Il filo della mente di Mario che decide di ritrovare i suoi compagni di scuola, del liceo Tito Livio di Martina Franca e insieme a questo viaggio della memoria, gli si svela un presente inaspettato, insperato, malinconico Quasi tutti se ne sono andati dalla Puglia - questo è anche un resoconto della nuova emigrazione italiana - ma alcuni ci sono anche restati. Quelli dal "cuore tenace" che provano a reinnestare le radici con nuove premesse e promesse.
Questo libro a me commuove. Lo sto rileggendo oggi ascoltando una compilation degli anni Novanta, anni in cui i protagonisti crescevano sui banchi di scuola, come me. Sto quasi male per una specie di strana nostalgia. Che non è proprio nostalgia, è qualcosa che leggendo questo libro si rimescola nel sangue solo una decina di anni dopo. Bello. E poi il finale: "Faremo una nuova foto di classe, fra qualche anno ci saranno più teste, quelle dei nostri figli".
Foto di classe racconta storie vere e storie di cronaca, ma vi farà sentire appesi a un filo, come Philippe Petit. Il filo della mente di Mario che decide di ritrovare i suoi compagni di scuola, del liceo Tito Livio di Martina Franca e insieme a questo viaggio della memoria, gli si svela un presente inaspettato, insperato, malinconico Quasi tutti se ne sono andati dalla Puglia - questo è anche un resoconto della nuova emigrazione italiana - ma alcuni ci sono anche restati. Quelli dal "cuore tenace" che provano a reinnestare le radici con nuove premesse e promesse.
Questo libro a me commuove. Lo sto rileggendo oggi ascoltando una compilation degli anni Novanta, anni in cui i protagonisti crescevano sui banchi di scuola, come me. Sto quasi male per una specie di strana nostalgia. Che non è proprio nostalgia, è qualcosa che leggendo questo libro si rimescola nel sangue solo una decina di anni dopo. Bello. E poi il finale: "Faremo una nuova foto di classe, fra qualche anno ci saranno più teste, quelle dei nostri figli".
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