lunedì 8 febbraio 2010

Il carrello. The shopping trolley.

Cari kidults, il mondo sta cambiando e noi siamo inequivocabilmente gli ingranaggi di questo cambiamento. In un lontano passato, l'immagine a sx poteva evocare soltanto il concetto di nonna. Oggi invece quella stessa immagine parla di noi. Di noi "giovani", di noi bambini-degli-anni-ottanta.
Ne ho viste troppe di persone sulla trentina trascinarselo dietro negli ultimi mesi: è giunta l'ora di sdoganare pubblicamente il carrellino della spesa!

Aprite il quaderno. Tema: Il shopping trolley (in inglese suona mooolto meglio). Svolgimento: Il carrello della spesa - della serie brutti ma buoni - migliorerà la qualità della vostra vita in modo inaspettato. Quasi meglio di due anni di psicanalisi. Alla modica cifra di 13 euro al mercato (o 68 euro in un negozio chic del centro), potrete risolvere un sacco di problemi. Dentro questo carrello voi sarete in grado di introdurre qualsiasi cosa. Ma davvero qualsiasi cosa. Scusate l'enfasi. Ecco alcuni esempi:

- bottiglie (latte, vino, olio ecc ecc)
- detersivi (compresi i giganti per la lavatrice)
- frutta (insidiosa: sul banco del mercato sembra lì tutta bella piccola e profumata e invece pesa quintali)
- verdura (il sedano, il cavolfiore, le melanzane)
- uova
- pane (a meno che non siate come lui, che invece preferisce farlo in casa)
- giornale
- carne
- cagnolino
- due o tre libri di cucina
- Il maestro di Go, di Yasunari Kawabata
- chiavi
- maglione (casomai facesse freddo)
- cartuccia della stampante
- un paio di stivali in saldo
- un amico immaginario
- un costume da Zorro
- una scacchiera da viaggio
- una radiolina a forma di casa del Mulino Bianco (datata 1987 col metodo del Carbonio 14)
- il vostro vecchio "IO"
- il fantasma dei Natali Passati

E molto altro ancora. Tutto questo SENZA tagliarvi le mani con la busta della spesa, SENZA inquinare il pianeta con la suddetta busta di nylon, SENZA dovervi fermare ogni cinque secondi a riprendere fiato, SENZA desistere dal fare la spesa al mercato in quanto troppo faticosa. La spesa al mercato è un valore da riscoprire. Si risparmia parecchio, in termini monetari. E si consumano prodotti della terra un po' più saporiti rispetto a quelli della GDO (Grande Distribuzione Organizzata), ma soprattutto si scambiano due parole con i tizi del banco. Che può essere interessante. In tutto ciò vi potete anche concedere una pausa caffè, col vostro carrellino di fianco, alla torrefazione del quartiere. Senza il rischio di sparpagliare le arance per tutto il bar.

C'è un solo inconveniente, nell'uso del carrellino, che trovo giusto sottolineare casomai qualche autorità cittadina capitasse su questo blog (eh eh eh, perché no? Tutto può essere, caro Sindaco Chiamparino :)). L'inconveniente consiste nel fatto che le strade (almeno a Torino, almeno nel mio quartiere) sono ancora piene di BARRIERE ARCHITETTONICHE. Gradini altissimi, niente rampe, buche, fossi, baratri, territori di guerra, campi minati, pozze di scorie radioattive. Lo dico "gridando" perché un sabato mattina di spesa al mercato col carrellino mi ha insegnato molto più di mille servizi delle Iene sull'argomento. Per chi si muove sulle ruote, dalle mammette con carrozzina a chi è costretto su una sedia a rotelle da una malattia, è davvero molto complicato arrivare a destinazione con dignità e autonomia. Se è stato fastidioso per me, che non ho nemmeno trentanni (29 e mezzo, per la precisione) e sono nel pieno delle mie forze (vabè non proprio, ma ho reso l'idea), non oso immaginare cosa può significare per le persone più fragili...

Allora diciamo così: viva il carrellino*!


*ma in un mondo ideale dove tutti hanno le stesse possibilità di noi "splendidi kidults"

2 commenti:

Sara Giorgia ha detto...

... ci sto facendo un pensierino... ;)

noemi ha detto...

provare per credere! Non te ne pentirai :D