lunedì 1 febbraio 2010

Tazze pazze. Crazy Cups.



Ecco: non mi posso distrarre un attimo che guarda lì cosa mi combinate...

Su su, è lunedì, forza aprite il quaderno.
Tema: Dove si posa la tazza?
Svolgimento: La tazza, inteso quella da tè, latte o caffè lungo, trattasi di pezzo di ceramica colorato di Hello Kitty - certo, ragazze, mi rivolgo a voi: rivendicate in ogni modo il vostro orgoglio kidult - per i maschi, mi riferisco, ad esempio, a queste:














Dicevo, trattasi di pezzo di ceramica vuoto entro cui si versano le bevande che solitamente consumansi nei luoghi meno ortodossi quali di fronte alla TV, a letto o scrivendo al computer.
Parliamo di quest'ultimo caso. (sul come pulire il divano dalle briciole di crackers o cereali dopo aver guardato cinque ore di Scrubs vi rimando alle prossime lezioni, nonché sul come bere prima di dormire senza devastare il cuscino né il comodino). Allora: intanto ditemi voi cosa c'è di sbagliato nell'immagine della tastiera pubblicata in questo post? Si notano almeno due errori. No, non si tratta della matita fagocitata come simbolo della sconfitta del cartaceo.
Gli errori sono questi:

1) Non si dimentica la tazza vicino alla tastiera per tre giorni consecutivi, salvo per cause di forza maggiore (ad es. pratiche di cartomanzia, esercitazioni antincendio, narcolessia) .

2) Non si posa la tazza sul tavolo senza un piattino sotto, per evitare di macchiare il truciolato dell'Ik...ops, il legno pregiato o le quarte di copertina rigide dei libri Einaudi o Mondadori.

E quindi? Alternative?
Qui siamo alle verità ultime, amici. Perché è proprio quando l'uomo ha le spalle al muro che riesce a trovare le migliori soluzioni. Perché, come diceva Orson Welles/Harry Lime ne Il Terzo Uomo:
In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto assassini, guerre, terrore e massacri e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e di democrazia e cosa hanno prodotto? Gli orologi a cucù.

Dunque, tranquilli. Un rimedio al primo errore c'è. Ed è questo. Prendete il concetto di portare-la-tazza-nel-lavandino-della-cucina come un esercizio spirituale. O anche qualcosa di più. Deve diventare un'ossessione. Dovete impazzire. Convincetevi che se non lo fate la casa esploderà, il sole si spegnerà, i vostri amici non vi vorranno mai più bene, non trasmetteranno mai più X Factor su rai due e altre disgrazie del genere. Considero questo metodo piuttosto infallibile. Provare per credere.

Al secondo errore - ahimè - invece NON c'è rimedio. E' giusto che lo sappiate. E la ragione consiste nel fatto che noi cosiddetti bambini-degli-anni-ottanta siamo tutti fan di Vasilij Vasil'evič Kandinskij:

A lezione di Storia dell'Arte, lui è quello che capivamo meglio, che ci faceva sognare, che ci ipnotizzava. Da sempre nostro scopo, pertanto, è quello di riprodurre i capolavori del grande artista nella nostra cameretta.

E allora via libera al timbro di caffè o tè sui libri, i documenti, i cv, le bollette, le pubblicità della Coop e via dicendo. Vasilij sarebbe molto fiero di noi.


Buona merenda and see you soon!

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