Vergogna. Un tema sempre interessante, molto discusso in questo periodo un po' da tutti sui giornali, nei libri e nella vita quotidiana. E Vergogna di Coetzee, editore Einaudi, è proprio il romanzo su questo.
"Le nozze di Crono e Armonia: contro natura. (...) Se i vecchi si impossessano delle giovani, che ne sarà della specie? Ecco, stringi stringi, il nocciolo del procedimento a suo carico. Metà della letteratura prospera su questo argomento: giovani donne che lottano per sgusciare via dalla stretta pesante dei vecchi, per il bene della specie. David sospira. Pensa ai giovani che si abbracciano, senza un pensiero al mondo, presi dalla musica dei sensi. Non è un Paese per vecchi, questo".
In super-breve: è la storia di David Lurie, professore universitario. A un certo punto allaccia una relazione con una studentessa che poi lo denuncerà per molestie. L'Università lo estromette e David si rifugia in campagna dalla figlia Lucy, dove incontrerà un ambiente ancora spietato, compromesso dal dramma recente dell'apartheid. Tutto si svolge in Sudafrica.
"La verità, secondo lui, è qualcosa di molto più - esita in cerca della parola - antropologico, qualcosa che per essere svelato sino in fondo richiederebbe mesi di pazienti e posate conversazioni con decine di persone, e l'aiuto di un interprete".
Bè, questo libro è una pietra miliare della letteratura contemporanea. E, pur volendo con tutte le forze restarne fuori, riporta anche alla più stretta attualità italiana.
Pensavo che ho 30 anni, non sono né giovane né vecchia. Ed è quell'età in cui si è tirati da due direzioni opposte, come l'asino di Buridano. Il coraggio/paura, la saggezza/rassegnazione. E poi che sono una donna, femmina e lavoratrice, in cerca di un posto nel mondo, di una solidità, una sicurezza, un mestiere, una famiglia.
Non è facile.
Comunque raccolgo le idee per capire cosa diavolo dire in proposito. E in nome di tutto questo e con un filo di voce penso che sia pietoso quello che sta succedendo nel nostro Paese per vecchi. Vorrei raccontare alle ragazze più giovani che dalle difficoltà, dalla sfiga, non si esce girando intorno ai ricchi (anziani poi). Pur di non lavorare, pur di non restare nell'anonimato, pur di avere le cose belle invece qui si fa di tutto. E lo comprendo perché la disperazione e l'ignoranza non tanto in senso stretto, ma pure in senso lato, cioè l'ignoranza anche, per così dire, emotiva: sono un territorio minato pronto a esplodere e a devastare.
Io so che è dura, proprio dura. So che per una donna è peggio che mai. So che essere donna è un problema in certi contesti e che non è vero che "siamo sedute sulla nostra fortuna", siamo sedute su un abisso e ci conviene alzarci da lì e camminare con le nostre gambe.
Però non lo dico perché mi sembra tutta una retorica inutile, inascoltata.
Penso sempre alle mie cose, a come stare bene, al mio fidanzato, ai libri, a cosa scrivere, a come organizzare la mia vita, a come sbarcare il lunario, perché tutto quello che succede intorno alla fine mi confonde, mi spaventa e mi raggela.
Ops, scusate, sono andata fuori tema, che era il capolavoro di Coetzee. Da leggere e meditare.
Buona lettura & domenica!
:)