"Marino Sinibaldi: Oggi parleremo delle sue commedie. Elsa Morante non era tenera, per esempio con le sue prime commedie.
Natalia Ginzburg: No! Non le piacevano niente, né le prime, né mai.
Marino Sinibaldi: Era molto esplicita, no?
Natalia Ginzburg: Sì; mi ha portato una sera a cena con Adriana Asti e mi ha detto - io avevo scritto Ti ho sposato per allegria - e lei mi ha detto che non le piaceva niente, ma niente, che era fatua, zuccherata. Non le piaceva affatto; e mi sgridava, perché aveva un modo... non era un fare delle osservazioni, era proprio un arrabbiarsi. Diceva: 'Come hai potuto fare una cosa così...?' Insomma mi sembrava di aver fatto una cattiva azione".
(Natalia Ginzburg, E' difficile parlare di sé, Einaudi).
Mitologia, tenerezza, genio, ammirazione, sogno, storia, scrittrici superiori, serie, buffe, umane, generose, inestimabili, oddio, svengo, mi cappotto dalla sedia. Queste cose non smetteranno mai di impressionarmi, sono un nutrimento continuo in questa mia silenziosa stanza gialla. Tutta l'inutilità che a volte intravvedo nella mia vita, magari di notte, infiltrata come un bieco liquido di contrasto tra un colpo di tosse e l'altro, quando leggo queste cose scompare, mi sembra allora che valga la pena vivere per leggere queste e altre lezioni e meraviglie e quindi tra una lettura e l'altra va bene tutto, inutile farsi troppe domande.
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