Per casi più unici che rari della vita, mi ritrovo ieri su un treno con un vagone solo, con quelle scarpe, quel vestito e quei capelli, in direzione Stresa, per incontrare Viola Di Grado, che, dopo il Campiello, è finalista anche all'omonimo premio letterario e presenterà la sera stessa, per l'occasione, il suo romanzo.
In tutto ciò, il vero colpevole è lo scriteriato Extratorino. E se starete collegati scoprirete forse anche il perché.
:)
Quindi ero lì a pensare a cosa dire, anzi a non pensare a niente, vedendo scorrere il Piemonte e poi il Verbanio Cusio Ossola dal finestrino, fino al Lago Maggiore che spuntava dai vetri come un luccichio lontano e sembrava il mare e brillava nel tardo pomeriggio, nel quasi-tramonto: appuntamento con Viola alle 17.30.
Il mio primo istinto, a casa, quando ero ancora tranquilla e sicura che ce l'avrei fatta a comportarmi da persona normale, è stato chiedermi sinceramente: ma come mi vesto?
Come mi vesto io, quieta blogger sabauda trentunenne priva di qualsivoglia attinenza con il mondo dei vestiti e dell'abbigliamento in generale? Io che incontrerò invece Viola Di Grado, che non ha bisogno di presentazioni? Quindi? Con che faccia e con che outfit oserò apparecchiarmi in una simile circostanza? Senza contare che supremamente di persona non so parlare in modo adeguato, vago in destinazioni note solo a me, anzi neanche, e non mi rilasso se non dopo interminabili rassicurazioni verbali e non, e qualche lungo tempo per sbloccare la pietrificazione che mi prende vis a vis e mi agito etc. etc. ed è già molto quando non svengo e non ho un attacco di panico o di ansia o di entrambi?
In questi casi allora si lascia perdere tutto e si diventa un po' folli.
E così senza pietà ho indossato l'unico abito già pulito e stirato dell'armadio, il mio unico vestito nero-elegante (di Benetton!), quello dei miei ventanni, quello che usavo per tutte le occasioni, per tutti i colloqui di lavoro, per qualsiasi tipo di cena estiva e che mi faceva sentire a mio agio e trasparente. Un buco nero, mi viene da pensare rileggendo le pagine del romanzo di Viola, un posto dove scomparire per lasciare spazio all'esperienza e a questo incredibile incontro.
Così bellamente invisibile, quando scendo dal treno e trovo (tra varie peripezie inenarrabili che tengo per me!) l'Hotel, rimango sotto incantesimo per lunghi minuti. Un imponente e lussuosissimo Hotel Regina che si staglia sul lago, con la piscina e i lampioni personalizzati.
E l'ingresso regale, come nelle favole, nei film, nei sogni migliori. Arrivo, travestita da giornalista, e penso che alla fine ho fatto bene a conciarmi in quel modo (anziché con jeans e Superga, come avevo ipotizzato sulle prime) e mi è tornato in mente David Foster Wallace quando in Una cosa divertente che non farò mai più, dice: "fatevi furbi e ascoltate il consiglio che io non ho voluto ascoltare: portate degli abiti eleganti (...) non importa se vi sembra assurdo".
Aveva ragione. In quell'istante ho percepito cosa intendesse. Aspettando Viola nel paradisoextralusso (dove credo l'unico essere umano sotto i trenta fosse proprio soltanto lei), senza quel vestito da nonna-chic mi sarei sentita ancora più persa e perduta. Quindi meno male. E grazie David, ovunque tu sia.
Vi dico anche che sono una persona e una blogger molto suggestionabile ed emotiva (oltre a ulteriori difetti che non sto qui a elencare) e così incontrare il primo sguardo di Viola mi ha per l'appunto suggestionata. I suoi occhi hanno qualcosa dentro di unico, eloquente e destabilizzante. Come scrittrice, mi sono già pronunciata, la considero geniale. E data la sua giovane età, sono certa che farà ancora moltissimo.
Ma come persona, seduta al tavolino del caffè di quel luogo incantato e incastrato nel tempo e nello spazio, mi ha colpita, se possibile, ancora di più. Non vi racconto adesso cosa di preciso ci siamo dette e cosa ha risposto alle mie domande, perché in effetti spero nel mio intimo che vi compriate in massa la nostra rivista torinese preferita.
Però posso svelarvi che Viola Di Grado è un'ottima bevitrice di caffè e sembra una principessa d'altri tempi ma completamente giunta qui e ora come dal futuro interstellare o da un luogo altro, abitato da creature libere e fluttuanti, simili a lei, che hanno qualcosa di nuovo da spiegare. Poi è anche molto gentile e garbata, non timida, ma riflessiva, dolce anche e un po' premurosa. Ho imparato qualcosa da lei: scrittori giapponesi che non conoscevo, e altro ancora.
Ma non ho capito il suo segreto e il suo mistero, che infatti deve rimanere tale.
Di lei invece ho catturato soltanto un'immagine: credeteci o no, quelle sono le sue mani!
Stay tuned.
Sotto: il malinconico panorama di Stresa.
17 commenti:
Spettacolo!
Brava, brava, brava!
Brave!
Lu
P.S. il vestito di Viola farebbe impazzire mia moglie. Ma ovviamente anche il tuo! ;-P
@Lu: brava Viola e il suo vestito: bè, straordinario!
che bello... ci hai fatto immergere nell'atmosfera con te, grazie!
@Girasonia76: grazie :)
Dai! Eri perfetta!
Voglio assolutamente leggere Una cosa divertente che non farò mai più!
Invece il libro di Viola su Anobii non è stato troppo apprezzato... boh?
@emmaci: hehe grazie :) "Una cosa divertente" è molto curioso, invece boh per Anobii: non so, de gustibus... :P
Eri vicinissima a dove abito io :)
Sì l'hotel Regina è proprio da favola....mi sa che darò retta anche io a David e inizierò ad abbandonare i jeans....il problema è che oggi ho un colloquio per il posto da segretaria da un demolitore....come caspita mi vesto????
Comunque il tuo post mi è piaciuto tantissimo :)
Complimenti...
@B. Road: grazie mille :) Che bello dev'essere abitare da quelle parti... e per il colloquio: ahhh come capisco l'eterno dilemma: io in genere mi vesto di scuro ma non so se è un buon consiglio :D in ogni caso: in bocca al lupo !! (e "demolisci" tutto!!! :D :D)
Che bella esperienza, e che belle mani!
@Heddi: sì :)
La zona effettivamente mi piace molto anche perché c'è tantissimo verde!!! Comunque grazie e CREPI!!!!!!!!!!!
Basta che non demoliscano me :D
ma il vestito di viola ha una fantasia "a biscotti"!! è stupendissimo! e comunque il tuo "little black dress" è superchic.
e poi che bello poter incontrare uno scrittore dal vivo, da soli per un caffè :) una esperienza unica!
@pencil: sì sì il vestito (suo) è fantastico! E il mio: tu sei testimone oculare hehehe perciò la tua opinione vale doppio :D (però un po' nonna sembravo, non riesco a non pensarci). Sì, bello incontrarla, un'esperienza al di là dell'immaginazione :)
Io non sarei neanche riuscita a dormire la notte prima... anzi, le notti prima!
Che invidia davvero aver potuto fare un incontro così. :-)
@leparoleverranno: già in effetti: sapevo che avrei potuto intervistarla ma non quando e dove e come, l'idea di andare a Stresa è arrivata la mattina stessa così almeno non ho avuto il tempo di pensarci troppo e soprattutto ho dormito :P :P
Che invidia... :-) Non vedo l'ora di leggere l'intervista a questo punto!
Ps. ho finito il suo libro proprio ieri, sabato arriva la rece su Finzioni! :)
@Marta: grazie :) anche io sono curiosa di leggere la tua recensione... :) :)
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