Il primo mondiale della mia vita, '82, non me lo ricordo, avevo due anni. Il secondo, sei anni, ma non ricordo ancora nulla, tranne solo una vaghissima immagine e la consapevolezza che ormai ero una bambina grande delle elementari. Il terzo sì, Italia Novanta, le notti magiche, dieci anni, le elementari finite, ricordo fatalmente tutto.
Poi quattordici, poi diciotto, poi ventidue, poi ventisei, poi...
Sarà capitato anche a tutti voi che leggete, di avere un sussulto a questo pensiero del Mondiale che trafigge, attraversa, scandisce la nostra vita a balzi così netti. Mi accorgo che, di quattro anni in quattro anni, cambiava sempre moltissimo e a ricordare il Mondiale precedente quasi non mi sentivo più la stessa persona. Puntualmente poi mi ritrovavo a fantasticare su quello successivo: dove sarò, come sarò tra quattro anni? Questo 2010 è l'anno dei miei 30, ad agosto succederà questa cosa, ed è davvero ironico scoprire che mai e poi mai mi sarei immaginata così come sono adesso, anche solo quattro anni fa, ventiseienne davanti al maxi schermo a esultare con tutta Torino in piazza. Mi immaginavo piuttosto diversa, in circostanze diverse. Migliori, forse. Eppure non sono delusa o triste per questo. Perché poi, sicura come la prima partita dell'Italia, ecco una sensazione come di sorpresa, come se, al di là di qualsiasi - anche la più sfrenata - immaginazione, la realtà sia sempre più ineluttabilmente bella, giusta e nuova rispetto al previsto. Come le cose ultime della vita, anche questo rituale che accompagna il campionato del mondo lo sento che si incide sulla mia pelle, dentro le ossa.
Ieri ho preso il temporale in pieno, dopo un po' smettevo di schivare le pozzanghere, che erano piccoli laghetti metropolitani, e ci camminavo dentro. Ecco come sono oggi, eccomi sotto il diluvio con l'inutile ombrello, a correre verso il fischio d'inizio. Più giovane, più viva e più forte del previsto, di quel che credevo nel 2006.
E nel 2014? Dove sarò? Che farò? Che penserò? Che dirò? E ci sarà ancora Buffon? (Ma che gli è capitato?)
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