Quando mi sento spaesata, un po' liquefatta, vedo Infinite Jest di David Foster Wallace di milleduecentoottantuno pagine che gira per la casa. Penso che non lo finirò mai, ma è un bene. Lo lascio sempre lì, come se fosse un fiume, un elemento della natura cui attingere benefici quando ce n'è bisogno. Finché lo vedo, mi sento ancorata alla vita e alla terra.
"Questo è il garage comune figliolo. E questa è la nostra porta nel garage. So che lo sai. So che ti è già capitato di guardarla molte volte. Ora... vedila, Jim. Vedila come corpo. La maniglia grigiastra, il chiavistello che ruota in senso orario, i pezzi di insetto che sono rimasti sotto la vernice quando era fresca e ora spuntano. Le crepe di questo sole impietoso. Il colore originale non lo sa nessuno (...)".
Comunque adesso vado a provare a fare gli gnocchi. E che David me la mandi buona :)
"Questo è il garage comune figliolo. E questa è la nostra porta nel garage. So che lo sai. So che ti è già capitato di guardarla molte volte. Ora... vedila, Jim. Vedila come corpo. La maniglia grigiastra, il chiavistello che ruota in senso orario, i pezzi di insetto che sono rimasti sotto la vernice quando era fresca e ora spuntano. Le crepe di questo sole impietoso. Il colore originale non lo sa nessuno (...)".
Comunque adesso vado a provare a fare gli gnocchi. E che David me la mandi buona :)
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